ERASMUS+, LA VOCE DEI PROTAGONISTI
Anna e Samuel raccontano la loro esperienza di mobilità lunga in Francia
1) Cosa vi ha spinto a candidarvi per questo progetto?
Abbiamo deciso di candidarci per questo progetto perché entrambi avevamo il desiderio di vivere una quotidianità diversa, di visitare nuovi posti e di arricchire la nostra padronanza linguistica della lingua francese. Quando ci hanno selezionato, eravamo sicuramente felicissimi, ma come è giusto che sia, anche un po’ preoccupati; sicuri che sarebbe stata un’opportunità per crescere, maturare e raggiungere i nostri obbiettivi personali, ci siamo messi in gioco con grande entusiasmo.
2) La città che vi ha accolto vi è piaciuta?
Molto! Pessac è una città tranquilla e serena; è fornita di tutti i servizi che la collegano facilmente a Bordeaux che è sicuramente più grande e caotica. E’ un posto piacevole per uscire con gli amici e fare cose alternative.
3) Come erano strutturate le vostre giornate?
La nostra giornata scolastica iniziava alle 8:00 con il suono della campanella, che in realtà è una canzone che cambia ogni settimana; abituati come eravamo al classico suono della campanella del nostro liceo, il primo giorno siamo rimasti molto sorpresi! Nella scuola che ci ha accolto, l’Ensemble Scolaire “Jeanne d’Arc Assomption”, le lezioni sono di 50 minuti ciascuna, ma a differenza dell’Italia, sono gli alunni a spostarsi di classe in classe, aspettando che arrivi il prof ad aprire l’aula. Come i nostri coetanei francesi, abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo a scuola, perché le lezioni si svolgono anche il pomeriggio e si termina ad orari diversi, a seconda della giornata. Inoltre ci sono due ricreazioni di 20 minuti ciascuna tra mattina e pomeriggio, più una pausa pranzo di un’ora perché i ragazzi mangiano in mensa; volendo si è però liberi di uscire autonomamente quando non si ha lezione. Nel pomeriggio, non avendo tanti compiti a casa, perché il lavoro viene svolto soprattutto a scuola, siamo riusciti a stare molto con le famiglie, ma anche ad uscire con gli amici e a visitare la città. Siccome la settimana scolastica dura dal lunedì al venerdì, il weekend ne abbiamo approfittato per riposarci, ma anche per rimanere al passo col programma italiano.
4) Pensate che questa esperienza abbia contribuito in qualche modo alla vostra maturazione?
Sì, certo! Questa esperienza ci ha aiutato a crescere: ci sentiamo più indipendenti e maturi rispetto al primo giorno in cui siamo arrivati. Inoltre uscire da una piccola realtà come la Sardegna, per quanto possa starci a cuore, ci ha aiutato ad aprire gli occhi al Mondo. A livello personale entrambi siamo riusciti a superare quella naturale timidezza iniziale nel relazionarci con nuove persone e a prendere iniziative, che prima probabilmente non avremmo osato.
5) Se doveste trovare una cosa che non è andata per il verso giusto quale indichereste?
Molto probabilmente l’accoglienza ricevuta a scuola, perché pur essendoci ritrovati circondati da persone gentili e disponibili, crediamo che in Sardegna siamo, per carattere, più ospitali e accoglienti. Ma abbiamo capito che si tratta di differenze culturali che devono essere accettate. In generale i professori francesi sono stati attenti e comprensivi nei nostri confronti.
6) Avete trovato delle attinenze, seguendo i corsi in Francia, con lo studio delle discipline da voi affrontate in Italia?
Si, abbiamo trovato delle attinenze seguendo alcune lezioni; ad esempio abbiamo seguito delle lezioni che trattavano argomenti che avevamo già fatto gli anni scorsi, ma in altre erano del tutto nuovi. Nelle materie scientifiche dobbiamo ammettere che affrontano gli argomenti in maniera più approfondita rispetto alla scuola italiana; nelle lingue straniere invece, pur essendo un liceo “sans frontière” e quindi con un’attenzione particolare rivolta all’insegnamento delle lingue straniere, crediamo di avere un livello più alto del loro.
7) Avete cambiato le vostre abitudini di vita?
Abbiamo sicuramente cambiato le nostre abitudini alimentari; infatti, come già sapevamo, in Francia hanno un’alimentazione completamente diversa da quella che abbiamo in Sardegna. Inoltre ci siamo dovuti abituare a mangiare ad orari completamente diversi, come per esempio a volte, pranzare anche alle 14:30/15:00 oppure cenare verso le 22:00. Ci siamo anche abituati a non andare a scuola il sabato e quindi ad avere più tempo nel weekend per riposarci. Io (Samuel) mi sono dovuto abituare a svegliarmi più presto la mattina rispetto a quando andavo a scuola a Nuoro.
8) Cosa vi è piaciuto di più?
Le cose che ci sono piaciute di più di questa esperienza, sono stati sicuramente tutti i bellissimi momenti passati assieme alla famiglia, le passeggiate, le serate in casa con amici, durante le quali abbiamo ballato, cantato, giocato a indovinare le bandiere, riso e anche condiviso un po’ della nostra cultura. Ci è piaciuta un sacco anche Parigi, che grazie alle nostre famiglie ospitanti abbiamo avuto la possibilità di visitare: siamo rimasti affascinati da questa bellissima città, dove sicuramente vogliamo tornare.
9) A conclusione di questa esperienza, cosa vi aspettate che rimanga?
Speriamo di continuare a tenere il bel rapporto che abbiamo instaurato con le famiglie francesi: non sarà difficile visto che ora ospitiamo a nostra volta, le nostre corrispondenti francesi Eva e Carla. Ci auguriamo inoltre di conservare e anzi di migliorare la nostra competenza in francese.
10) Se doveste definire l’Erasmus in tre parole, quali usereste?
Se dovessimo descrivere questa esperienza in tre parole sicuramente useremmo: crescita personale, diversità, spirito di adattamento.
11) Se doveste proporre questa esperienza ad altri ragazzi della vostra scuola, cosa direste loro?
Asproniani, se mai nella vostra esperienza scolastica vi capiterà di avere la possibilità di partire per un’esperienza Erasmus+, FATELA! Vi possiamo assicurare che non ve ne pentirete. Avrete l’opportunità di conoscere nuovi Paesi, di relazionarvi con persone appartenenti a culture diverse dalla nostra, di viaggiare e vedere nuovi posti e al tempo stesso di imparare a conoscere meglio voi stessi. Sicuramente potrà capitarvi a volte di trovarvi in situazioni poco piacevoli, ma come abbiamo fatto noi, armatevi di coraggio, lasciate da parte la vergogna e agite, non rimanete sulle vostre, perché saranno proprio queste esperienze a farvi crescere e maturare. Inoltre con questa esperienza vivrete delle emozioni uniche ogni singolo giorno. Non dovete però farvi impaurire dal fatto che al vostro rientro dovrete recuperare tutto il programma perché i professori saranno sicuramente comprensivi e vi aiuteranno. Per finire, questa è un’esperienza di vita che sicuramente vi aiuterà a crescere e diventare quello che poi sarete un domani.
Anna Grazia Patteri e Samuel Dettori