27 GENNAIO, “PURIFICAZIONE MACCHIATA” di VALERIA CONTU (5^A)
Non ho più visto mia madre
Con le mani arrossate
I sogni ammassati di bene
Ho lasciato mia madre
Siederà ora stanca dei giorni
Con milioni digiuni del tempo
Tra vacui fantasmi
e sangue lavato
Come fosse catarsi
delle colpe d’un mondo
il sadismo
e il secondo peccato dell’uomo
Nei pianti percossi
si è spento il genere umano
Nel fiore fasullo
che siamo incolpevoli
La poesia è dedicata alla profonda sofferenza che milioni di persone hanno dovuto patire a causa della cattiveria umana. Ecco qualche precisazione ad alcuni rimandi ed espressioni usate.
L’esordio è un riferimento alla testimonianza di Edith Bruck, che racconta come un soldato l’abbia separata dalla madre, dicendole di andare a destra e quindi ai lavori forzati, mentre la madre sarebbe andata a sinistra e quindi nella camera a gas. La seconda strofa si sofferma sulla morte della madre. L’espressione “Digiuni del tempo” si riferisce a coloro che sono stati uccisi presto, in particolare i bambini, mentre “Sangue lavato” ha due significati: possiamo pensare alla speranza che la morte ponga fine a tutte le sofferenze – e quindi il “sangue lavato” sono le atrocità terminate –oppure anche all’intenzione nazista di eliminare una “razza” e purificare quella tedesca; “Catarsi delle colpe d’un mondo” riguarda il “sacrificio” degli ebrei per le colpe e i mali dei tedeschi. Infatti, Hitler ha attribuito agli ebrei diverse colpe, tra cui la sconfitta tedesca durante la prima guerra mondiale. Il “lavarsi dalle proprie colpe con il sangue altrui” è un rimando alla parola olocausto, la più retta forma di sacrificio del giudaismo, che viene usata anche per descrivere il genocidio degli ebrei. Con l’espressione “secondo peccato dell’uomo” ci si riferisce alla tendenza umana a scaricare sugli altri le proprie colpe: dopo aver disobbedito a Dio, Adamo si rende conto di essere nudo e si nasconde: <<(Dio) riprese: “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”.>> (Genesi 3:11-12 CEI 2008).
VALERIA CONTU, Classe 5^A
Ogni tentativo di giustificare quello che non è altro che desiderio di sangue e di prevaricazione è un insulto alla vita; così come l’indifferenza che l’uomo dimostra di fronte a certi crimini o l’assenza di una condanna pubblica di ciò che è evidentemente sbagliato è ugualmente una colpa. Da cui, “Ventotto apolitici più 3 fascisti eguale 31 fascisti” (Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa).