“APOCALISSE TASCABILE”, NOTA A MARGINE DI YULIANA USAI (4C)
Il 16 Novembre scorso, presso il teatro Eliseo di Nuoro (TEN) gli alunni delle classi IVA, IVB e IV C hanno assistito ad uno spettacolo teatrale dal titolo “Apocalisse tascabile” L’iniziativa rientra nell’ambito del percorso di orientamento per gli studenti. L’opera è un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, specchio di una defunta condizione umana. Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita, il cambiamento è incarnato dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30 che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane e già così defunta. “Apocalisse Tascabile” è uno spettacolo a doppiofondo: la fine del mondo è anche l’occasione per risvegliare quella “debole forza messianica” che secondo Benjamin si deposita in ogni generazione, in attesa d’essere portata alla luce per scardinare il mondo. Alle tematiche di “Apocalisse Tascabile” la platea di studentesse e studenti è stata sollecitata e direttamente coinvolta da un confronto dialettico tra gli artisti Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri e lo scrittore nuorese Giovanni Gusai, autore dalla forte sensibilità. Gli studenti hanno particolarmente apprezzato lo spettacolo. Le considerazioni che seguono, elaborate dalla allieva Yuliana Usai della classe IVC riassumono idealmente il senso di questa esperienza indubbiamente importante e significativa.
L’Apocalisse Tascabile è una rappresentazione teatrale molto vivace e ironica, particolarmente significativa: con ironia e rabbia racconta la disperazione della generazione esclusa, ingannata, condannata, dove l’acquisto e il guadagno sono l’unica esperienza possibile. I ragazzi passano dal comprare i prodotti sugli scaffali all’essere loro stessi prodotti, per quel “mercato del lavoro” pronto a sfruttarli, tritarli ed evacuarli. I temi trattati sono molto forti ma pieni di significato per cui vale la pena affrontarli. Uno di questi è quello del fallimento e di ciò che esso comporta: la depressione e la solitudine, per cui nessuno sembra interessato ad aiutarti, nessuno ti ascolta, nessuno ti vede, sembri quasi invisibile. Tutti premono perché ti realizzi e diventi qualcuno nella vita, caricando addosso un grande peso; sperano che un giorno tu possa diventare come loro, “i vecchi sono diventati un modello da imitare”, e nel momento in cui fallisci il “fallimento” ti sale alla testa, diventi un buono a nulla, inutile per una società fatta di grandi imprenditori. Gli adulti cercano di indirizzare i più giovani verso il percorso che loro stessi hanno compiuto, sei destinato a diventare una loro copia. “Ma non sono persone originali, i giovani, se tutto quello che hanno da fare è invecchiare”, cioè la loro vita non ha senso se non lo scopo di diventare come i loro nonni, i loro zii, i loro genitori. Quindi studiano, frequentano l’università e alla fine si laureano, ma dopo questo provano un senso di stanchezza e di inutilità, si ritrovano solo ad affrontare la loro vita, non soddisfatti delle proprie scelte perché hanno seguito come obbiettivo quello di soddisfare le aspettative altrui. Inoltre oggi i giovani non possono più occuparsi delle proprie passioni, devono adeguarsi a un mondo basato sull’economia, sui soldi, sul successo, pensano a trovare una occupazione che gli possa garantire denaro per vivere, non pensano più ad un lavoro che a loro piaccia e che possa permettergli di coltivare le proprie passioni. La società li ha educati così. Sono oppressi da una società in cui se non sei un imprenditore non vali niente, sei inutile, se non frequenti l’università, se non ti laurei hai poche speranze nel mondo del lavoro, le passioni non hanno alcuna importanza, ti piace suonare bene ma devi pensare a come riuscirai a vivere, puoi suonare ma morirai di fame. Il nostro mondo si è ridotto ai soldi, a un guadagnare e comprare; è importante la superficialità, il benessere esterno, più negozi ci sono meglio è, più tipi di uno stesso prodotto ci sono meglio è, ma la vita non è fatta solo di cibo e di vestiti, l’uomo è dotato di un animo, di passioni, di sentimenti, e in questa società non valgono niente. In “Apocalisse tascabile” viene anche affrontato il tema legato alla riflessione su di sé: “Devi riflettere su te stesso”, è quello che si sentono dire i giovani dagli adulti, ma come si a riflettere con tutte le distrazioni che ci allontanano dalla realtà e da noi stessi, come la televisione o il cellulare. Tutti si aspettano che i giovani abbiamo già chiaro il da farsi sul proprio futuro, che escano dalla “zona di comfort” per diventare dei grandi, tutti imprenditori, uomini importanti, ma nel momento in cui uno fallisce perde tutto, il fallimento ti soffoca e ti risucchia in un vortice senza fine, dove pesa più la delusione degli altri che la consapevolezza di aver fallito.