“ALBERT EINSTEIN E LA PERSECUZIONE NEGLI ANNI DEL NAZISMO” di Maria Grazia Mele (2^B)
Albert Einstein, scienziato di fama mondiale, visse fra il 1879 e il 1955.
Egli come tutti gli altri ebrei durante questo periodo storico, dovette far fronte all’antisemitismo e ad una forte discriminazione persino in campo scientifico, tantoché ricevette numerose lettere con minacce di morte e rischiò persino la vita durante una delle sue lezioni, in seguito alle minacce di un gruppo di suoi alunni (1920).
Le sue teorie vennero criticate e ci furono molti tentativi di invalidarle, ai quali lui rispose nel “Berliner Tageblatt” con l’articolo “La mia risposta” in cui affermava che se non fosse stato per la sua etnia, nessuno lo avrebbe messo in discussione in tale misura.
Quando Hitler salì al potere in Germania e la situazione si fece troppo pericolosa, Einstein si trasferì negli Stati Uniti e nel 1939 assieme al suo collega Szilard, inviò una lettera al presidente Roosevelt, dichiarando che la Germania stava lavorando ad un nuovo tipo di bombe e che gli Stati Uniti avrebbero dovuto iniziare a fare lo stesso. Nonostante questo ne scoraggiò fortemente l’utilizzo, in quanto si trattava di bombe atomiche (la lettera dei due scienziati portò alla nascita del Progetto Manhattan). Einstein continuò a lavorare e studiare negli Stati Uniti anche dopo la seconda guerra mondiale, fino alla morte.