PROGETTO “LIBRIAMOCI”, INCONTRO CON CLARA FARINA
Si è svolto oggi, venerdì 15 Dicembre, nell’Aula Magna del Liceo Asproni, l’incontro con la poliedrica artista Clara Farina, dedicato alla poesia. L’iniziativa rientrava nell’ambito del progetto Poesis e del progetto Libriamoci. Di seguito alcune note a margine dell’evento.
Note sull’opera di Clara Farina, a cura della Prof.ssa Venturella Frogheri*
La parola è una potente signora, che con piccolissimo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti a calmare la paura, a eliminare il dolore, a suscitare la gioia, e ad aumentare la pietà…Gli ispirati incantesimi di parole sono apportatori di gioia, liberatori di pena. Aggiungendosi, infatti, alla disposizione dell’anima, la potenza dell’incanto, questa la blandisce e persuade e trascina col suo fascino. Viene in mente la famosa definizione che del λόγος ha dato il retore greco Gorgia (V sec. a. C.) quando si ascoltano le interpretazioni poetiche di Clara Farina. Artista poliedrica e versatile, Clara Farina, nata a Bulzi, risiede a Sassari, dove ha insegnato Italiano e Storia negli Istituti superiori, collaborando anche con l’Università di Sassari con seminari sulla lettura del testo poetico. Sono note la sua passione per il teatro, ambito nel quale è stata protagonista di vari spettacoli di poesia contemporanea in lingua sarda, e le sue collaborazioni in radio e in televisione. Giurata in diversi concorsi letterari in lingua sarda tra cui il prestigioso Premio “Ozieri, vincitrice nel 2018 del Premio “Maria Carta, ha realizzato significative trasposizioni discografiche delle sue interpretazioni poetico-canore. Recentemente ha pubblicato per i tipi della casa editrice Soter la traduzione dall’italiano al sardo della raccolta “Canto rituale” di Maria Carta e un nuovo disco intitolato “A boghe Crara”. Il titolo dell’opera evoca suggestivamente il nome dell’autrice ma richiama anche il desiderio, la volontà di cantare a voce forte e chiara i versi della poesia sarda contemporanea per dare ad essi quasi una nuova vita, attraverso la capacità interpretativa di una retzitadora di grandissimo talento, quale è Clara Farina, nel modulare la voce in sequenze ritmate da una particolarissima attenzione al significato dei componimenti scelti. Lingua e musica in Sardegna sono strettamente interrelate e la musica tradizionale sarda è in assoluto una delle più ricche ed antiche del Mediterraneo. La poesia quindi viene cantata da Clara Farina ma anche per così dire teatralizzata: il testo poetico cioè si fa vita, si fa corpo, acquista voce, espressione, permettendo all’artista di esperire efficacemente straordinarie potenzialità sonore che non soltanto sono icasticamente evocative ma divengono anche in qualche modo produttrici di senso. Si intuisce che nel momento in cui si avvicina alle parole, l’artista cerca soprattutto di captare il ritmo, il nucleo essenziale della parola, il suono sotteso alla parola – significato: attraverso i suoni, la voce, lo sguardo, le parole appaiono come fili invisibili che creano un legame ed un profondo coinvolgimento psicagogico in chi ascolta.
Se è vero che la poesia di per se stessa vive nelle immagini per comporsi nel gioco delle metafore, delle analogie e della musica, nel ritmo e nella metrica, e d’altra parte ogni testo in versi è come una sorta di partitura fonoritmica, è chiaro che l’espressione poetica determina una ricchissima serie di stimoli non soltanto concettuali ma anche e soprattutto emotivi. Clara Farina con la sua opera realizza una esperienza estetica dunque che impegna la voce, lo sguardo, l’espressione del volto, i gesti: un vero e proprio teatro della parola – musica aperto a profonde risonanze e consonanze, in grado di recuperare o far rivivere idealmente le valenze della esecuzione orale – aurale che tradizionalmente appartengono alla poesia sarda, e che hanno il potere di rendere ogni volta nuovi i significati e i sensi del testo. E’ciò che avviene in quella che viene generalmente definita poetica “performativa”, che altro non significa se non ri-creare il testo poetico attraverso una vera e propria actio, che rimanda al significato etimologico di poesia derivante dal verbo greco poieĩn, ossia fare.
L’opera di Clara Farina è sicuramente da considerarsi soprattutto come un vero e proprio atto d’amore per la poesia sarda e per il patrimonio musicale così ricco e variegato nelle sue espressioni quale quello della nostra terra. Colpisce profondamente la grande passione che la anima, evidente frutto di ricerche accurate e di rigorosa attenzione alle parole. Un canto, il suo, che genera incantesimi evocativi di magiche suggestioni poetiche.
*Docente di Lettere al Liceo Asproni