Nell’ambito delle iniziative di promozione della propria attività di organizzazione di esperienze di studi all’estero, l’Associazione BEC – Studenti senza confini propone alle scuole incontri con le studentesse e gli studenti iscritti al secondo e terzo anno di corso. Martedì 12 dicembre p.v. si terrà, presso l’Aula Magna del Liceo in via Dante, un incontro riservato alle studentesse e agli studenti delle seconde e terze liceali interessati a prefigurare, per il prossimo anno, un’esperienza di studi all’estero e che potranno ricevere informazioni sulle proposte formulate dall’Associazione: tempi dell’adesione, costi, modalità di realizzazione dell’esperienza. L’incontro, al quale sarà presente la dott. ssa Marinella Isoni, referente generale dell’associazione, avrà inizio alle ore 15.00. Studenti e studentesse potranno partecipare all’incontro, accompagnati, se lo desiderano, dai loro genitori.
Nell’ambito delle iniziative di ampliamento dell’0fferta formativa e dell’orientamento le classi 1^A, 1^B, 1^E, 1^F, 2^A, 2^B, 2^C, 2^E, 2^F, 2^G, 3^A, 3^B parteciperanno ad una visita guidata a Cagliari per visitare il Museo Archeologico. Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari è un’istituzione permanente al servizio della società che compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali della Sardegna; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. La sua missione è conservare e raccontare il patrimonio culturale della Sardegna. Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, comprendente il Museo Archeologico, la Pinacoteca, lo Spazio San Pancrazio, l’ex Regio Museo e gli spazi di Porta Cristina, è un Istituto del Ministero della Cultura dotato dal 2019 di autonomia speciale. Le sedi museali si trovano nell’antico quartiere di Castello, all’interno della Cittadella dei Musei realizzata tra il 1956 e il 1979 con il recupero del regio Arsenale e delle mura medievali. Il patrimonio museale è ricco e variegato, comprende la collezione archeologica, la collezione pittorica, la collezione etnografica, composta da gioielli, cestini, tessuti, armi, mobilio e la collezione lapidea. Può essere visitato all’indirizzo web https://museoarcheocagliari.beniculturali.it/ Per consentire ad un così elevato numero di studenti e studentesse di poter visitare i locali la visita si svolgerà in due giorni secondo il prospetto allegato alla circolare pubblicata nell’area riservata del registro elettronico.
Secondo quanto previsto dal Decreto del Ministro dell’Istruzione n. 222 dell’11 agosto del 2022 al Liceo Asproni prenderà avvio “DIDATTICHE INNOVATIVE PER MENTI CREATIVE”, un percorso dalla forte impronta laboratoriale che si articolerà in quattro incontri in presenza di tre ore ciascuno, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, nei giorni 13 e 19 dicembre 2023, 10 e 17 gennaio 2024.
Il corso si propone di approfondire la conoscenza e le modalità di utilizzazione di alcune applicazioni, particolarmente diffuse nei percorsi didattici innovativi, finalizzate alla creazione e alla condivisione di attività e materiali multimediali creativi e coinvolgenti, con l’obiettivo di implementare l’insegnamento/apprendimento nella prassi scolastica quotidiana con stretto riferimento alle sei aree di competenza del quadro di riferimento europeo sulle competenze digitali dei docenti, il DigCompEdu, tra le quali si ricordano:
risorse digitali: costruzione e gestione mirata;
pratiche di insegnamento e apprendimento: metodologie innovative e nuovi panorami pedagogici;
valutazione dell’apprendimento con e per le tecnologie digitali.
Il docente formatore è il dr. Alessandro Lutzu, esperto del settore informatico e conoscitore degli strumenti della didattica digitale.
Gli applicativi digitali presentati: Canva, Kahoot, Thinglink, Padlet, Screencast o matic ecc. si riferiranno anche alle nuove metodologie, fondamentali per stimolare la motivazione e l’apprendimento e contrastare la dispersione scolastica, quali la Flipped Classroom, le Attività di Webquest, Il Digital Storytelling, la Realizzazione di video o videotutorial, la realizzazione di podcast, il cooperative Learning, la Peer education, il Debate. Sarà anche introdotto il tema della AI nel sistema educativo scolastico e delle tecnologie immersive del Metaverso.
Il progetto di formazione, per caratteristiche e contenuti, rientra nelle aree di intervento previste nel Piano Triennale della Formazione compreso nel PTOF del nostro Liceo.
L’iscrizione al corso potrà essere effettuata accedendo al portale “Scuola Futura”.
Per info, modalità e ulteriori dettagli, il Prof. Davide Saba, Animatore Digitale del nostro Liceo, è a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Note su una esperienza didattica in forma di prova di competenza: simulazione del dibattito tra Melii e Ateniesi tratto dalle “Storie” di Tucidide A cura degli alunni delle classi IV B e IV C Coordinamento didattico: prof.ssa Venturella Frogheri
Quando si parla di eventi del passato, si tende sempre a circoscriverli in un’epoca e in determinato contesto socio-culturale e a ritenere che coloro che vivono nel presente abbiano semplicemente il compito di ammirarne da lontano la bellezza, considerandola estranea e poco attinente al nostro tempo. La nostra formazione quotidiana ci dimostra il contrario: la conoscenza del passato è imprescindibile per affrontare il presente e renderlo significativo. Ne erano perfettamente consapevoli gli antichi e in particolare, lo storico greco Tucidide (V secolo a. C.), il quale definiva la storia come “κτῆμά τε ἐς αἰεὶ’’ (possesso per sempre). Questo principio si è concretizzato nel corso di una prova di competenza di Greco, svoltasi nella classe IV B con il coordinamento didattico della prof.ssa Venturella Frogheri. Siamo partiti dalla attenta lettura di un passo, “Il dialogo degli Ateniesi e dei Melii” dello storico greco su menzionato, autore di una narrazione dedicata alla guerra del Peloponneso, acerbo conflitto combattuto tra il 431 e il 404 a. C., che vide la lotta tra Atene e Sparta e coinvolse quasi tutti gli stati greci. Nell’estate del 416 a. C. gli Ateniesi attaccarono l’isola di Melo, colonia spartana, che voleva mantenere la neutralità. Gli Ateniesi inviarono una ambasceria ad intimare la resa e ai Melii, che si appellarono alla giustizia ed all’onore, essi, portando inesorabilmente la discussione sull’utile, opposero le ragioni del più forte e gli interessi inderogabili del loro impero. Con le loro abilità discorsive cercarono di convincere i loro nemici che la cosa migliore fosse essere a loro sottomessi, piuttosto che essere annientati in qualità di nemici liberi. I Melii, con coraggio e determinazione, rifiutarono di piegarsi, difendendo il loro diritto alla neutralità: una difesa basata su principi di giustizia condivisa, che include il reciproco riconoscimento dell’autonomia tra le polis. Gli Ateniesi, d’altro canto, sembrarono essere mossi da una volontà di espansione e dominio, senza tener conto delle conseguenze morali che ciò avrebbe potuto comportare. Di seguito un breve estratto del passo: Ateniesi …voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenti umani, si tiene conto della giustizia quando la necessità incombe con pari forze su ambo le parti; in caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i piú deboli vi si adattano”. Meli: “E come potremmo avere lo stesso interesse noi a divenire schiavi e voi ad essere padroni?”. Ateniesi: “Poiché voi avrete interesse a fare atto di sottomissione prima di subire i più gravi malanni e noi avremo il nostro guadagno a non distruggervi completamente”. Meli: “Sicché non accettereste che noi fossimo, in buona pace, amici anziché nemici, conservando intatta la nostra neutralità?”. Ateniesi: “No, perché ci danneggia di più la vostra amicizia, che non l’ostilità aperta: quella, infatti, agli occhi dei nostri sudditi, sarebbe prova manifesta di debolezza, mentre il vostro odio sarebbe testimonianza della nostra potenza”. I Meli non vollero cedere e gli Ateniesi, conquistata l’isola, passarono per le armi tutti gli adulti e resero schiavi i fanciulli e le donne. La nostra prova consisteva nel simulare la discussione tra le due delegazioni: un gruppo ha interpretato i Meli ed un altro gli Ateniesi, dinnanzi ad una giuria costituita dagli alunni della classe IV C, chiamata alla fine a decretare la squadra più abile nelle argomentazioni a difesa della propria tesi. L’alunna Paola Vilia della classe IVB ha rivestito il ruolo di grammatèus ovvero, come nell’antica Grecia, cancelliere o segretario presso la bulè o consiglio, e si è occupata della fase di introduzione al dibattito e di trascrizione in sintesi delle argomentazioni proposte dalle due squadre La discussione è stata condotta con molta partecipazione ed autentico interesse, nonchè con toni giustamente accesi da entrambe le parti, nel pieno rispetto dei ruoli ricoperti. L’esperienza ci ha offerto lo spunto per riflettere sui rapporti di potere e ci ha spinto a chiederci se sia giusto seguire la legge del più forte o se sia invece più corretto osservare la legge che preserva il diritto e la morale. La simulazione inoltre ci ha permesso di confrontare il passato e il nostro presente, per avere un approccio più critico relativo ad esso. Uno degli aspetti che ci hanno maggiormente colpito è stata la retorica fredda e calcolata dei conquistatori, che dà alla crudeltà e all’ egoismo spietato la maschera di compassione verso i vinti, i quali dovrebbero nutrire gratitudine verso i vincitori. Il passo di Tucidide dimostra che molto, troppo spesso la gestione del potere è esercitata attraverso la violenza e la volontà di dominio da parte del più forte nei confronti del più debole. “Historia magistra vitae”, “la storia è maestra di vita”, sostenevano gli antichi: e lo studio del mondo antico diviene quindi veicolo per una maggiore comprensione del presente.
Nell’ambito del progetto “Libriamoci”, curato dalle prof.sse Venturella Frogheri e Paola Serra, docenti di Lettere del nostro Liceo, venerdì 7 Dicembre alle ore. 11.20 nell’Aula Magna del liceo si svolgerà un incontro con Sebastiano Chessa per la presentazione del suo libro “ Portami a Sine Die”.
L’opera racconta una storia ambientata in Sardegna alla fine degli anni ottanta. Il protagonista, il giovane Lallo, vive il delicato passaggio tra la fine dell’adolescenza e l’inizio della sua vita da giovane adulto, nel paese di origine della sua famiglia, in una stagione fatta di incontri, di calcio, di musica, di amicizia, di spensieratezza, ma anche di ricordi e di memorie accanto alla presenza di una donna speciale: sua nonna. Tzia Vitto, che è per lui testimonianza viva di un passato che non può essere dimenticato.
Sine die è una locuzione latina che significa propriamente “senza giorno [stabilito]”: l’espressione allude a qualcosa di indefinito, di indeterminato. Il toponimo Sindia, il centro più occidentale della provincia di Nuoro, sembra avere una particolare assonanza con la locuzione latina. Ed è appunto a Sindia che ci riconduce il titolo del libro, che in maniera particolarmente evocativa sembra suggerire l’invito a recarsi in una dimensione lontana, vaga, quasi remota, come remoti e lontani sono i luoghi della memoria e del cuore.
Sindia è un piccolo paese della Sardegna, un microcosmo in cui tutti conoscono tutti, certo non dissimile da tante piccole realtà della nostra terra. E’ l’ambiente che fa da sfondo alle vicende narrate nel romanzo “Portami a Sine Die”, edito per i tipi della casa editrice Amicolibro, con il quale Sebastiano Chessa fa il suo esordio nel panorama letterario sardo.
E’a Sine Die che Lallo, il giovane protagonista della narrazione, vive un indimenticabile soggiorno estivo, di quelli che si vivono nella giovinezza per poi essere ricordati per sempre, una stagione di esperienze, incontri, accadimenti che segneranno per sempre la sua esistenza e determineranno il definitivo passaggio, tanto difficile a volte quanto esaltante, dall’infanzia all’età adulta.
Intorno a lui i suoi amici: relazioni fatte di scoperte, divertimento, momenti di svago, la musica trasmessa dalle prime radio libere, i concerti, lo sport. Ed insieme a lui la nonna: tzia Vittò è indubbiamente indiscussa protagonista del racconto: una donna oramai avanti con gli anni e connotata da tratti umanissimi che la rendono determinata, fiera, stimata e rispettata da tutti nel paese, sapiente custode di quei valori antichi, di quel prezioso “mos maiorum” sul quale ha imperniato l’intera sua esistenza, forte di una fede religiosa saldissima. Ed è proprio grazie al ritrovato rapporto con la nonna che Lallo potrà scoprire verità che appartengono alla storia della sua famiglia, ricostruite attraverso una sorta di tecnica retrospettiva, e sarà in grado di riannodare come entro una trama fittissima di rimandi, i fili che lo legano al passato e che rappresentano al contempo le necessarie premesse per volgersi al futuro con una più forte ed assennata consapevolezza di sé. Un ragazzo ed una donna anziana: lui, attento e sensibile che si affaccia alla vita, lei che attraversa la stagione conclusiva della sua esistenza; lui che si proietta verso il futuro, con gli slanci, gli entusiasmi, talora le ingenuità, le incertezze, gli interrogativi peculiari di un’età tanto stimolante quanto talora venata di ansia e di inquietudine; lei che, forte delle sue esperienze di vita, sostenuta e accompagnata dai ricordi (belli, certo, ma talvolta anche dolorosi, come lo sconvolgente episodio del fulmine che tronca drammaticamente una giovanissima vita), osserva la realtà con sguardo critico, con un approccio ispirato alla concretezza, all’equilibrio e alla ragionevolezza.
Nel rapporto che lega le figure dei due protagonisti è forse possibile individuare una delle chiavi di lettura più significative della narrazione: il motivo topico del romanzo di formazione trova qui la sua realizzazione concreta, lasciando intravedere al lettore attento spunti di riflessione che riguardano per ognuno percorsi legati alla vita, al tempo, alla maturazione, alla presa di coscienza, alla formazione, ovvero paideia, in una parola alla crescita. Motivi universali, come è facile intendere, declinati entro uno sfondo di paese che si configura anch’esso in un certo modo come realtà universale, microcosmo di esistenze semplici ma non per questo meno significative, vissute all’insegna della laboriosità e insieme di un profondo, quasi innato, senso del decoro, di una pregnante autenticità.
Non è difficile scorgere l’amore saldo che lega l’autore al suo paese; quel senso di radicamento, di profonda appartenenza, si potrebbe dire di identità, lo stesso che spinge a scrivere, per non dimenticare, certo, per lasciare traccia, ma anche per rivivere idealmente le emozioni che hanno accompagnato gli eventi vissuti, come in un vero e proprio amarcord, sfilata di ricordi che si susseguono. Ed è proprio lungo questa linea di ricordi, significativamente sottesa a tutta la narrazione, che si dipana una trama affidata a scelte stilistiche particolarmente efficaci nella riproduzione di espressioni e stilemi tipici della lingua parlata e di toni colloquiali, evocativi della ferialità del quotidiano e di icastica immediatezza, tali da proiettare idealmente il lettore nei luoghi descritti con grande precisione ed accuratezza: la casa, innanzitutto, simbolo per eccellenza di ciò che siamo nel profondo, depositaria di significati spesso reconditi, è un contenitore di prime esperienze e di vissuti irripetibili, è il luogo dove vengono custoditi i nostri ricordi, dove continueranno sempre ad esistere parti di noi e dei nostri cari, con le stanze, gli oggetti che racchiudono memorie di un passato mai cancellato ma sempre vivo.
E ancora le strade del paese, le piccole botteghe, teatro di incontri, di scambi: un piccolo mondo antico nel quale si intravedono gli inequivocabili segni della modernità, del nuovo che avanza, accanto alle feste tradizionali, che connotano ed alimentano la religiosità degli abitanti e che ritmano il ciclo delle stagioni di una civiltà ancorata ad una realtà prettamente agricola e pastorale ma aperta al cambiamento. “Portami a Sine Die” è tutto questo: un’opera da leggere per riconoscersi o per scoprire un “come eravamo”.
Ed anche per riflettere sul significato profondo della appartenenza ad una comunità perché “un paese ci vuole” – come dice Cesare Pavese nel suo ultimo libro “La luna e i falò”: “Un paese ci vuole non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Il 30 Novembre nell’ambito degli eventi previsti dal progetto in rete Nuoro for Europe, si è disputata la prima giornata di gare che ha visto le rappresentative di sei istituti cittadini confrontarsi nel torneo di calcio a 5.
Il progetto, coordinato e ideato dal prof. Salvatore Rosa del CSS, dell’ITC2 Satta di Nuoro, promuove l’importanza della Comunità Europea e a tal fine ciascuna istituzione scolastica coinvolta è stata associata ad un paese europeo membro; esso si articolerà in una serie di giornate sportive che vedrà il confronto delle scuole superiori nel calcio a 5, nella pallavolo, nel basket, nell’orienteering, nel power lifting (pesistica) e in percorsi di abilità a squadre.
Inoltre si terranno dei momenti di dibattito sul tema dell’accoglienza, del controllo delle frontiere e sul ruolo delle O. N. G. : studenti ed esperti si confronteranno allo scopo di sensibilizzare i giovani e far capire meglio il ruolo strategico della Comunità Europea in relazione al problema dei flussi migratori.
A conclusione della prima giornata sportiva, il torneo di calcio a 5 è stato vinto dall’ITALIA/Liceo FERMI in una finale che ha visto protagonista anche gli studenti del LICEO ASPRONI/IRLANDA con gli alunni/atleti
ACCIARO L., CUCCUI F., CURRELI M., ENA F., FERRANDU F., FLORIS M., PILI C., RUGGIU L., SALIS S., URRU F.
che hanno vinto con merito e grande determinazione il loro girone (che era composto anche dal VOLTA/POLONIA e dal CHIRONI/GERMANIA).
Questa prima giornata è stata solo il viatico di una manifestazione che si prevede ricca di emozioni sportive ma anche fonte di crescita culturale e sociale per la comunità studentesca nuorese.
Nicolás Garfias, atleta peruviano, ospite lo scorso anno del Liceo Asproni per una full immersion a beneficio dei nostri allievi, ha vinto il massimo Campionato di Ginnastica Artistica a Lima, in Perù.
Nicolás, figlio di peruviani residenti nel Nord America, ha iniziato la sua carriera di ginnasta all’età di 8 anni presso il club di Richmond in Canada. “Ho sempre pensato al paese dei miei genitori e a quanto mi sarei sentito bene gareggiando per il Perù e dando il massimo”, ha commentato l’atleta. Nel 2021 è riuscito a entrare nella nazionale nella quale ha gareggiato nel Sudamericano de San Juan (ARG), partecipando ai Mondiali di Cottbus, Doha e Baku. “Il mio obiettivo sarà sempre quello di essere il miglior atleta possibile”.
Su iniziativa dei docenti di Scienze, Prof.ssa Mirella Pellegrini, e di Religione cattolica, Prof. Priamo Marratzu, lunedì 27 novembre le classi 3B e 3E del Liceo Asproni di Nuoro hanno partecipato a un incontro sulle cure palliative organizzato dalla caritas diocesana e finanziato dalla Cei attraverso i fondi dell’otto per mille. L’incontro-dibattito si è tenuto a Nuoro nella sala congressi dell’Euro Hotel in via Trieste.
Obiettivo formativo era quello di coinvolgere i giovani nelle situazioni, causa di grandi sofferenze, che nascono in circostanze particolari: depressione, ristrettezze economiche, timore delle conseguenze di scelte personali errate, insuccessi scolastici, incapacità di reggere la pressione e le attese di chi ci è prossimo.
“Quando non ne puoi più della vita! Cosa fare?, questa la domanda da cui si è partiti per affrontare un argomento delicato ma importante per capire i problemi adolescenziali.
Si tratta di momenti nei quali purtroppo tanti, di fronte alla sofferenza e alla malattia, optano per il suicidio; sono situazioni tragiche che, complice anche la pandemia, sono aumentate in maniera drammatica; si osservano infatti numerosi episodi, spesso sottostimati e sottovalutati, in città e in provincia, come i numerosi suicidi confermano.
Con il vescovo di Nuoro Monsignor Antonello Mura sono intervenuti Francesco Ognibene, giornalista di Avvenire, Don Tullio Proserpio cappellano del Centro Tumori di Milano, il professor Marco Maltoni del Dipartimento di scienze chirurgiche dell’ università di Bologna, Augusto Caraceni del dipartimento di scienze cliniche e di comunità di Milano, insieme al dottor Salvatore Salis direttore dell’Hospice di Nuoro.
Nella giornata di oggi, lunedì 27 novembre, alle ore 9.30, presso l’Aula Magna del Liceo Asproni, si è svolto un incontro dal titolo “Questo non è amore…” alla presenza del Primo Dirigente della Polizia di Stato, Dott. Sebastiano Niolu, e della Vice Sovrintendente, Giuliana Deligia, accolti dal Dirigente scolastico, Prof. Antonio Fadda.
Nel corso dell’incontro con le studentesse e gli studenti dell’Asproni, si è discusso del fenomeno della violenza contro le donne e i rappresentanti della Polizia di Stato, con l’obiettivo di divulgare la cultura della prevenzione, hanno illustrato le azioni di contrasto che le forze dell’ordine hanno da tempo messo in campo.
Martedì 28 novembre presso l’auditorium del museo etnografico di Nuoro si terrà la manifestazione organizzata dalla Asl di Nuoro nell’ambito dell’open Week della fondazione Onda “Supporto alle donne vittime di violenza“ uno spazio interistituzionale di confronto e condivisione delle azioni che, a livello regionale territoriale, vengono poste in essere per contenere limitare i danni di una cultura di prevaricazione di violenza del maschile sul femminile.
All’iniziativa, che vedrà presente il prefetto di Nuoro, il questore, il sindaco della città e altre autorità istituzionali, sono state invitate anche le scuole. Parteciperà la classe 4^A del nostro Liceo che, accompagnata dalla prof.ssa Anna Giordano,
Così come previsto da una delibera del Collegio è previsto che i docenti riservino un’ora settimanale al ricevimento dei genitori degli alunni.
Nella circolare pubblicata nell’Area riservata del Registro elettronico, si rendono noti, gli orari di ricevimento che decorrono dal prossimo 4 dicembre.
Giova rammentare che l’incontro tra genitori e docenti sarà possibile previo appuntamento, da fissare attraverso il registro elettronico, a cura delle famiglie, che seguiranno il percorso così descritto:
classeviva \ colloqui \ prenota colloquio con docente.
Si rende noto che, per il primo anno si svolgerà presso il nostro liceo, un corso di preparazione orientato al conseguimento della certificazione B2 della conoscenza della lingua spagnola (DELE).
Com’è noto, il Quadro comune europeo di riferimento, che rappresenta una linea guida impiegata per descrivere i risultati conseguiti da chi studia le lingue straniere in Europa, prevede tre fasce di competenza (“Base”, “Autonomia” e “Padronanza”) e complessivamente sei livelli di riferimento (A1, A2, B1, B2, C1 e C2) che definiscono le competenze in una lingua straniera secondo una gradazione che procede dal livello A1 Livello base al livello C2 Livello avanzato o di padronanza della lingua in situazioni complesse.
Le competenze di chi consegue il livello B2, sono così definite:
Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprese le discussioni tecniche sul suo campo di specializzazione. È in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile una interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.
Il corso di preparazione, che sarà autofinanziato dagli studenti, avrà durata di 50 ore con lezioni che si terranno presumibilmente due volte alla settimana, sarà aperto a 25 studenti iscritti al terzo, quarto e quinto anno di corso dei licei classico e linguistico, avrà inizio nelle prossime settimane e si concluderà nel mese di aprile 2024, in vista dell’esame per il conseguimento della certificazione che gli allievi sosterranno, accompagnati dai docenti, presso un Ente certificatore esterno alla Scuola, avente sede a Sassari o a Cagliari, qualora ciò sia possibile, presso il nostro Liceo con trasferta degli esaminatori incaricati dall’ente esterno.
Il percorso sarà considerato valevole, così come quello avviato per la lingua Francese, per l’assolvimento di una parte degli obblighi connessi percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, per un numero di ore pari al 50% delle ore frequentate; la validità sarà riconosciuta a fronte di una frequenza pari ad almeno il 75% delle ore di corso.
Lunedì 27 novembre, alle ore 15. 00 presso i locali di via Dante si terrà una prova di selezione per l’accesso al corso; in caso di risultati positivi in numero superiore rispetto ai posti disponibili, sarà stilata una graduatoria sulla base dei risultati della prova.
INFO DETTAGLIATE SONO DISPONIBILI NELLA CIRCOLARE PUBBLICATA NELL’AREA RISERVATA DEL REGISTRO ELETTRONICO
Il documento che segue costituisce una breve sintesi di una serie di riflessioni critiche condotte dagli alunni della 4B in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Ci piace condividerlo nella convinzione che lo studio della letteratura e la conoscenza del mito rappresentano forme di grande efficacia nell’educare alla empatia e alla comprensione autentica
Sabato 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alle ore 11.30 le classi terze e gli allievi delle classi prime e seconda dell’opzione “Linguaggi della comunicazione” hanno incontrato il pittore Stefano Caria, autore dell’opera ”DEDICATO AD EVA” esposta dal mese di settembre presso l’ingresso della sede di via Dante, per approfondire la relazione tra gli episodi di cronaca – tragici – e l’arte e il prof. Gianfranco Oppo, già componente dell’Osservatorio territoriale sul bullismo ed esperto di tematiche giovanili.
Sabato 25 le classi quinte hanno incontrato il presidente del Tribunale di Nuoro, il Dr. Mauro Pusceddu per una comune riflessione sugli episodi di violenza di genere.
Lo spazio allestito nelle rispettive sedi del Liceo Asproni in occasione della giornata contro la violenza di genere, è iniziativa della terza, opzione giuridico economica del liceo linguistico. La classe, sensibile ai fatti di cronaca dell’ultimo mese, ha ritenuto impreteribile coinvolgere l’intera comunità scolastica nel lasciare un segno, una poesia, un pensiero di vicinanza alle vittime e rifiuto verso ogni forma di controllo, di oggettificazione dell’amato, di violenza. Risveglio, libertà, consapevolezza, richiamo, è la loro iniziativa…”La battaglia contro la violenza sulle donne inizia da ME”!
Si rende noto che nei giorni 30 novembre e 1º dicembre 2023 si terranno i colloqui con le famiglie. Si svolgeranno in entrambe le sedi dell’Istituto: nel plesso di via Dante e in quello di via Trieste-Asiago
In particolare: giovedì 30 novembre 2023
ore 15.00 – 17.00 classi del primo anno di corso ore 17.00 – 19.00 classi del terzo anno di corso
venerdì 1 dicembre 2023
ore 15.00 – 16.30 classi del secondo anno di corso ore 16.30 – 18.00 classi del quarto anno di corso ore 18.00 – 19.30 classi del quinto anno di corso
Poiché numerosi docenti prestano servizio sia al primo biennio che al triennio, la tabella che fornisce indicazioni sulla sede di ricevimento per ciascun docenteè resa disponibile per la consultazione nell’Area riservata del Registro elettronico
Gli accoglienti locali del teatro San Giuseppe di Nuoro hanno ospitato il giorno giovedì 23 Novembre una bellissima rappresentazione teatrale tratta dal “Simposio” di Platone, dinnanzi ad un pubblico particolarmente attento e seriamente coinvolto, costituito dagli alunni di diverse classi del Liceo Classico “G. Asproni”. Assistere allo spettacolo ha permesso ai ragazzi e ai docenti che li accompagnavano di immergersi idealmente nel racconto di un banchetto, in una serata ateniese del 416 a.C., a casa di Agatone, importante tragediografo che festeggia la sua vittoria al concorso tragico delle Lenee. Ospiti le più brillanti personalità dell’epoca: il retore Fedro, Pausania “sociologo” e antropologo, il medico Erissimaco, il commediografo Aristofane, Alcibiade politico e consigliere militare, il filosofo Socrate. Il tema della serata, attorno al quale convergono le riflessioni dei protagonisti, è l’amore e tutti i convitati si impegnano in una sorta di vera e propria sfida per tenere il discorso più bello in onore di Eros, il Dio dell’Amore. Il “Simposio” di Platone (composto intorno al 380 a.C.) è da molti considerato una delle più belle e pregnanti conversazioni di tutta la letteratura occidentale, e, se esiste nella nostra civiltà il testo sull’amore cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è proprio il “Simposio”. Giunta quasi alla metà del suo terzo millennio di vita, l’opera mantiene ancora oggi le sue connotazioni di immediatezza e di profondità, confermando ancora una volta le parole di Italo Calvino sui classici, “opere che non hanno mai finito di dire quello che dovevano dire”. La rappresentazione ha indubbiamente raggiunto l’intento di offrire uno strumento complementare in grado di produrre emozioni, per così dire, didattiche, capaci cioè di far meglio assaporare il gusto dello studio. La riduzione e la drammatizzazione del testo di Platone, finalizzata a renderlo fruibile ed illuminante per un pubblico giovane, ha costituito una bella prova di bravura e di impegno per gli attori protagonisti, che al termine dello spettacolo si sono confrontati con il pubblico, offrendo una serie di significative sollecitazioni critiche, riguardanti in modo particolare il significato dell’esperienza teatrale e soprattutto la concezione platonica per cui la condizione di costitutiva mancanza dell’essere umano e il suo sentirsi intrinsecamente incompleto è alimentato dall’amore, da intendersi come la possibilità di fare della propria mancanza un dono. Nel nostro tempo, sempre più drammaticamente connotato da tragiche notizie di violenza, di egoistica sopraffazione, di morte, questa riflessione assume un valore di indubbia pregnanza e di profondo significato. E’ importantissima la concezione platonica per cui l’Eros si impossessa di noi, e pertanto è in grado di trasformarci, rappresenta un’opportunità di costante miglioramento di sè, è libertà, mai potrebbe diventare costrizione o violenza, e grazie alla sua forza inalienabile, è fecondo, autenticamente generativo. In questo senso si assimila sicuramente alla paideia, termine coniato dagli antichi Greci per definire la formazione dei futuri cittadini: un modello pedagogico legato particolarmente alla formazione, non soltanto alla istruzione intesa come mera trasmissione di concetti. Con la paideia infatti si faceva riferimento anche allo sviluppo morale, etico e spirituale dell’individuo, prassi necessaria al fine di rendere i futuri cittadini liberi e completi in vista del loro proficuo ingresso nella società. Platone vede nell’amore la forza che spinge l’uomo alla ricerca, stimolando il desiderio della sapienza e della bellezza, in una parola del Bene. Diviene quindi fondamentale contemplare la <> e volgere <>. Nel momento in cui la scuola offre ai ragazzi la possibilità così arricchente di conoscere tali concetti, di confrontarsi con queste idee, assolve pienamente ed efficacemente il suo ruolo altamente educativo, che passa anche attraverso una vera e propria educazione alla bellezza, esperienza del cuore e dell’anima capace di nutrirci di sentimenti positivi che possono poi tradursi in gesti di gentilezza, di comprensione di sé e degli altri, di empatia.
Gli alunni delle classi 4B, 4C e 5C hanno vissuto stamani in Aula Magna una esperienza particolarmente importante e significativa costituita dalla cerimonia di premiazione del Concorso nazionale A scuola di Costituzione nell’ambito del quale hanno ottenuto il primo premio. L’evento ha consentito una occasione preziosa di confronto critico con le altre scuole che hanno partecipato al progetto sui valori della Costituzione, sul senso e significato dell’essere cittadini responsabili, consapevoli, nonché sul ruolo fondamentale della scuola quale veicolo privilegiato di autentica paideia. L’alunna Silvia Denti della classe 5C a nome di tutte le classi , ha espresso un sentito ringraziamento infinitamente per il premio conferito oggi, “prova di grande onore e sicuramente estremamente gratificante per i nostri sforzi e per il nostro lavoro di ogni giorno. Durante i nostri approfondimenti abbiamo avuto nelle mani spesso qualcosa che era più grande di noi, appartenente ad un mondo così lontano ma che abbiamo fatto in ogni modo possibile il più vicino a noi e nostro, cercando di utilizzare quello che abbiamo studiato per fare un confronto attento con la realtà del passato e quella contemporanea, in una maniera tale che tutti gli alunni fossero attivamente coinvolti nella costruzione di quello che è stato il nostro piccolo, grande capolavoro. L’iniziativa ci è stata proposta dalla professoressa Venturella Frogheri, che a sua volta è stata una guida e una mediatrice, colei che è riuscita ad “impacchettare” così tante idee di così tanti ragazzi, un labor limae che ha contribuito a sua volta a far sì che potessimo trovarci qui in questo giorno, alla quale vorremmo dare un ulteriore ringraziamento per essere riuscita a darci fiducia e aver fatto il possibile per vedere che anche noi abbiamo tanto da offrire. Un ringraziamento ovviamente anche ai compagni, e alle altre classi, che ogni giorno e ogni anno scolastico decidono di non dedicarsi esclusivamente allo studio sui banchi di scuola ma di lasciare un pezzettino del loro tempo in numerose iniziative, anche se questo comporta uno sforzo in più e un impegno. Alla fine,, scuola è anche questo: imparare, costruire… e vincere. Grazie a tutti per l’attenzione!”
Sabato 25 novembre, ricorre la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, ricorrenza di particolare significato ed occasione preziosa per affrontare, con le studentesse e gli studenti, il tema della violenza – in questa occasione – contro le donne. La violenza nelle relazioni e questa odiosa violenza contro il genere femminile, sulla quale vogliamo in questa giornata tenere alta l’attenzione, anche dopo il tragico episodio di questi giorni, è il segno inequivocabile di una degenerazione dei rapporti e dell’abbandono, tragicamente diffuso, dei valori alla base del principio di convivenza tra le persone. Come le cronache testimoniano, è impressionante il numero di donne colpite, offese, violate e paiono troppo spesso ancora inascoltate le testimonianze delle vittime che hanno il coraggio di rompere il silenzio in una società che si scandalizza solo quando la cronaca riporta episodi particolarmente dolorosi. Pur se le violenze non sempre sfociano nel femminicidio, che può essere l’ultima tappa di una serie di vessazioni e violenze consumate troppo frequentemente all’interno delle mura domestiche o comunque di una relazione, sono comunque manifestazioni degenerate di un rapporto sentimentale che ha perduto il suo valore più alto e nobile, quello della donazione piena e reciproca, per corrompersi in gesti che arrivano a configurare reati che vanno dai maltrattamenti allo stalking, prima di giungere ad una tragica conclusione con quella frequenza che lascia sgomenti. Le scuole, pertanto, devono contribuire ad una corretta educazione dei giovani ribadendo e testimoniando, quotidianamente, con parole e comportamenti edificanti, il rifiuto della violenza comunque essa si manifesti. Per questo motivo appare di assoluta importanza, che il tema della violenza contro le donne si possa approfondire, nelle modalità che i docenti riterranno più adeguate all’interno delle classi, non solo domani ma in oni occasione si renda necessario. Anche quest’anno, il nostro liceo potrà avvalersi di contributi esterni.
Venerdì 24 novembre dalle ore 10:00 alle ore 12:30, nell’Aula Magna del Liceo delle Scienze umane e musicale “Salvatore Satta” nell’ambito del progetto “La società che cambia: il punto di vista della sociologia” si terrà la seconda conferenza, a cura del professor Franco Garelli (ordinario di “Sociologia dei processi culturali” all’Università di Torino), dal titolo: “Famiglia, Scuola, Social: chi vince. Oltre gli stereotipi”.
Il progetto prevede un ciclo di incontri in cui autorevoli sociologi presentano le ricerche e le conoscenze sociologiche più significative per avviare un confronto tra ricercatori e studenti e avviare una discussione pubblica su come cambia la società italiana.
L’iniziativa, realizzata col contributo della Fondazione di Sardegna, è curata dal prof. Salvatore Chessa in collaborazione con l’impresa sociale Nuovi Scenari diretta dal sociologo Pino D’Antonio.
Venerdì 24 novembre presso l’Auditorium dell’Istituto superiore d’istruzione “Francesco Ciusa”, le classi prime e seconde del liceo classico e linguistico parteciperanno alla conferenze “No mobile phone phobia – piaga del XXI secolo” tenuta dall’avvocato G. Amato e patrocinata dall’Associazione “Civiltà dei valori”. La conferenza affronterà il tema delle nuove forme di dipendenza dai mezzi tecnologici quali smarthphone, computer e rete internet. L’iniziativa formativa che investe la conoscenza del sé attraverso la riflessione sulla propria salute rispetto agli effetti della sovraesposizione al digitale, si inserisce tra le iniziative di orientamento
Il 16 Novembre scorso, presso il teatro Eliseo di Nuoro (TEN) gli alunni delle classi IVA, IVB e IV C hanno assistito ad uno spettacolo teatrale dal titolo “Apocalisse tascabile” L’iniziativa rientra nell’ambito del percorso di orientamento per gli studenti. L’opera è un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, specchio di una defunta condizione umana. Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subita, il cambiamento è incarnato dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30 che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane e già così defunta. “Apocalisse Tascabile” è uno spettacolo a doppiofondo: la fine del mondo è anche l’occasione per risvegliare quella “debole forza messianica” che secondo Benjamin si deposita in ogni generazione, in attesa d’essere portata alla luce per scardinare il mondo. Alle tematiche di “Apocalisse Tascabile” la platea di studentesse e studenti è stata sollecitata e direttamente coinvolta da un confronto dialettico tra gli artisti Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri e lo scrittore nuorese Giovanni Gusai, autore dalla forte sensibilità. Gli studenti hanno particolarmente apprezzato lo spettacolo. Le considerazioni che seguono, elaborate dalla allieva Yuliana Usai della classe IVC riassumono idealmente il senso di questa esperienza indubbiamente importante e significativa.
L’Apocalisse Tascabile è una rappresentazione teatrale molto vivace e ironica, particolarmente significativa: con ironia e rabbia racconta la disperazione della generazione esclusa, ingannata, condannata, dove l’acquisto e il guadagno sono l’unica esperienza possibile. I ragazzi passano dal comprare i prodotti sugli scaffali all’essere loro stessi prodotti, per quel “mercato del lavoro” pronto a sfruttarli, tritarli ed evacuarli. I temi trattati sono molto forti ma pieni di significato per cui vale la pena affrontarli. Uno di questi è quello del fallimento e di ciò che esso comporta: la depressione e la solitudine, per cui nessuno sembra interessato ad aiutarti, nessuno ti ascolta, nessuno ti vede, sembri quasi invisibile. Tutti premono perché ti realizzi e diventi qualcuno nella vita, caricando addosso un grande peso; sperano che un giorno tu possa diventare come loro, “i vecchi sono diventati un modello da imitare”, e nel momento in cui fallisci il “fallimento” ti sale alla testa, diventi un buono a nulla, inutile per una società fatta di grandi imprenditori. Gli adulti cercano di indirizzare i più giovani verso il percorso che loro stessi hanno compiuto, sei destinato a diventare una loro copia. “Ma non sono persone originali, i giovani, se tutto quello che hanno da fare è invecchiare”, cioè la loro vita non ha senso se non lo scopo di diventare come i loro nonni, i loro zii, i loro genitori. Quindi studiano, frequentano l’università e alla fine si laureano, ma dopo questo provano un senso di stanchezza e di inutilità, si ritrovano solo ad affrontare la loro vita, non soddisfatti delle proprie scelte perché hanno seguito come obbiettivo quello di soddisfare le aspettative altrui. Inoltre oggi i giovani non possono più occuparsi delle proprie passioni, devono adeguarsi a un mondo basato sull’economia, sui soldi, sul successo, pensano a trovare una occupazione che gli possa garantire denaro per vivere, non pensano più ad un lavoro che a loro piaccia e che possa permettergli di coltivare le proprie passioni. La società li ha educati così. Sono oppressi da una società in cui se non sei un imprenditore non vali niente, sei inutile, se non frequenti l’università, se non ti laurei hai poche speranze nel mondo del lavoro, le passioni non hanno alcuna importanza, ti piace suonare bene ma devi pensare a come riuscirai a vivere, puoi suonare ma morirai di fame. Il nostro mondo si è ridotto ai soldi, a un guadagnare e comprare; è importante la superficialità, il benessere esterno, più negozi ci sono meglio è, più tipi di uno stesso prodotto ci sono meglio è, ma la vita non è fatta solo di cibo e di vestiti, l’uomo è dotato di un animo, di passioni, di sentimenti, e in questa società non valgono niente. In “Apocalisse tascabile” viene anche affrontato il tema legato alla riflessione su di sé: “Devi riflettere su te stesso”, è quello che si sentono dire i giovani dagli adulti, ma come si a riflettere con tutte le distrazioni che ci allontanano dalla realtà e da noi stessi, come la televisione o il cellulare. Tutti si aspettano che i giovani abbiamo già chiaro il da farsi sul proprio futuro, che escano dalla “zona di comfort” per diventare dei grandi, tutti imprenditori, uomini importanti, ma nel momento in cui uno fallisce perde tutto, il fallimento ti soffoca e ti risucchia in un vortice senza fine, dove pesa più la delusione degli altri che la consapevolezza di aver fallito.
Per il terzo anno consecutivo, anche per il 2023 Eduscopio premia il Liceo “Giorgio Asproni” di Nuoro, come il miglior Linguistico della Sardegna tra le città capoluogo, con indice FGA (l’indice di rilevazione della Fondazione Giovanni Agnelli) del 61,70%.
La Fondazione Giovanni Agnelli è un istituto indipendente di cultura e di ricerca nel campo delle scienze umane e sociali con sede a Torino. L’idea di fondo del progetto eduscopio.it è proprio quella di valutare gli esiti successivi della formazione secondaria – i risultati universitari e lavorativi dei diplomati – per trarne delle indicazioni di qualità sull’offerta formativa delle scuole da cui essi provengono.
IL LICEO LINGUISTICO “GIORGIO ASPRONI”
Il risultato del Linguistico Asproni è di grande valore, soprattutto se lo si rapporta a quelli di altri Licei della Sardegna, della provincia e della città di Nuoro, che si attestano invece ben al di sotto dell’indice FGA del nostro Liceo.
I dati più interessanti, che hanno contribuito a premiare l’Asproni, sono quelli relativi al post diploma.
Per quanto riguarda il dato sulle immatricolazioni, ovvero sulla prosecuzione degli studi post diploma, se 26% è la media regionale, il dato degli alunni dell’Asproni che non proseguono gli studi si attesta al 13% (quindi ben al di sotto della media regionale).
Infine, per quanto riguarda il superamento del primo anno di Università, se 63% è la media regionale, il nostro Liceo ha il 77% degli studenti immatricolati che riescono a superare con successo il primo anno; al di sopra di 6 punti percentuali rispetto agli altri Licei linguistici della provincia e della città di Nuoro.
Giovedì 23 novembre alle h. 11.00 presso il teatro San Giuseppe si svolgerà uno spettacolo teatrale tratto dal “Simposio” di Platone.
Il Simposio racconta di un banchetto, in una serata ateniese del 416 a.C., a casa di Agatone, importante tragediografo che festeggia la sua vittoria al concorso tragico delle Lenee. Ospiti le più brillanti personalità del periodo: Fedro retore, Pausania “sociologo” e antropologo, Erissimaco medico, Aristofane commediografo, Socrate filosofo, Alcibiade politico e consigliere militare. Tema della serata è l’amore e i convitati si sfideranno per tenere il discorso più bello in onore di Heros, il Dio dell’Amore. “Il Simposio di Platone (scritto intorno al 380 a.C.) è da molti considerato una delle più belle conversazioni della letteratura occidentale, e, se esiste nella nostra civiltà il testo sull’amore cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è il Simposio. Giunto quasi alla metà del suo terzo millennio di vita, il Simposio è fresco e possiede sempre il fiore della gioventù, e appunto su chi è giovane, di preferenza, si impone, come la musica, prima di ogni riflessione” (cit. Giorgio Colli).
L’intento dello spettacolo è di offrire uno strumento complementare che produca emozioni, per così dire, didattiche, capaci cioè di far meglio assaporare il gusto dello studio. La riduzione e la drammatizzazione del testo di Platone è finalizzata a renderlo fruibile ed illuminante per un pubblico giovane.
Parteciperanno all’evento gli alunni delle classi2^A, 2^B, 2^C, 3^A, 3^B, 3^F, 4^A, 4^B, 4^C, 4^E, 5^A, 5^B
Giovedì 23 novembre 2023, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso la sala convegni della CCIA di Nuoro, si svolgerà la 1^ sessione del convegno di studi “Lavorare per il Reich- lavoratori coatti sardi in Germania 1943-1945”, cui seguirà la realizzazione della 2^ sessione il pomeriggio dalle ore 16.30 alle ore 20.00, per proseguire il pomeriggio successivo a Cagliari.
Parteciperanno all’evento le classi 5^A, 5^C e 5^ G che, accompagnate dalle prof.sse Depalmas e Littarru, docenti di Storia e Filosofia del Liceo Asproni.
Voluto dall’ISTASAC, realizzato con l’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) e con la Fondazione di Sardegna, il convegno vuole ricostruire la storia di quasi un milione di cittadini italiani, uomini e donne, che furono utilizzati come manodopera coatta nell’economia di guerra della Germania nazista.
Sabato 25 novembre al TEN Teatro Eliseo Nuoro va in scena lo spettacolo 𝐄𝐟𝐢𝐱 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐨. Dramma musico corale ispirato al capolavoro Deleddiano “Canne al Vento”, con particolare attenzione alla complessa figura di Efix, servo pastore della famiglia Pintor.
Regia di Valeria Polimene
🎟️ Ingresso libero sino a esaurimento posti. 🕖 19.45 ingresso al teatro 🕖 20.30 inizio spettacolo
Iniziativa annunciata dal sindaco Andrea Soddu per ricordare la ragazza uccisa dall’ex fidanzato e onorarne la sua memoria «promuovendo il rispetto e la consapevolezza nella nostra comunità».
In collaborazione con la Curia e il parroco della Cattedrale di Santa Maria della Neve don Giovanni Maria Chessa, a partire da domani – martedì 21 novembre – e per una settimana, la chiesa di San Carlo aprirà le sue porte dalle 9 alle 13.30 per un momento di preghiera e raccoglimento o portare un pensiero per Giulia in un registro che troveranno all’interno. La chiesa custodisce la copia simbolica “Madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa e, quindi, offre un ulteriore stimolo come luogo di riflessione e solidarietà. «Invito studentesse, studenti e chiunque desideri partecipare a lasciare pensieri in memoria di Giulia», precisa Andrea Soddu annunciando che «questi pensieri saranno raccolti e successivamente consegnati al Comune di Vigonovo, dove vive la famiglia Cecchettin. La scuola, oltre al suo ruolo educativo, assume un compito cruciale nella formazione di cittadini attivi e responsabili. È fondamentale che diventi uno spazio in cui si insegni che l’amore non è violenza, ma è intrinsecamente legato al rispetto. La chiesa di San Carlo – conclude il primo cittadino di Nuoro – diventa così un simbolo tangibile di unità e riflessione, un luogo in cui possiamo onorare la memoria di Giulia e lavorare insieme per un futuro più sicuro e rispettoso per tutte le donne».
La tragica fine di Giulia Cecchetin, vittima di una brutale e criminale violenza a pochi giorni dal 25 novembre, giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, ci impone di riflettere con grande attenzione sulle cause di un gesto così folle e su cosa poter fare – anche individualmente – per opporsi con ogni mezzo a questa deriva omicida. Nei prossimi giorni saranno avviate alcune iniziative per proseguire una riflessione che, in realtà, non si è mai interrotta ma che, periodicamente, è necessario approfondire. Domani, anche per testimoniare vicinanza ai familiari di Giulia e per esprimere con un gesto la nostra ferma condanna, alle 10:30, come richiesto dal Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, la campana suonerà per un minuto di silenzio in memoria di Giulia.
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