Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto recante le Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. A partire dall’anno scolastico 2024/25, i curricoli di Educazione civica si riferiranno dunque ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come individuati dalle nuove Linee guida che sostituiscono le precedenti.
Nell’arco delle 33 ore annuali previste per la disciplina, i docenti potranno proporre attività che sviluppino conoscenze e abilità relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto.
Si rende noto che da lunedì 29 luglio 2024 la sede provvisoria del Dirigente scolastico e degli uffici amministrativi si trova presso l’edificio di via Asiago n. 2.
Gli orari di ricevimento del pubblico non sono modificati: ore 11.30 – 13.30 dal lunedì al venerdì.
Non vi sono modifiche al numero telefonico del centralino raggiungibile al 0784 35043
Al fine di consentire di perfezionare la domanda di iscrizione alla prima classe, i genitori potranno presentarsi presso gli uffici di segreteria, secondo gli orari che saranno indicati nei prossimi giorni con un contatto telefonico, per consegnare personalmente:
1. Una fototessera del nuovo iscritto/a
2. La copia documento di identità + del codice fiscale dello studente
3. La copia del documento di identità di entrambi i genitori
4. Il certificato sostitutivo di licenza media
5. Il certificato delle competenze
6. Eventuale certificazione medica riguardante gli studenti portatori di BES (bisogni educativi speciali) o stati di salute di particolare rilievo.
All’atto del ricevimento:
a) dovranno essere compilate alcune autocertificazioni
b) occorrerà adottare l’eventuale scelta alternativa all’insegnamento della Religione (si potrà compilare il modulo per l’assunzione di responsabilità in caso di uscita anticipate rispetto all’orario delle lezioni)
c) si dovrà sottoscrivere il patto di corresponsabilità
Il Dirigente scolastico avvisa gli alunni e i genitori, il personale docente e ATA ed eventuali altri interessati, che sono in vendita i beni fuori uso, obsoleti e non più utilizzabili, di cui all’elenco allegato al presente avviso. Gli interessati trasmettono una manifestazione di interesse, sottoscritta dal legale rappresentante nel caso di persone giuridiche, che o da soggetto privato da trasmettersi tramite consegna a mano presso gli uffici amministrativi del Liceo ginnasio “G. Asproni” con accesso da via Deffenu, oppure mediante raccomandata A/R, entro il 4 luglio alle ore 10,00. Le offerte devono indicare esattamente il corrispettivo offerto, che non potrà essere inferiore al prezzo di stima calcolato dalla Commissione, secondo i criteri di cui all’art.34, comma 1 del D.I.129/2018; la Commissione ha indicato un prezzo forfettario per ogni bene, atteso che le spese di trasporto saranno a carico dell’acquirente. I soggetti interessati trasmetteranno una manifestazione di interesse all’acquisto di uno opiù beni oggetto di cessione, specificando il bene e l’eventuale quantità. La gara sarà aggiudicata al migliore offerente anche in presenza di una sola offerta. L’aggiudicazione verrà effettuata dalla Commissione che procederà alla verifica della regolarità delle buste pervenute, nonché alla valutazione delle offerte ivi contenute e all’assegnazione dei beni . A parità di offerta, si procederà all’aggiudicazione secondo le seguenti preferenze: sorteggio pubblico. In caso di aggiudicazione della gara, l’acquirente garantirà, con formale dichiarazione scritta, quanto segue: – di sollevare l’istituto da qualsiasi responsabilità connessa all’utilizzo futuro del bene acquistato; – di farsi carico delle spese di trasporto; – di stipulare il contratto di cessione dei beni entro e non oltre quindici giorni dall’aggiudicazione definitiva; – di saldare il corrispettivo pattuito attraverso il sistema Pago Pa, entro e non oltre sette giorni dalla stipula del contratto con la contestuale consegna dell’attestazione di versamento di quanto pattuito sul conto corrente bancario della scuola.
Si precisa che i beni possono essere visionati nei seguenti orari: – dal lunedì al venerdì dalle ore 11,30 alle ore 13,00
La graduatoria sarà pubblicata nel sito internet della scuola. Nel caso in cui la gara dovesse andare deserta, i beni potranno essere ceduti a trattativa privata o a titolo gratuito secondo quanto stabilito dall’art.34, comma 3, del DI. 129/2018 e, in mancanza, saranno destinati allo smaltimento, nel rispetto delle vigenti normative in materia di tutela ambienatle e di smaltimento. I dati contenuti nella manifestazione di interesse, da rilasciare obbligatoriamente ai fini del procedimento in atto, saranno trattati dall’istituzione scolastica, in qualità di titolare, esclusivamnete nell’ambito del procedimento stesso, nel rispetto delle disposizionivdi cui al D.Lgs.196/2003, come modificato dal D.Lgs.101/2018, nonché in conformità con il Regolamento UE n. 679/2016. Per chiarimenti e informazioni, in ordine alla procedura su può contattare il settore competente all’indirizzo mail:
NUPC010006@ISTRUZIONE.IT
Ai sensi dell’Art. 5 della Legge 241/1990, il RUP del procedimento è il Dirigente Scolastico.
A tutti i giovani raccomando: aprite i libri con religione, non guardateli superficialmente, perché in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri. E richiudeteli con dignità quando dovete occuparvi di altre cose. Ma soprattutto amate i poeti. Essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruivi tombe, o simulacri, ma altari. Pensate che potete camminare su di noi come su dei grandi tappeti e volare oltre questa triste realtà quotidiana.
Un pensiero affettuoso dal Dirigente scolastico del Liceo Asproni di Nuoro, Prof. Antonio Fadda
Dopo un anno di lezioni di carattere storico e teorico sul mondo dello scatto, la conclusione del percorso didattico dell’opzionale di Teoria e tecniche della comunicazione ha visto la presenza di un professionista del territorio.
Il fotografo Alessandro Cucchi, dello “Studio 25” di Siniscola, ha offerto le sue conoscenze e competenze acquisite sul campo attraverso una lectio sulle regole della fotografia, dagli aspetti più tecnici alle libertà artistiche. Introdotto dal docente esterno Mauro Piredda, titolare del corso in questione, Cucchi ha aperto un’ulteriore finestra sul mondo dei ritratti di luce.
Ed è proprio dai concetti di luce e ombra che il professionista ha dato alcune dritte, anche con esempi pratici di impostazione manuale degli strumenti portati con sé per l’occasione.
Munito di macchine analogiche e digitali, necessarie per spiegare la transizione ormai da tempo avvenuta, l’esperto si è soffermato anche sulla larghissima accessibilità alla fotografia determinata dalla diffusione degli smartphone.
Ma è sulla macchina in sé che si è svolto l’approfondimento, spiegandoci le aperture del diaframma, le sensibilità del sensore, l’utilizzo di diversi obiettivi e le differenze tra loro.
«Queste – ha affermato Cucchi mostrando una serie di dati e combinazioni da adottare a seconda dell’ambiente e dei soggetti da fotografare – sono le regole fondamentali che chiunque si avvicini al mondo dello scatto deve rispettare. Ma una volta apprese, se vogliamo passare a un differente livello di creatività, se vogliamo padroneggiare la fotografia artistica, dovremmo anche essere capaci di stravolgerle».
Proposti alcuni esempi di foto realizzate in contesti diversi e opposti.
L’incontro con il professionista Cucchi chiude così un percorso nel quale sono state studiate le evoluzioni del medium (da Niepce e Daguerre in poi), le funzioni, i generi (dal ritratto alla fotografia di viaggio, dalle foto nelle scene del crimine alla propaganda, dal fotogiornalismo alla foto sociologica), i movimenti artistici (dal pittorialismo al dadaismo), i protagonisti (da Nadar a Tina Modotti) di questa forma artistica che fissa ed eterna i tasselli di un mondo in costante movimento.
All’incontro hanno partecipato anche Paolo Pisano della 1A e Federico Siotto della 1B, entrambi dell’opzionale di Linguaggi della Comunicazione.
Elene Moledda e Marika Tiana (2A), Marianna Pulloni e Aida Sedda (2B), Cristiano Castangia (2C)
Il video della classe 4° C condensa, alla fine di un anno scolastico impegnativo e stimolante, esperienze, riflessioni, confronti su una tematica che da sempre è attuale: quanto spazio si dà alla voce delle donne? Donne che hanno vissuto intensamente la loro realtà, come le eroine del teatro greco: come Antigone che disubbidisce alla legge dello Stato per amore della famiglia. Come Lisistrata, che organizza uno sciopero del sesso per far terminare la guerra. Come pure la sventurata Clitemnestra, che uccide il marito nella vasca da bagno con un’accetta, quando torna dalla guerra, perché prima di partire aveva ucciso la loro figlia. Lo spunto è il programma di letteratura greca, lo strumento, l’applicazione delle competenze sviluppate nel laboratorio di Intelligenza Artificiale. La supervisione della docente di Greco, prof.ssa Maria Teresa Porcu, accompagna il lavoro che la classe presenta così: “Abbiamo voluto rappresentare una Grecia alternativa, un mondo al contrario, dove le donne decidono di proporsi come guida del popolo, candidandosi per diventare strateghe. Hanno dato vita alla lista “Eleutheria”, che vuol dire “Libertà” per permettere alle donne e ai bambini di vivere una vita dignitosa, sicura e tutelata”.
Note a margine del Progetto “Immaginando Gramsci”, a cura di Venturella Frogheri
I ragazzi della IVB e della IV C hanno ottenuto il Primo Premio al Concorso “Immaginando Gramsci”. Il prestigioso riconoscimento è stato dato ad un progetto coordinato dai proff. Venturella Frogheri e Antonio Piu, la cui realizzazione ha preso avvio da una azione di ricerca e di attenta lettura di documenti di Antonio Gramsci inerenti il tema della istruzione, della formazione, della paideia, del ruolo della scuola.
I ragazzi impegnati nel progetto hanno realizzato un COMPITO DI REALTÀ, ossia una situazione-problema, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite, mettendo in pratica capacità di problem-solving e diverse abilità in relazione all’attività all’interno di contesti sociali moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica.
Si è inteso in tal modo, attraverso la realizzazione di tale progetto, costruire qualcosa di concreto dal punto di vista didattico e formativo, e consentire agli allievi di cimentarsi in una performance, svolta nei due gruppi classe perché potesse contemplare momenti di condivisione e coinvolgere tutti, nell’intento di permettere uno spazio di autonomia e responsabilizzazione di ciascuno. Naturalmente, per essere efficace, il compito di realtà deve avere una connessione evidente e diretta con il mondo reale ed una esplicita significatività per gli alunni che vengono sollecitati e motivati dalle sfide che in esso si propongono. Pensare il compito di realtà in questi termini ha significato prevedere per la sua realizzazione differenti modalità di azione e percorsi di soluzione, stimolando contemporaneamente l’impiego di processi cognitivi complessi: il ragionamento, il transfert, il pensiero critico e divergente.
In modo particolare è stato sfruttato il canale radio AGORADIO finalizzato alla creazione di podcast. In seguito è stata simulata la realizzazione di una rubrica radiofonica, dal titolo “La macchina del tempo – le interviste impossibili.
Il focus della trasmissione ha riguardato il tema della istruzione e della formazione secondo il pensiero gramsciano. Gli alunni, nella parte dei redattori e dei giornalisti, hanno costruito un profilo di Gramsci, hanno accostato la sua straordinaria figura di intellettuale a uomini e donne del nostro tempo nei quali idealmente vive il suo impegno etico, la sua determinazione nel difendere i propri convincimenti, il coraggio delle proprie idee. Quindi hanno costruito le domande e rielaborato le risposte tratte dai testi di Antonio Gramsci preliminarmente letti ed analizzati con particolare attenzione. E’ stata quindi realizzata la trasmissione registrata in podcast e in video con lo scopo di condividere gli esiti della riflessione ed offrire spunti e sollecitazioni critiche in merito ai temi suddetti. La realizzazione di tale compito di realtà è da ritenersi sicuramente molto positiva ed ha coinvolto tutti gli alunni, consentendo una lettura attenta ed una serie di approfondimenti critici relativi alla figura e al pensiero di Antonio Gramsci, e rispondendo a significativi criteri guida legati appunto al compito di realtà: in ogni classe il compito è nato da una progettualità intenzionale, risponde a uno stimolo della realtà, ad una esigenza del contesto sociale, ha richiesto azioni precise degli allievi, attività laboratoriali concrete con risvolti pratici e operativi.
Inoltre è stata una occasione didattica particolarmente importante poichè ha offerto agli allievi spazi di responsabilità e autonomia, in quanto essi sono stati coinvolti nel produrre un risultato, nel contribuire a portare a termine un compito complesso per il quale occorre il contributo di tutti, attinente al quotidiano, al vissuto, all’esperienza, non unicamente riferibile ad un sapere teorico, astratto, avulso dal contesto. Ed ancora ha permesso di mettere in gioco competenze molteplici, di attivare i vari aspetti della persona, in modo non estraneo al percorso didattico, anzi tale da necessitare delle discipline quali strumenti per realizzarlo. Un progetto in qualche modo pluridisciplinare e portatore di apprendimenti anche metodologici, strategici, metacognitivi ed auto-consapevolizzante nella misura in cui genera stimoli, motivazioni, spunti di autovalutazione, assunzioni di responsabilità. Da sottolineare anche il fatto che sia stato elaborato socialmente, realizzato cioè attraverso la contestualizzazione e la condivisione sociale delle informazioni. Ci piace pensare che la realizzazione di questo progetto abbia costituito una occasione privilegiata per permettere ad ogni alunno di apprendere e soprattutto di interiorizzare in maniera efficace ed autentica il significato profondo della riflessione paideutica di Antonio Gramsci, un intellettuale che ancora offre sollecitazioni critiche di fondamentale importanza per una sempre più profonda consapevolezza di sé.
L’ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO, FATTA DALL’ALUNNO DI 4^B GIUSEPPE OBINU, DI FRONTE ALLA COMMISSIONE
“Buongiorno a tutti! Prima di esporre cos’ha significato per noi lavorare a questo progetto, riteniamo sia doveroso e necessario ringraziare: gli organizzatori di questa splendida iniziativa sulla figura dell’onorevole Antonio Gramsci; la docente prof.ssa Venturella Frogheri e il docente prof. Antonio Piu coordinatori del progetto. Vorrei esporre a nome di tutti i miei compagni ciò che ha significato per noi lavorare a questo progetto, nell’intento di onorare nella maniera più dignitosa la memoria dell’onorevole Gramsci. Si è trattato di un progetto portato a compimento grazie alla collaborazione di ciascuno dei partecipanti, infatti solo attraverso la cooperazione fra individui si sarebbe potuto ottenere un simile risultato con un ricco percorso alle spalle. Per usare una metafora, possiamo affermare che ciascuno ha contribuito a porre un mattoncino nel comune obbiettivo di edificare un grande monumento. Siamo stati in grado di perseguire con impegno un comune obbiettivo, che oggi ci rende fieri e lieti d’essere premiati come vincitori di questo concorso, e nel fare ciò abbiamo certamente migliorato la nostra abilità nel dialogo interpersonale. Una qualità, quella di saper dialogare, fondamentale nella vita in società, a cui ci interfacciamo quotidianamente. Dialogare infatti permette l’espressione libera delle proprie idee e la contemporanea tolleranza delle idee altrui, veicolate da un comune senso di rispetto fra le parti: il dialogo così diventa fonte universale di arricchimento intellettuale e culturale. Ebbene noi oggi siamo fortunati a poter esprimere la nostra opinione nell’ambito della società democratica in cui viviamo, sapendo di non subire ripercussioni che possano attentare ala nostra libertà, la quale fortunatamente è tutelata dalla nostra Costituzione. Studiare la vicenda dell’onorevole Gramsci ci rende più consapevoli della fortuna del nostro tempo, infatti come sappiamo, purtroppo, la libertà fu negata all’onorevole ed a tutti coloro che avevano posizioni differenti a quelle del regime fascista. Studiare Gramsci, grazie a quest’iniziativa, ci ha consentito di divenire più consapevoli cittadini, ed anche indubbiamente ci ha portato a non dare per scontate le grandi conquiste dell’umanità, come l’affermarsi della democrazia. Questo lavoro ci ha consentito una maggiore formazione ed una maggiore istruzione, che già Gramsci stesso riteneva la sola chiave che, veicolata attraverso lo studio, potesse garantire il progresso verso una società migliore, più umana. E nell’affermare ciò ci rifacciamo a una celebre frase di gramsciana memoria “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”. In questa celebre espressione pronunciata dall’onorevole Gramsci si può notare un passaggio dalla seconda persona plurale alla prima persona plurale; si può affermare così come l’impegno di ciascuno nel ricercare la migliore istruzione si orienta al bene della collettività, della società in cui tutti viviamo, per la creazione di un mondo migliore che necessita di grande intelligenza: lo sviluppo delle piene facoltà intellettive, sembra quasi banale dirlo, ma passa dall’istruzione. La massima espressione del pensiero umano porta in ciascuno una presa di consapevolezza, e si concretizza nelle decisioni che scegliamo di adottare. Non è ammissibile pensare di non prendere posizioni e restare indifferenti, soprattutto in un contesto come il nostro il quale invece favorisce la libera espressione, ed in ciò ci rifacciamo nuovamente alle parole dell’onorevole Gramsci “Odio gli indifferenti”. Ciascuno di noi esce più consapevole da quest’esperienza, più consapevole di dovere prendere una posizione orientata al bene, la quale possa consentire il progresso sociale, e la massima espressione dell’ umanità. Grazie a tutti.”
Discipline coinvolte: Prof.ssa Venturella Frogheri: Lingua e cultura latina; Prof.ssa Alessandra Carta: Lingua e letteratura italiana; Prof.ssa Maria Teresa Porcu: Lingua e cultura greca; Prof.ssa Antonella Spada: Storia; Prof.ssa Carmen Garfias: Storia dell’Arte
Quella che seguono è una sintesi di un percorso di riflessione critica sul tema del rapporto Potere e Gerarchie sviluppato dagli alunni della classe IV C. Il lavoro è fondato su contenuti curricolari legati al percorso della classe ed ha visto impegnati gli alunni in azioni di cooperative learning che ha coinvolto attivamente tutti gli allievi permettendo loro di sviluppare e incrementare azioni di reciproca collaborazione ispirate al rispetto, alla solidarietà, allo spirito di squadra, alla responsabilità, alla capacità di gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali, alla comunicazione efficace e propositiva. Il tema scelto ha riguardato i seguenti contenuti: il rapporto intellettuale e potere nell’età della controriforma, nel Seicento e nell’età dei Lumi; il passaggio dalla liberà della res publica al principato, l’età augustea e la figura di Augusto tra luci ed ombre di un dominatore; ed ancora i Filosofi illuministi e il potere, l’Illuminismo giuridico. Montesquieu (la teoria della divisione del potere), Voltaire (la tolleranza religiosa) e Beccaria (tortura e pena di morte). Inoltre i rapporti tra Arte e Potere nella cultura Rinascimentale. Si è inoltre affrontato il tema del potere gestito da una donna con l’analisi della figura di Clitemnestra.
Nella trasmissione dei contenuti si è cercato di sottrarre i singoli ambiti disciplinari ad una logica di rigida ripartizione per così dire settoriale per fare in modo che gli alunni maturassero la consapevolezza della unitarietà del sapere, da non intendersi “per compartimenti stagni” ma in ordine ad una visione organica delle conoscenze, da acquisire ed interiorizzare in maniera autentica, per formare integralmente la persona attraverso lo sviluppo di competenze trasversali e disciplinari mediante una azione didattica di tipo laboratoriale. Per la classe il prodotto finale di tale percorso si è configurato nell’ambito della realizzazione di un COMPITO DI REALTÀ, ossia di una situazione-problema, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite, mettendo in pratica capacità di problem-solving e diverse abilità in relazione all’attività all’interno di contesti sociali moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica. Si è inteso in tal modo, attraverso la realizzazione di tale progetto, costruire qualcosa di concreto e consentire agli allievi di cimentarsi in una performance, svolta nel gruppo classe perché potesse contemplare momenti di condivisione e coinvolgere tutti, nell’intento di permettere uno spazio di autonomia e responsabilizzazione dell’allievo. Naturalmente per essere efficace, il compito deve avere una connessione evidente e diretta con il mondo reale e una esplicita significatività per gli alunni che vengono sollecitati e motivati dalle sfide che in esso si propongono. Pensare il compito di realtà in questi termini ha significato prevedere per la sua realizzazione differenti modalità di azione e percorsi di soluzione, stimolando contemporaneamente l’impiego di processi cognitivi complessi: il ragionamento, il transfert, il pensiero critico e divergente. In modo particolare è stato sfruttato il canale radio AGORADIO ed è stata ideata e realizzata, attraverso una prospettiva dialettica tra opposizione e consenso, una serie di interviste impossibili ad intellettuali antichi e contemporanei da proporre all’interno della trasmissione radiofonica “Giornalisti per un giorno”, con realizzazione finale di podcast.
Attività cruciale del progetto è l’attività orientativa e di decision making, vista e considerata come prerequisito strategico dell’attività cooperativa elaboratoriale: motivazione, consapevolezza del percorso, rappresentazione degli obiettivi, efficace interazione insegnante/alunno, esplorazione delle proprie risorse personali, applicazione di saperi, crescita di responsabilità per imparare ad agire in modo autonomo.
Discipline coinvolte: Prof.ssa Venturella Frogheri: Lingua e cultura latina, Lingua e cultura greca; Prof. Antonio Piu: Filosofia; Prof. Marco Vargiu: Storia dell’Arte; Prof.ssa Mirella Pellegrini: Scienze; Prof.ssa Carmela Falcone: Fisica
Le considerazioni di seguito proposte intendono configurarsi come una sorta di sintesi di un percorso di riflessione critica sul tema del rapporto uomo e natura (homo artifex vs. natura creatrix) che si è declinato per gli alunni della classe IV B. Il lavoro è fondato su contenuti curricolari legati al percorso della classe ed ha visto impegnati gli alunni in azioni di cooperative learning che, facendo leva sulle risorse del gruppo classe, ha coinvolto attivamente tutti gli allievi permettendo loro di sviluppare e incrementare azioni di reciproca collaborazione ispirate al rispetto, alla solidarietà, allo spirito di squadra, alla responsabilità, alla capacità di gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali, alla comunicazione efficace e propositiva. Il tema scelto ha riguardato l’“ecologia” nel senso comune di “coscienza e rispetto ambientale” e in particolare la relazione spesso conflittuale tra l’uomo e e l’ambiente, per riflettere sul futuro dell’umanità. La nostra epoca, definita come l’era della plastica, offre un paesaggio legato allo smog, alla frequenza di alluvioni, di piogge acide, di deforestazione, di riscaldamento globale e in generale di forte inquinamento. A partire da una serie di considerazioni in ordine al tema di matrice classica del rapporto tra Natura creatrix e homo artifex si sono dipanate una serie di riflessioni inerenti alla visione della natura nel mondo latino e greco, tra locus amoenus e locus horridus, nonché l’idealizzazione del paesaggio e la realtà del lavoro, il rapporto concreto dei Romani con la terra e i problemi ambientali nel mondo greco e romano, con particolari richiami agli autori dell’età augustea (Virgilio, Orazio, Ovidio, i poeti elegiaci). Nella prospettiva degli antichi si è riflettuto circa la speculazione teorica intorno al ruolo dell’uomo al centro della natura, il determinismo ambientale. La riflessione si è poi orientata sul mondo moderno con considerazioni legate a modernità e dominio sulla natura dal Naturalismo rinascimentale alla Rivoluzione scientifica, attraverso la riflessione di Telesio, Bacone e Galileo. Ed ancora la meccanizzazione e lo sfruttamento della Natura, dalle “Enclosures” inglesi, primo passo verso la nascita del Capitalismo, agli anni della Rivoluzione industriale. Per quanto riguarda l’ambito più propriamente scientifico, a partire dall’assunto per cui nella natura tutto il mondo è una farmacia che non possiede neppure un tetto e che la salute ha il colore della natura, sono stati affrontati temi riguardanti l’ecologia, i farmaci e l’inquinamento ambientale, l’effetto serra e il riscaldamento globale, lo sfruttamento dell’ambiente, i cambiamenti climatici, etc., con riflessioni sullo sviluppo tecnologico e la sostenibilità ambientale, attraverso una analisi che si è valsa di strumenti di analisi e di organizzazione di dati numerici. Una comprensione completa di tali fenomeni necessariamente richiede un approccio interdisciplinare, che integri conoscenze e metodi di diverse discipline, da intendersi quale forma distimolo allo studio, finalizzato a scoprire i legami tra le materie e l’attualità, volto a stimolare la curiosità e la creatività e a favorire l’apprendimento per tutti. Nella trasmissione dei contenuti quindi si è cercato di sottrarre i singoli ambiti disciplinari ad una logica di rigida ripartizione per così dire settoriale per fare in modo che gli alunni maturassero la consapevolezza della unitarietà del sapere, da non intendersi “per compartimenti stagni” ma in ordine ad una visione organica delle conoscenze, da acquisire ed interiorizzare in maniera autentica, per formare integralmente la persona attraverso lo sviluppo di competenze trasversali e disciplinari mediante una azione didattica di tipo laboratoriale. Per la classe il prodotto finale di tale percorso si è configurato nell’ambito della realizzazione di un COMPITO DI REALTÀ, ossia di una situazione-problema, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite, mettendo in pratica capacità di problem-solving e diverse abilità in relazione all’attività all’interno di contesti sociali moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica. Si è inteso in tal modo, attraverso la realizzazione di tale progetto, costruire qualcosa di concreto e consentire agli allievi di cimentarsi in una performance, svolta nel gruppo classe perché potesse contemplare momenti di condivisione e coinvolgere tutti, nell’intento di permettere uno spazio di autonomia e responsabilizzazione dell’allievo. Naturalmente per essere efficace, il compito deve avere una connessione evidente e diretta con il mondo reale e una esplicita significatività per gli alunni che vengono sollecitati e motivati dalle sfide che in esso si propongono. Pensare il compito di realtà in questi termini ha significato prevedere per la sua realizzazione differenti modalità di azione e percorsi di soluzione, stimolando contemporaneamente l’impiego di processi cognitivi complessi: il ragionamento, il transfert, il pensiero critico e divergente. In modo particolare è stato sfruttato il canale radio AGORADIO ed è stata simulata nel gruppo classe la realizzazione di un format così configurato: una simulazione di trasmissione radiofonica e televisiva (talk show) che ha previsto i seguenti programmi:
Trasmissione di una rassegna stampa, nella quale i conduttori hanno portato all’attenzione del pubblico e commentato una serie di articoli di diverse testate giornalistiche legati appunto al tema del rapporto tra uomo e ambiente.
Tavola rotonda (talk show) con alcuni ragazzi nel ruolo di esperti (scrittori, scienziati, giornalisti, etc.) ciascuno portavoce di interpretazioni diverse sul tema, per favorire il dibattito, con domande e risposte
Interventi “da casa” ai giornalisti e agli esperti in studio, con domande, riflessioni e contributi critici sui temi emersi
Registrazione podcast audio e registrazione video,
E’stata quindi curata la realizzazione di un documento audio nel quale i ragazzi hanno espresso le loro considerazioni sul percorso realizzato, le loro impressioni, ciò che ritengono di avere appreso in termini di conoscenze ma anche sull’esperienza del lavoro di gruppo (spirito di collaborazione, solidarietà, aiuto reciproco, etc.): una sorta di backstage o “dietro le quinte” che è stato una ulteriore occasione di confronto.
Giungono alla 3^ edizione le Olimpiadi Debate al Liceo Asproni. Giovedi 30 maggio, a partire dalle ore 9, nell’Aula informatica di Via Asiago, si svolgerà la fase eliminatoria a conclusione della quale verrà individuata la squadra del Biennio che affronterà, nella sessione finale di mercoledì 5 giugno, le squadre del Triennio.
Il «debate» è una metodologia didattica finalizzata ad acquisire competenze trasversali («life skill»), tale da favorire negli studenti l’apprendimento cooperativo (cooperative learning) e l’educazione tra pari (peer education). Consiste in un confronto di opinioni che prevede che la posizione a favore o contro possa essere anche non condivisa dai debaters, che pure devono essere in grado di portare le argomentazioni adeguate, citando opportunamente le fonti, con regole di tempo e di correttezza, senza pregiudizi e prevaricazioni, nell’ascolto e nel rispetto delle opinione altrui, dimostrando di possedere flessibilità mentale e apertura alle altrui visioni e posizioni.
Dal tema scelto prende il via il dibattito, una discussione regolata da norme e tempi precisi, (che saranno preventivamente condivisi con i partecipanti), preparata con esercizi di documentazione ed elaborazione critica; il debate aiuta i giovani a cercare e selezionare le fonti, formarsi un’opinione e maturare la propria consapevolezza culturale, sviluppare competenze di tipo espressivo – espositivo, e di educazione all’ascolto. Al termine si valuta la prestazione delle squadre in termini di competenze raggiunte.
Si tratta di un metodo pedagogico, educativo e formativo, sempre più largamente utilizzato in diverse discipline nel nostro Liceo, che consente di sviluppare capacità di argomentazione e di strutturare competenze che formano la personalità. Il dibattito regolamentato, infatti, ha come proprio scopo quello di fornire gli strumenti per analizzare questioni complesse, per esporre le proprie ragioni e valutare le altrui. Sviluppa quindi significative abilità analitiche, critiche, argomentative e comunicative, sia verbali sia non verbali, in un’ottica di educazione alla cittadinanza democratica e partecipativa.
Beatrice Loi, classe 4C, è la vincitrice della Borsa di studio “Bachisio Floris”, intitolata alla memoria dello scrittore nuorese.
La Commissione, composta tra gli altri dal noto giornalista Giovanni Floris, dalla madre Pergentina Pedaccini e dal giornalista Giacomo Mameli, ha assegnato anche altri quattro premi, quelli per il secondo posto, andato a Vincenza Selloni, il terzo posto a Mattia Mossa, al quarti e quinto posto, rispettivamente a Cristiano Castangia e Leonardo Gusai.
Composta in occasione delle Grandi Dionisie del 431 a. C. ,la tragedia è unanimemente riconosciuta come una delle più densamente significative opere del genio di Euripide. Drammaticamente scissa tra λόγος e θυμός , animata da una lucida follia nel suo desiderio di vendicare il tradimento subito, l’eroina maledetta, donna e madre, strega e barbara, appare come paradigma universale di lancinanti conflitti destinati a non risolversi. Gli alunni della classe 5C hanno realizzato un reading dell’opera facendo rivivere, con le loro voci, l’inesausta, perenne ricchezza del teatro classico. Venturella Frogheri
L’associazione Rinascimento Poetico e il Centro Dantesco di Ravenna hanno indetto quest’anno la seconda edizione del Concorso Nazionale-Internazionale di Poesia “L’Alloro di Dante – Junior”: si tratta indubbiamente di un evento davvero molto importante, finalizzato ad avvicinare giovani studenti all’opera straordinaria del Sommo Poeta, Dante Alighieri, il Padre della lingua italiana, incoraggiandoli nello stesso tempo alla scrittura e all’espressione poetica. Il bando, per opere inedite, mai postate sui social e mai premiate in altri concorsi, presentava un’unica sezione, a tema “Il Cosmo”, che ha tratto ispirazione dalla seguente terzina dantesca: “I’ mi volsi a man destra, e puosi mente // a l’altro polo, e vidi quattro stelle // non viste mai fuor ch’a la prima gente.” Siamo nel Purgatorio, Canto I (vv. 22-24). Dante gioisce nell’osservare l’azzurro del firmamento dove, verso il cielo australe, riesce a scorgere quattro stelle la cui luce è stata visibile solo a due esseri umani: Adamo ed Eva che abitarono il Paradiso Terrestre. Sono le quattro stelle della croce del sud, costellazione utile all’orientamento nell’emisfero australe. Esse rappresentano le quattro virtù cardinali ossia temperanza, giustizia, prudenza e fortezza. Tra i 15 studenti provenienti da tutta Italia ha partecipato al concorso anche Andrea Addis, allievo della classe 2^A del Liceo Asproni, che si è classificato al terzo posto con la poesia “Etereo”. La giuria, composta da poeti e autorevoli personalità del panorama culturale italiano, nominati da Rinascimento poetico e dal Centro Dantesco, così si è espressa in merito al componimento: “Lievi parole accompagnano concetti profondi che toccano il cuore, suggeriscono emozioni di un autore sognatore -musicista che, nel buio della notte, si affaccia dalla finestra del cosmo a catturarne la bellezza graffiante. Tutti i sipari sulla vita si aprono e lui, lì, sospeso nel vuoto a galleggiare, ad ascoltare le musiche dell’universo. Scrittura semplice, piana e suggestiva”. Tanta soddisfazione e profonda gioia per questo così significativo riconoscimento sono state espresse dal Dirigente Scolastico del Liceo “Asproni” di Nuoro, il prof. Antonio Fadda, da tutti i docenti e particolarmente dalla prof.ssa Giovanna Salis, docente di Lettere della classe 2^A, che ha sostenuto e promosso la partecipazione dello studente. La cerimonia di premiazione si è svolta a Ravenna presso la Basilica di San Francesco, la chiesa di Dante, a fianco alla sua tomba, alla presenza di note personalità del mondo della cultura.
La manifestazione che ha visto protagonista Andrea Addis e tanti giovani studenti acquista un valore davvero particolarmente rilevante: è bellissimo pensare che tanti ragazzi come Andrea siano stati sollecitati dal fascino perenne, inesausto, che promana dalla figura di Dante, poeta doctus ed appassionato, animato da un fortissimo impegno intellettuale e da un profondo anelito di giustizia, la cui opera è come uno straordinario thesaurus di valori universali, ed abbiano avuto il piacere di cimentarsi in una gara di poesia per mettersi alla prova con le proprie capacità, la propria sensibilità, il proprio talento. E’come un vero e proprio raggio di sole, un piccolo grande segno di speranza sul futuro degli studi umanistici, a testimonianza del fatto che essi possono ancora e sempre esercitare efficacemente una profonda attrattiva sui giovani. E da qui possono dipanarsi ulteriori considerazioni circa il ruolo e la funzione della letteratura, e della poesia in particolare. Gli studi umanistici servono ancora oggi, soprattutto in un’epoca come la nostra, dominata dalla tecnologia, dal sapere scientifico, in una società sempre più dedita al consumismo e al materialismo? Spesso ciò che non si può toccare con mano o avere immediatamente viene ritenuto inutile o comunque non essenziale. E per la verità questo accade non solo oggi: a chi gli chiedeva a che cosa servisse la filosofia Aristotele, (definito da Dante il “maestro di color che sanno”) rispondeva che la filosofia non è una serva: “La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile”. E lo stesso può dirsi della letteratura e della poesia, da ritenersi quali esperienze privilegiate di conoscenza,capaci di intensificare la vita, ossia di renderla più intensa, e che attraversoil diletto ci consolano della precarietà del nostro vivere. Mediante l’immaginazione, la contemplazione, la riflessione, esse sviluppano l’empatia, la autentica comprensione dell’altro, accrescono una sempre maggiore consapevolezza di noi stessi e della realtà, spiegandone i significati più riposti, consentendoci di esplorare le pieghe più segrete del cuore umano. In una delle pagine più belle del suo “Zibaldone” Giacomo Leopardi affermava: “All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione”. In un’epoca dominata dall’immanente, dall’ hic et nunc, ossia dal qui e ora, che troppo spesso dimentica la dimensione del trascendente, la poesia ci richiama alla “doppia visione” di cui parla Leopardi, permettendoci di vedere la realtà e le cose con un altro sguardo, meno epidermico, meno superficiale, più profondo. Ed ancora accostarsi alla poesia significa in qualche modo nobilitare e quindi elevare la propria esistenza con un cibo spirituale complementare a quello materiale: così Dante nel “Convivio”: “Oh beati quelli pochi che seggiono a quella mensa dove lo pane de li angeli si manuca! e miseri quelli che con le pecore hanno comune cibo!”. Concetto che riecheggia nel più celebre verso della “Commedia” fatto pronunciare a Ulisse: “Considerate la vostra semenza: // fatti non foste a viver come bruti // ma per seguire virtute e canoscenza”. Piace pensare che il brillante esito riportato da Andrea Addis sia motivo di incoraggiamento per lui (e per tanti) lungo un percorso di formazione volto al consolidamento delle sue capacità e connotato da soddisfazioni lusinghiere come quella appena ottenuta.
Nell’ambito delle iniziative di ampliamento dell’offerta formativa, giovedì 16 maggio, dalle ore 11.30 si terrà una conferenza dibattito sul tema della spopolamento e dell’insularità in Sardegna. Le riflessioni sulla pubblicazione edita a cura del Lions Club Nuoro Host saranno esposte dagli allievi delle classi 4^B e 5^ C guidati dalla prof.ssa Frogheri; dialogherà con gli studenti e le studentesse il prof. Mario Porcu, già dirigente scolastico. Parteciperanno le classi: 3^A, 3^E, 4^B, 5^B, 5^C, 5^F e 5^G e gli studenti del terzo anno che frequentano il percorso giuridico economico.
Gli alunni della classe VC proporranno le loro riflessioni sul libro, che costituisce indubbiamente un contributo particolarmente prezioso ed incisivo sul tema affrontato. Le considerazioni espresse dagli autori del testo saranno integrate da una serie di ulteriori sollecitazioni legate ad una indagine condotta su uno dei temi sociali più drammatici che riguardano attualmente la nostra terra di Sardegna. finalizzata a rappresentare un tentativo di raccontare una delle realtà più drammaticamente caratterizzanti la nostra Isola, lo spopolamento, appunto, che costituisce per la nostra Isola un aggravamento del problema dell’insularità. Che cosa significa vivere in una terra bellissima, ricca di tradizioni millenarie, connotata da paesaggi meravigliosi, ma nella quale molti uomini e donne, troppi giovani non trovano lavoro (quel diritto sancito dall’ articolo 1 della Costituzione), non trovano prospettive per vivere? Che cosa vuol dire confrontarsi drammaticamente con il gravissimo problema della disoccupazione, e scegliere quindi di andare via, altrove, lontano dalla propria terra, per costruire il proprio futuro? Sono le domande dalle quali l’indagine si dipana. Moltissimi sardi abbandonano l ’ isola. La nostra realtà è davvero drammatica. Diversi centri della nostra regione sono davvero isole nell’ isola, per la difficoltà di accesso ai principali servizi, per la mancanza di efficaci collegamenti stradali o ferroviari, per la chiusura di uffici postali, sportelli bancari, ridimensionamento persino delle istituzioni scolastiche, compresa la chiusura di scuole dell’obbligo. In occasione del convegno si intende offrire un contributo alla riflessione, nella convinzione che avere coscienza del problema, documentarsi, studiarlo, non significa essere in grado di risolverlo, ma in ogni caso gettare le basi per la maturazione di una nuova forma di consapevolezza, che comporta il vivere da cittadini. E indubbiamente il confronto e la discussione possono consentire ai partecipanti di riflettere criticamente su un tema che sollecita ed interpella le coscienze di tutti.
Ci piace pensare che questa occasione possa incentivare il senso critico, la capacità di confronto e di dialogo, una lettura quindi non epidermica o superficiale ma profonda della realtà: basi indispensabili per una autentica crescita e maturazione della consapevolezza di sé e del senso civico.
Le competenze possono manifestarsi particolarmente nell’ambito di situazioni reali e necessitano naturalmente di conoscenze e abilità. Un compito di realtà può essere certamente considerato come una occasione privilegiata al fine di osservarle e rafforzarle in forme efficaci. In quest’ottica è stata proposta agli alunni della classe IV C la realizzazione di un compito di realtà quale strumento validissimo per il consolidamento delle competenze legate alla cittadinanza consapevole e per un attivo coinvolgimento degli stessi nella vita scolastica. A partire dal profilo del poeta latino Orazio e dalla attenta lettura ed analisi critica di diversi brani dell’autore, che sono stati studiati e meditati, gli alunni hanno individuato alcuni insegnamenti che Orazio rivolge all’uomo del suo tempo e, in fondo, alle persone di ogni epoca per la conduzione di una vita serena: esortazioni e riflessioni in qualche modo universali nella misura in cui risultano validi sia nell’epoca classica sia nel nostro tempo, attraversato da inquietudini e contraddizioni che sempre più sollecitano le nostre coscienze e pongono interrogativi profondi sul senso e significato del nostro esistere, sul tempo, sulla effimeratezza e fragilità della nostra condizione umana. Si è quindi immaginata una sorta di Decalogo del buon vivere (o Decalogo per una vita serena). Gli alunni coinvolti hanno quindi redatto una pubblicazione sotto forma di opuscolo o brochure, mezzo efficace per comunicare informazioni in modo chiaro, accattivante e conciso, contenente un vero e proprio “distillato” degli insegnamenti del grande poeta latino. Si è trattato di una esperienza davvero molto coinvolgente, che ha permesso ai ragazzi di lavorare in gruppo, attraverso le fasi del pianificare, del progettare, del costruire, selezionando e rielaborando le informazioni e i contenuti appresi, producendo contributi personali, affinando nel contempo il proprio senso critico.
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo (negli Stati Uniti e Canada nel primo lunedì di Settembre), per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.
Le origini della celebrazione risalgono alla fine dell’Ottocento: il 4 maggio 1887 quattro lavoratori furono condannati a morte a Chicago in seguito agli scontri con la polizia avvenuti durante una dimostrazione per estendere le otto ore lavorative a tutti gli Stati Uniti (concesse in Illinois il 1 maggio dello stesso mese).Per onorare la loro memoria, i partiti socialisti di quasi tutto il mondo stabilirono che il Primo maggio fosse dedicato alle lotte per il lavoro. Nel volgere di alcuni anni, la ricorrenza è stata riconosciuta dai governi di molti Paesi come festività nazionale e oggi è celebrata in quasi tutto il mondo.
Sa Die de sa Sardigna è una giornata di festività istituita dal Consiglio regionale della Sardegna con la Legge Regionale 14 settembre 1993, n. 44, nominandola Giornata del popolo sardo.
Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.
I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.
La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor.
Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.
Tra l’8 e il 20 aprile si è tenuto lo scambio interculturale tra un gruppo di studenti e docenti del Liceo Classico e Linguistico Giorgio Asproni di Nuoro e la Friedensburg Oberschule di Berlino. Durante questo periodo, sono state organizzate giornate intense di scambio di esperienze culturali e didattiche. I grandi temi della sostenibilità, della storia, della cultura e delle tradizioni dei territori di riferimento hanno assunto un ruolo centrale durante giornate impegnative di interazione. Non solo esperienze urbane di civiltà nella metropoli berlinese, con visite suggestive al grandissimo Futurium Museum, ma anche l’opportunità di scoprire gli ambienti naturali custoditi per le nuove generazioni grazie a progetti ecologici di grande impegno. Tra questi, la foresta Berliner Forst a Kopenick e la città di Lubbenau lungo il fiume Spree hanno lasciato un’impronta significativa nei nostri ricordi. Il nostro territorio ha offerto ampie opportunità di studio, riflessione e svago, sia nel contesto urbano di Nuoro che negli scenari paesaggistici di grande suggestione, come la città di Alghero e le coste ogliastrine, ricche di bellezze naturali da custodire e apprezzare. Non sono mancati momenti di condivisione dedicati alla riflessione sulle rispettive culture e momenti di svago, in cui anche le esperienze più conviviali hanno rafforzato un legame profondo che sicuramente andrà oltre l’esperienza dei giorni trascorsi insieme. Il progetto Erasmus del nostro liceo si contraddistingue anche per questo, per la grande passione dei docenti che si impegnano attivamente affinchè le esperienze proposte e ralizzate siano centrate sugli aspetti linguistico-culturali, ma anche sui legami umani, che non solo la tecnologia può mantenere a distanza, ma soprattutto il vivo contatto e la condivisione.
Giovedì 25 aprile ricorre l’anniversario della liberazione d’Italia, una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni anno per commemorare la liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
Su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all’articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per quell’anno.
Si ebbero decreti per celebrare la ricorrenza anche nel 1947 e nel 1948; solo nel 1949 la ricorrenza venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo, insieme con la festa nazionale italiana del 2 giugno, giorno in cui si celebrerà la Festa della Repubblica, per ricordare l’anniversario della scelta fatta dagli italiani, a seguito di un referendum, a favore del nuovo ordinamento, che sostituiva il regime monarchico.
Una delle discipline legate agli studi classici tra le più affascinanti ed utili a rendere a noi vicino ciò che è così lontano nel tempo è sicuramente l’epigrafia: si tratta di una materia di studio particolarmente importante perché ci permette di comprendere la storia e la cultura delle società antiche attraverso l’analisi delle iscrizioni su monumenti, edifici e oggetti. Ci aiuta a ricostruire la vita quotidiana, le istituzioni, le credenze religiose e politiche, la lingua e la scrittura di queste società. Inoltre, l’epigrafia è spesso unica nella fornitura di informazioni storiche, poiché molte fonti scritte antiche sono andate perdute nel tempo. Pertanto, l’epigrafia è fondamentale per la comprensione della storia antica e per la conservazione del patrimonio culturale. In qualche modo raffigura quelle che sono “…Le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra di ogni altra…”, come scrive Gesualdo Bufalino nel suo libro “Museo d’ombre”. Questa frase suggerisce che la storia minore, ovvero quella che spesso viene trascurata o ignorata, può in realtà essere più preziosa e istruttiva di quella maggiore. La descrizione delle “pedate furtive” suggerisce che queste lezioni della storia minore possono essere trovate solo con un’attenta ricerca, ma una volta scoperte possono essere molto significative. Questo enfatizza l’importanza di considerare tutte le storie, grandi e piccole, per comprendere appieno il passato e le sue lezioni per il presente e il futuro.
Con il lavoro di seguito presentato, gli alunni della classe IV C hanno partecipato al Concorso Nazionale “Scripta Legamus” e si sono classificati al secondo posto.
Si tratta di un riconoscimento molto importante ottenuto entro una attività che ha indubbiamente coinvolto, appassionato e che ha sicuramente favorito una consapevolezza più autentica del mondo antico.
Venturella Frogheri
LEGGI LA RELAZIONE REALIZZATA DAGLI ALUNNI DELLA CLASSE IVC
La Diocesi di Nuoro, con il Vescovo Antonello Mura, ha annunciato l’ordinazione diaconale di alcuni giovani seminaristi.
Domenica prossima, alle ore 18, presso la Cattedrale di Nuoro, verrà ordinato Diacono anche Federico Bandinu, ex allievo del nostro Liceo. Tutte le nostre preghiere e i nostri più affettuosi pensieri saranno per lui, in questo importante traguardo del suo cammino spirituale.
photo by Mattia Mossa
Federico Bandinu, classe 1998, nel 2012 ha fatto il suo ingresso nel Seminario minore di Nuoro e ha conseguito la maturità classica al liceo Asproni nel 2017, anno in cui è entrato nel Seminario regionale della Sardegna e ha iniziato gli studi in Facoltà Teologica a Cagliari.
Il Vescovo Antonello lo ha ammesso tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato il 2 giugno 2021 e nei mesi successivi ha ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato.
Di recente ho ottenuto il baccalaureato in teologia esponendo una tesi sul tema “L’ecumenismo in alcuni numeri della Evangelii Gaudium” e ora sta concludendo l’ultimo semestre della Licenza in Teologia fondamentale e dogmatica.
“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso”. (Francesco Petrarca)
Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime.
Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade”. (Umberto Eco)
Il 23 aprile viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Questa importante ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite al fine di valorizzare la fondamentale importanza della lettura e della tutela delle opere dell’ingegno. Si tratta di un appuntamento da vivere quale occasione di riflessione e di sollecitazioni critiche, che intende stimolare a scoprire o riscoprire il piacere della lettura come attività privilegiata legata alla conoscenza, al consolidamento delle competenze e all’ampliamento degli interessi, al raggiungimento di una sempre più matura ed armoniosa consapevolezza di sé e dell’Altro, attraverso uno sguardo profondo sulla realtà.
Leggere è tutto questo, ma comporta anche la gioia e il piacere, il diletto di accostarsi a molteplici esperienze e possibilità di scoperta. Inoltre l’abitudine a cogliere, esprimere, comunicare, socializzare emozioni e sentimenti, che scaturiscono dalla lettura di una pagina, contribuisce a sviluppare l’intelligenza emotiva.
L’etimologia del termine libro è da ricondursi al termine latino liber che originariamente indicava la parte interna della corteccia di certe piante utilizzata in epoca antichissima come una sorta di lamina per tracciare segni di scrittura. Troviamo attestata nell’autore latino Plauto l’espressione “libro scribuntur litterae”. Ma il termine liber è anche connesso al significato di libertà: la bellezza della lettura e il suo speciale potere di coinvolgimento può rappresentarsi come una esperienza di autentica apertura mentale.
Non sfugge quindi l’importanza della istituzione di una giornata che sensibilizzi al valore della lettura, considerando anche il fatto che in base a quanto emerge dai più recenti dati statistici relativi alla lettura in Italia “nel 2023 il 74% delle persone tra i 15 e i 74 anni hanno letto almeno un libro a stampa (anche solo in parte), un ebook o ascoltato un audiolibro nei dodici mesi precedenti, pur se appare in calo la percentuale di coloro che leggono con frequenza almeno settimanale” (dati nell’indagine di Pepe Research per l’Aie, Associazione Italiana Editori).
La scelta della data del 23 aprile non è certamente casuale ma è invece estremamente significativa per il suo straordinario valore simbolico: questa è infatti la data della morte di due grandissimi autori, Miguel de Cervantes e di William Shakespeare . Ed ancora il 23 aprile nel mondo si celebra anche la ricorrenza di San Giorgio. Una suggestiva leggenda risalente al quindicesimo secolo racconta che in una città nei pressi di Barcellona un orrido drago poteva essere placato solo attraverso sacrifici umani. Il valoroso cavaliere San Giorgio, forte della sua conoscenza di sé e del mondo, riuscì a sconfiggere il terribile mostro: da una goccia del sangue del drago caduta a terra fiorì una bellissima rosa rossa. Sono evidenti le valenze simboliche di questo racconto leggendario: il Santo che sconfigge il drago può alludere alla lotta del Bene contro il male, della conoscenza e del sapere contro la ferinità e l’ignoranza, così come può significare la dicotomia tra i valori della Cristianità e i disvalori della barbarie, della violenza e dell’oppressione. Se il libro è l’emblema della saggezza, la rosa è il simbolo dell’amore che trionfa e della bellezza che eleva l’animo dell’uomo.
Il nostro Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro da diversi anni propone con profonda convinzione il progetto Libriamoci, che si sviluppa attraverso incontri con gli autori e giornate di invito alla lettura, nella consapevolezza delle intrinseche valenze didattiche e soprattutto formative della lettura per i nostri ragazzi.
Il nostro motto è proprio orientato in tale direzione: Ci piace pensare che i libri siano strumenti per generare occasioni di incontro e confronto.
Non solo pagine e parole, ma sguardi, volti, nomi, fatti, esperienze. Non c’è libro che non abbia una storia da raccontare e mille e mille storie da far incontrare.
Sappiamo bene che per promuovere l’amore per la lettura è necessario proporre attività piacevoli e coinvolgenti, attività di animazione inserite in un progetto sistematico, utilizzando percorsi guida: abbiamo scelto pertanto itinerari e attività, che si proponessero di essere uno stimolo per personalizzare il nostro intervento didattico, consentendo lo sviluppo della fantasia e della creatività.
E’ infatti importante offrire ai ragazzi un’occasione per “descolarizzare” la lettura, renderla rilassante, sostenere la dimensione affettiva del rapporto con il libro, offrire un’attività di libertà, affrancata dal compito, “gratuita”.
Facciamo nostre le parole di Malala Yousafzai, vincitrice del Premio Nobel per la Pace, che crede nel valore della conoscenza per sconfiggere l’oppressione e le discriminazioni e migliorare e far progredire positivamente la società in cui viviamo: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
All’interno del programma di mobilità tra il Liceo Asproni e la scuola superiore Friedesburg Oberschule di Berlino, lo scorso 18 aprile gli studenti italiani e stranieri presenti a scuola hanno partecipato a un laboratorio di media education curato dal prof. Priamo Marratzu. In questa occasione hanno discusso in lingua inglese sull’importanza del progetto Erasmus Plus. Il laboratorio ha acquisito una dimensione internazionale grazie alla presenza di studenti provenienti da Francia Spagna dall’America Latina e dall’Iran.
Si ringraziano i colleghi tedeschi Sergej e Franzisca per la grande disponibilità nella realizzazione del laboratorio .
Nell’ambito della IV edizione del progetto ”La giustizia adotta la scuola” organizzata dalla Fondazione “Vittorio Occorsio” che, nella memoria del magistrato vittima di un attentato terroristico, è da sempre attiva nella diffusione della cultura della legalità e dell’etica del lavoro, martedì 23 aprile alle ore 11.00, gli studenti delle classi quinte incontreranno il Generale di Corpo d’Armata Luciano Carta,
Il Generale, già studente del Liceo “Asproni”, ex Direttore dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), attualmente Presidente di Leonardo, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, dialogherà con gli studenti, appositamente preparati dai loro docenti di Storia, sul tema “I servizi di Intelligence – alla luce della vigente normativa L. 124/2007”.
L’incontro, grazie alla partnership con RAI Cultura, sarà trasmesso su RAI Storia attraverso uno speciale televisivo. Pertanto tutti gli studenti compileranno una liberatoria fornita dalla scuola per l’utilizzo delle immagini.
Le classi quinte, puntualmente alle ore 10.45, si recheranno presso la sala conferenze della Camera di Commercio in via Papandrea, accompagnate dalle prof.sse Ambrosini (5^E), Depalmas (5^F), Littarru (5^C), Spada (5^B), e dal prof. Marratzu (5^G) per tutta la durata dell’incontro. La 5^A sarà accompagnata dai docenti in servizio che si alterneranno nella vigilanza in base al proprio orario di servizio.
Ieri, 15 aprile, il Coro dei Giovani della Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, ha avuto il piacere di salutare, grazie all’invito del Dirigente scolastico, Prof. Antonio Fadda, e della Docente di inglese, Prof.ssa Marina Zoppeddu, con alcuni canti (“Verbum caro” dal codice di Uppsala; “Three dances in one” di Thomas Ravenscroft e “Non potho reposare” di Sini/Rachel) docenti e allievi tedeschi ed italiani, partecipanti al progetto Erasmus Plus del liceo classico Giorgio Asproni di Nuoro, in occasione della cerimonia di saluto rivolta ai rappresentanti della scuola berlinese arrivata in città per trascorrere un breve periodo di scambio culturale con il liceo classico/ linguistico della nostra città.
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