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IL VENTO DELLA MEMORIA SEMINA GIUSTIZIA, XXX GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNOIN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE

Il 21 marzo 2025, Trapani ospiterà la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un evento promosso da Libera e Avviso Pubblico. Questa giornata, che coincide con il primo giorno di primavera, vuole ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e corruzione.

Dal 1996, la Giornata della Memoria e dell’Impegno ha coinvolto una rete sempre più ampia di associazioni, scuole e enti locali, trasformandosi in un appuntamento che coinvolge i nostri territori, nel segno del noi, nel segno di Libera. Ogni anno, una nuova città diventa il palcoscenico di questo evento, dove i nomi delle vittime vengono letti come un rosario civile, mantenendo viva la loro memoria e il loro messaggio di giustizia.

Il programma di quest’edizione prevede due momenti significativi che si svolgeranno il 20 e il 21 marzo. Giovedì 20, ci sarà una veglia di raccoglimento accanto ai familiari delle vittime, un momento di profonda riflessione e vicinanza. Venerdì 21, il corteo nazionale attraverserà le strade di Trapani, accompagnato da seminari tematici nel pomeriggio, che offriranno spunti di riflessione sulle sfide attuali nella lotta alla mafia.

La Sicilia, e in particolare Trapani, rappresentano un territorio carico di storia e cultura, ma anche di sfide significative. Questi luoghi, spesso segnati dalla presenza di forze criminali, sono al contempo fucine di speranza e resistenza. La Giornata del 21 marzo si inserisce in un percorso che, a partire da novembre 2024, continuerà a mobilitare le coscienze e a promuovere l’impegno sociale.

Camminando al fianco dei familiari delle vittime innocenti, ci impegniamo a sostenere le loro istanze di giustizia e verità. Non possiamo dimenticare le stragi, il terrorismo e il sacrificio di chi ha perso la vita nell’adempimento del proprio dovere. È nostro dovere chiedere che venga fatta piena luce su queste tragedie, affinché la verità possa finalmente emergere.

La Giornata è ufficialmente riconosciuta dallo Stato, grazie alla legge n. 20 dell’8 marzo 2017, e rappresenta un momento cruciale per riflettere sulle problematiche che affliggono la provincia di Trapani e l’intera Sicilia, territori spesso considerati feudi della mafia e della corruzione sistemica. Insieme a migliaia di cittadini e centinaia di realtà sociali, continueremo a lavorare per un futuro in cui la cultura del diritto prevalga su quella del privilegio e della sopraffazione.

In questo cammino, daremo voce a chi si batte ogni giorno per costruire spazi di legalità e giustizia, rispondendo ai principi della nostra Carta Costituzionale. La XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno sarà un momento di grande significato, un abbraccio collettivo ai familiari delle vittime e una ferma promessa di non arrendersi nella lotta per un’Italia migliore, più giusta e libera dalla mafia. 

fonte: LIBERA www.libera.it

8 MARZO, FESTA DELLA DONNA

L’8 marzo ricorre la Giornata internazionale della donna, conosciuta anche come Festa della Donna.Pur se la narrazione attuale riferisce che si tratta di un’occasione per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche che lunghi decenni di lotte hanno consentito di raggiungere, per tenere alta l’attenzione su quanto, in tema di diritti, non è ancora stato pienamente conseguito e per rammentare le esclusioni, le discriminazioni e, purtroppo, le violenze che le donne ancora subiscono, sembra anche necessario esaltare, in questa giornata il genio femminile, la sua nobiltà, unicità e complementarietà con il “mondo maschile”.

Anche quest’anno la festa della donna, come negli anni passati, non sembra ricevere dalla stampa e dagli organi di informazione quella attenzione che sarebbe dovuta e, quando si rammenta la ricorrenza, sembra l’occasione per recriminazioni, proteste, rimproveri come se il percorso e le conquiste conseguite siano insignificanti, prive di valore evitando, spesso volutamente, di richiamare l’attenzione sulla bellezza e il fascino delle caratteristiche naturali della donna come se queste fossero dovute solo a manifestazioni culturali o stereotipi.

È bene, pertanto, richiamare con la necessaria convinzione l’attenzione sulle ragioni di questa giornata, nata come “Festa”, sulla sua importanza e sul valore che dovrebbe conservare anche e soprattutto nei periodi di trasformazione tumultuosa delle società, di crisi dalle molteplici evidenze, quando sono i soggetti più deboli e fragili, socialmente ed economicamente, a patire le maggiori sofferenze.Ricordiamo, quindi, insieme ai successi conseguiti dalle donne per il loro valore come persone, che questi non sono ancora pienamente conseguiti per considerare raggiunta la parità con gli uomini; ricordiamo il diritto al lavoro, dignitoso e adeguatamente retribuito, l’accesso ai ruoli direttivi o di alto profilo, il rispetto la persona nella sua piena e inviolabile integrità, la tutela – reale e non solo auspicata – della maternità come momento da vivere nella più grande serenità e protezione; testimoniamo il rifiuto di assimilare l’identità maschile con quella femminile e altre pratiche immorali e disumane che si vogliono considerare conquiste; questi sono tra gli ambiti che richiedono particolare attenzione perché troppo spesso segnati da esclusioni insopportabili nei confronti delle donne che nascono, sempre, dalla mancanza di rispetto verso la persona e la sua insopprimibile umanità.

Allo stesso modo dobbiamo rammentare la continua, intollerabile violenza, incomprensibile nella sua ferocia, come anche la cronaca riferisce, di cui le donne sono vittime da parte di uomini che hanno tradito la loro umanità, violenza alla quale dobbiamo continuare ad opporci, in ogni modo, con forza e determinazione.

Abbiamo il dovere di mostrare con quotidiane ed edificanti testimonianze, segnate da un reale e reciproco rispetto, da una vicendevole attenzione alle altrui necessità, con crescente consapevolezza, che la vera parità tra gli uomini e le donne si realizza nei fatti, anche con gesti semplici, che danno un riconoscimento reale ai diritti delle donne.

Infine, auguro ogni bene a tutte le donne del nostro liceo, alle docenti, alle studentesse, alle madri e alle sorelle dei nostri allievi e allieve, alla Direttrice amministrativa, alle assistenti amministrative ed alle collaboratrici scolastiche.

Il Dirigente scolastico

Prof. Antonio Francesco Fadda

8 MARZO AD ALTA VOCE   

Coordinamento didattico Venturella Frogheri

 “Pur vedendo il medesimo mondo, lo vediamo con occhi diversi”

(Virginia Woolf, “Le tre ghinee”)

L’8 marzo è la data della Giornata Internazionale della donna. L’origine di questa ricorrenza risale al 1908, quando, pochi giorni prima dell’8 Marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton di New York decisero di scioperare per protestare contro le difficilissime, dure condizioni a cui erano costrette sul loro posto di lavoro. Lo scioperò durò alcuni giorni, finché l’8 di Marzo il proprietario della fabbrica decise di chiudere le porte dello stabilimento al fine di impedire alle operaie di uscire, di fatto imprigionandole. Alla fabbrica fu appiccato il fuoco e le 129 operaie morirono tutte. In ricordo di questo drammatico episodio, questa data venne scelta per rappresentare la lotta internazionale in favore delle donne. Negli anni successivi alla tragedia, ci furono diverse celebrazioni, circoscritte però agli Stati Uniti. Poi le iniziative iniziarono a diffondersi e moltiplicarsi, e le donne maturarono una sempre maggiore consapevolezza della loro condizione  dal punto di vista sociale e lavorativo. L’8 marzo non è soltanto una ricorrenza, ma un’occasione  di riflessione critica e di approfondimento culturale sul cammino dell’emancipazione femminile, sulle conquiste ottenute e sulle sfide ancora aperte. I brani che seguono costituiscono un piccolo repertorio di testi che possono sollecitare riflessioni. Attraverso le voci degli alunni della classe III C rivivono, espresse attraverso l’incanto dei versi poetici, le osservazioni, le emozioni, le suggestioni dell’universo femminile, che offre un altro sguardo sulla realtà e sulle cose.

Voci di Margherita Baragliu, Claudia Beccu, Rosalia Bruno, Teresa Cerullo, Eleonora Cottu, Giada Deiana, Francesco Paffi, Davide Carta, Mariantonia Podda, Greta Vitzizzai.   



A tutte le donne   Alda Merini

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.


Tanto gentile e tanto onesta pare   Dante Alighieri

Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,

che dà per li occhi una dolcezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova

un spirito soave pien d’amore,

che va dicendo a l’anima: sospira.


Io voglio del ver la mia donna laudare   Guido Guinizelli

Io voglio del ver la mia donna laudare
ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella dïana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

Verde river’ a lei rasembro e l’âre,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ’l de nostra fé se non la crede;

e no·lle pò apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om pò mal pensar fin che la vede.


Donna   Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….

Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite…..
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!


Ti meriti un amore di Frida Kahlo

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi
e non si stanchi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie,
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.


Tu non sei i tuoi anni   Ernest Hemingway

Tu non sei i tuoi anni
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette delle tue guance.

Sei tutti i libri che hai letto
e tutte le parole che dici,
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte
quando sapevi di esser tutta sola.

Sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.

Sei fatta da così tanta bellezza,
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso
di esser tutto quello che non sei.


Sei bella di Angelo De Pascalis

Sei bella.
E non per quel filo di trucco.
Sei bella per quanta vita ti è passata addosso,
per i sogni che hai dentro
e che non conosco.

Bella per tutte le volte che toccava a te,
ma avanti il prossimo.
Per le parole spese invano
e per quelle cercate lontano.
Per ogni lacrima scesa
e per quelle nascoste di notte
al chiaro di luna complice.

Per il sorriso che provi,
le attenzioni che non trovi,
per le emozioni che senti
e la speranza che inventi.

Sei bella semplicemente,
come un fiore raccolto in fretta,
come un dono inaspettato,
come uno sguardo rubato
o un abbraccio sentito.

Sei bella
e non importa che il mondo sappia,
sei bella davvero,
ma solo per chi ti sa guardare.


Il serpente che danza di Charles Baudelaire

O quant’amo vedere, cara indolente,
delle tue membra belle,
come tremula stella rilucente,
luccicare la pelle!

Sulla capigliatura tua profonda
dall’acri essenze asprine,
odorosa marea vagabonda
di onde turchine,
come un bastimento che si desta
al vento antelucano
l’anima mia al salpare s’appresta
per un cielo lontano.

I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d’amaro
son due freddi gioielli, una miscela
d’oro e di duro acciaro.

Quando cammini cadenzatamente
bella nell’espansione,
si direbbe, al vederti, che un serpente
danzi in cima a un bastone.


Se posso perdonare  Patrizia Cavalli

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.

Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.

Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.


Lavoro di donna  Maya Angelou

Ho dei bambini cui badare
vestiti da rattoppare
pavimenti da lavare
cibo da comprare
poi, il pollo da friggere
il bambino da asciugare
un reggimento da sfamare
il giardino da curare
ho camicie da stirare
i bimbetti da vestire
la canna da tagliare
e questa baracca da ripulire
dare un’occhiata agli ammalati
e raccogliere cotone.

Risplendi su di me, sole
bagnami, pioggia
posatevi dolcemente, gocce di rugiada
e rinfrescate ancora questa fronte.

Tempesta, spazzami via di qui
con una raffica di vento
lasciami fluttuare nel cielo
affinché possa riposare.

Cadete morbidi, fiocchi di neve
copritemi di bianco
freddi baci ghiacciati
lasciatemi riposare questa notte.

Sole, pioggia, curva del cielo
montagne, oceani, foglie e pietre
bagliori di stelle, barlume di luna:
siete tutto quello che io posso dire mio.


Voce di Donna  Antonia Pozzi

Io nacqui sposa di te soldato.
So che a marce e a guerre
lunghe stagioni ti divelgon da me.

Curva sul focolare aduno bragi,
sopra il tuo letto ho disteso un vessillo,
ma se ti penso all’addiaccio
piove sul mio corpo autunnale
come su un bosco tagliato.

Quando balena il cielo di settembre
e pare un’arma gigantesca sui monti,
salvie rosse mi sbocciano sul cuore.
Che tu mi chiami,
che tu mi usi
con la fiducia che dai alle cose,
come acqua che versi sulle mani
o lana che ti avvolgi intorno al petto.

Sono la scarna siepe del tuo orto
che sta muta a fiorire sotto convogli di zingare stelle.


Ballata delle donne  Edoardo Sanguineti

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.


Finding Freedom (Troverò la libertà), Wadia Samadi

Mi sveglio ogni mattina progettando la mia fuga
Ma che ne sarà dei miei figli?
Chi mi crederà?
Chi mi darà una casa?
Passano gli anni e io sto ancora aspettando
Quando finirà tutto questo?

Il mio trucco non copre il mio viso livido
Il mio sorriso non nasconde il mio volto tirato.
Eppure, nessuno viene ad aiutarmi
Dicono: andrà meglio
Dicono: non parlarne
Dicono: questo era il mio destino
Dicono: una donna deve tollerare
I panni sporchi si lavano in famiglia, dicono.
Quando finirà tutto questo?

Ancora una volta, trascina il mio corpo sul pavimento.
Mi soffoca e io lo imploro di non uccidermi.
Ancora una volta, pretende il mio silenzio
Ancora una volta mi dice che non merito di vivere.

Ne ho avuto abbastanza
Non voglio tacere
Vivrò
Troverò la libertà

Tutto questo finirà oggi


In ricordi di Reyhnaeh Jabbari  Maria Letizia Del Zompo

Hai preferito andartene spiegando le tue ali bianche
anziché sporcare la tua dignità,
svilire la tua bellezza,
rinnegare la tua libertà,
quella che nasce dal coraggio del Vero.

Pugnalasti per difenderti
e ti hanno impiccata
perché certe leggi sono fatte da uomini
che non sopportano donne consapevoli e fiere.

Eri colpevole di essere donna,
giovane, moderna, gentile, forte e bella.
Al processo non hai pianto,
non ti sei disperata,
non hai chiesto perdono.

Avresti potuto salvarti
rinnegando ciò che ti era successo.
Hai preferito morire e donare i tuoi occhi,
il tuo cuore, la tua pelle
a che non diventino polvere,
ma continuino a celebrare vita.

Quante e quanti
avrebbero avuto il tuo coraggio,
il coraggio della vera bellezza
in un mondo che troppo spesso la ignora,
il coraggio della verità
in un mondo che in ogni istante la calpesta,
il coraggio della responsabilità.

Perché chi non si piega alla menzogna
restituisce al mondo intero dignità
e chi muore ingiustamente
per mano di un simile,
preservando il candore della sua anima,
dona luce al mondo intero.


Se domani non torno  Cristina Torres Cáceres

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).

Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.

Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.

Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.

Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.

Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.


Orlo, di Sylvia Plath

La donna è perfezione.
Il suo morto

Corpo ha il sorriso del compimento,
un’illusione di greca necessità

Scorre lungo i drappeggi della sua toga,
I suoi nudi

Piedi sembran dire:
Abbiamo tanto camminato, è finita.

Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
Come un bianco serpente a una delle due piccole

Tazze del latte, ora vuote.
Lei li ha ripiegati

Dentro il suo corpo come petali
Di una rosa richiusa quando il giardino

S’intorpidisce e sanguinano odori
Dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.

Niente di cui rattristarsi ha la luna
Che guarda dal suo cappuccio d’osso.

A certe cose è ormai abituata.
Crepitano, si tendono le sue macchie nere.

ERASMUS+ IN PORTOGALLO, IL RACCONTO DI UNA SETTIMANA STRAORDINARIA

È stata una settimana straordinaria quella che, dal 17 al 22 febbraio, un gruppo di studenti del Liceo Classico e Linguistico “Giorgio Asproni” di Nuoro, accompagnati dalle prof.sse Marina Zoppeddu e Anna Giordano nonché, dal Dirigente Scolastico prof. Antonio F. Fadda,  ha vissuto nell’accogliente città di Almada, in Portogallo.

Grazie, infatti, alla mobilità breve del progetto Erasmus Plus, le nostre studentesse e i nostri studenti, ospitati dai loro host portoghesi della Escola Secundaria del Cacilhas-Tejo, hanno partecipato con grande entusiasmo alle attività didattico-laboratoriali organizzate dalle docenti della scuola partner: lezioni, tecnological workshop, visite guidate, elaborazione e presentazione dei report relativi ai momenti più significativi della loro esperienza; esperienza svoltasi, anche, oltre le mura scolastiche. Diverse e intense, infatti, sono state le giornate dedicate alla scoperta di ambienti urbani e naturalistici: il parco del Cristo Rei, con la suggestiva vista panoramica sul fiume Tago e sulla capitale portoghese, e il Centro di Arte Contemporanea della Casa da Cerca, con il suo prezioso giardino botanico, entrambi ad Almada; l’immenso Mosteiro dos Jerónimos, il Padrão dos Descobrimentos e la meravigliosa Torre di Belém, tutti a Lisbona; le incantevoli aree naturalistiche di Charneca da Caparica e di Mata do Medos; le località di Sintra e Cascais; il suggestivo Cabo da Roca, estremo occidentale del continente europeo, affacciato sul vasto orizzonte atlantico.

Numerosi sono stati i momenti dedicati alla conoscenza della cultura portoghese, dagli aspetti linguistici a quelli artistici e delle tradizioni popolari, così come non sono mancate le occasioni di svago e di convivialità; occasioni, quest’ultime, non meno importanti delle altre perché fondamentali ai fini dell’instaurazione di un legame profondo tra le persone che, sicuramente, continuerà al di là del tempo trascorso insieme.

Anna Giordano, Marina Zoppeddu





ERASMUS+: BRIDGES ACROSS EUROPE

E’ appena terminata la mobilità breve a Berlino, la cui scuola, la Friedensburg-Oberschule, è stata per il quarto anno consecutivo nostro paese partner sia nelle mobilità brevi che in quelle lunghe. Asya, Giorgia, Camilo, Andrea, Angela, Beatrice, Maria Rosalia e Maria Paola, accompagnati dalle prof.sse Lina Barone e Anna Maria Grazia Mazzella, sono partiti dal 16 al 23 febbraio alla volta di Berlino, splendida capitale europea, per conoscere studenti e professori della scuola europea partner, ed a loro volta ospiteranno i ragazzi tedeschi da fine marzo ad inizio aprile, completando il progetto di mobilità breve. Sin da subito i ragazzi nuoresi e berlinesi hanno simpatizzato e creato legami, partecipando con entusiasmo ai diversi laboratori organizzati dai colleghi tedeschi Peter e Cordula: Ambiente, tradizioni, usi e costumi. E così i nostri studenti nuoresi sono stati coinvolti nelle attività della scuola, frequentando lezioni di inglese, spagnolo e tedesco, hanno visitato insieme ai loro insegnanti il Tiergarten, il parco più grande della città, ammirato la cupola del Reichstag, e ancora una mostra fotografica sui cambiamenti climatici presso il museo CO, prestato omaggio alla Chiesa della Memoria, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e simbolo della crudeltà e l’orrore delle guerre, e ancora ammirata la mostra di Street art presso il museo Urban Nation, conosciuto ed apprezzato l’arte del fotografo Helmut Newton. Non sono mancate attività e momenti di svago, quali il pomeriggio trascorso al Bowling, durante il quale studenti ed insegnanti si sono cimentati in competizioni divertenti, che hanno favorito la socializzazione tra i nostri ragazzi ed i ragazzi berlinesi, oppure la passeggiata lungo la Kantstrasse, la cosiddetta via dei negozi, con le sue vetrine scintillanti e colorate, i suoi Shopping centers, le sue caffetterie, i suoi ristorantini tedeschi, orientali, greci e spagnoli, riflesso di una città che è divenuta il Melting Pot di culture, tradizioni, usi e costumi di tutto il mondo. Ed infine hanno abbattuto muri, i nostri ragazzi, quei muri non solo fisici ma soprattutto dell’anima, costruendo al loro posto ponti, i ponti della solidarietà, dell’amicizia e del rispetto dei popoli, della pace che si auspica possa essere costruita in Europa e nel mondo e che possa rendere i suoi abitanti fratelli. E tutto questo grazie ad Erasmus+.

Lina Barone e Nannina Mazzella



BEM-VINDOS AMIGOS

Venerdì 28 febbraio la nostra scuola ha ricevuto la gradita visita di un gruppo di docenti provenienti dal sud del Brasile legati alla Congregazione degli Oblati di San Giuseppe.

La.comitiva accompagnata dal docente di religione cattolica Priamo Marratzu è stata ricevuta dal dirigente scolastico prof. Antonio Fadda e ha visitato i locali della sede di via Asiago. I docenti hanno dialogato con insegnanti ed alunni rendendosi disponibili ad avviare un rapporto di collaborazione proficua. Il Liceo Asproni intende espandere la rete di scambi internazionali andando oltre i paesi dell’ Unione Europea.

ERASMUS+, CHIARA MAMELI (2F) ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO

E’ partita per Almada, bellissima città del Portogallo, Chiara Mameli, studentessa della classe 2 F del corso linguistico della nostra scuola. Chiara è partita con una valigia piena di sogni e speranze, ma anche curiosità di scoprire un mondo nuovo, ampliando così i propri orizzonti e confrontandosi con tradizioni, usi e costumi diversi dai propri. Chiara sarà ospite di Patricia, studentessa della scuola Escola Secundaria Cacilhas Tejo, nostro paese partner per il secondo anno consecutivo, che a sua volta verrà ospitata dalla nostra studentessa da marzo ad aprile. Frequenterà le lezioni e parteciperà a tutte le attività ed i progetti della scuola ospitante, conoscerà nuovi amici e porterà nel cuore, al termine di questa importante esperienza, il ricordo indelebile dei giorni vissuti ad Almada e la consapevolezza di essere cittadina europea e del mondo, perché Erasmus arricchisce la mente, Erasmus ti cambia la vita.   

“OMBRE NEL VENTO”, NOTE DI VENTURELLA FROGHERI

Il mare buio, il silenzio eterno,

dove le ombre parlano, fredde, di mistero.

Ma la morte è diversa, non ha volto né nome,

è un colpo improvviso che spezza ogni sogno.

Patryk ed Ethan, giovani nel cuore, se ne sono andati, lasciando solo dolore.

Destini intrecciati, tra mito e realtà, uno cerca verità, l’altro trova l’eternità.

Nel silenzio della memoria, restano vivi, i sogni, le risate, i volti perduti.

E noi, come Odisseo, cerchiamo nel buio la forza di affrontare il nostro cammino.

Tra ombre e ricordi, il destino ci guida verso il mare infinito, oltre la via.

L’autore del componimento sopra riportato è Samuele Mastracco, giovanissimo allievo della classe I A del Liceo Classico “G: Asproni” di Nuoro. Un tragico evento che recentemente ha colpito la nostra città, la morte di Patryk ed Ethan, due ragazzi crudelmente strappati alla vita travolti dal crollo di un edificio abbandonato, ha suggerito a Samuele versi vibranti di una forte intensità di sentimenti, che coinvolgono profondamente il lettore sul piano psicagogico ed insieme sollecitano riflessioni universali sulla bellezza della vita, (i sogni, le risate) e sul mistero insondabile della morte che spezza ogni sogno, mentre noi cerchiamo nel buio/la forza di affrontare il nostro cammino. Sono le emozioni, con la loro potenza e intensità, a dettare i versi di Samuele, tanto incisivamente racchiusi entro una essenziale semplicità delle immagini, così delicate nella loro pregnanza e grazia e connotate da una particolarissima profondità emotiva. In questo senso la sua poesia acquista il valore di uno strumento privilegiato per esplorare i sentimenti e le riflessioni che sono scaturiti dal dolore, dalla tristezza, dallo sgomento dinnanzi all’insondabile mistero della morte. Nel suo Dialogo sulla poesia Friederich Schlegel afferma che “la ragione è una, e in tutti la medesima. Ma ogni uomo, proprio come ha una sua natura e un suo amore, porta in sé una poesia a lui peculiare, che deve e non può che restare sua, come certo che egli è quello che è che qualcosa di primigenio si cela in lui da sempre”. E’ pertanto palese che la poesia si pone come una esigenza profonda, ineludibile, di rispondere alla verità di se stessi, poesia da intendersi come “itinerarium mentis”, viaggio in un proprio personale mondo interiore, nello stesso tempo in grado di colpire al cuore chi legge, di rigenerarlo, di avviarlo verso un cambiamento ed una maturazione autentica in ordine ad una sempre maggiore consapevolezza di sé. D’alta parte la poesia vive nelle immagini ed è capace di determinare una ricchissima serie di stimoli non soltanto concettuali ma anche e soprattutto emotivi: una esperienza estetica ed insieme etica, quindi, che permette di sviluppare la conoscenza di sé e la comprensione dell’altro, attraverso il linguaggio delle emozioni e dei sentimenti veicolati dal linguaggio poetico. Alcune espressioni del componimento meritano una particolare attenzione. La metafora della vita come cammino, come vero e proprio itinerario di scoperta e di apprendimento, di dubbi e di interrogativi, suggerisce significativamente a Samuele l’immagine di Odisseo, simbolo dell’uomo che imperturbabile e coraggioso affronta le difficoltà e non rinuncia alla ricerca. Il componimento può essere interpretato come un viaggio Tra ombre e ricordi che diventano specchio di emozioni universali degne di essere condivise. La morte di Patryk e di Ethan non potrà cancellare la memoria della loro vita, dei loro giochi, della loro spensieratezza, dei loro sogni: essi sono vivi nel cuore di coloro che li hanno conosciuti e amati e attraverso la poesia il loro ricordo vince l’oblio del tempo che tutto divora ed è l’amore che vince la morte. Le parole di Samuele risuonano con forza e con autenticità consegnando ai lettori un piccolo grande universo di emozioni ed è significativo il fatto che ancora nel nostro tempo così pervasivamente dominato dalla tecnologia e dalla realtà virtuale la poesia eserciti ancora il suo fascino inesauribile nell’animo di un giovanissimo offrendo una espressione dei sentimenti che la comunicazione razionale della ferialità non potrà mai dare e consentendo di preservare la nostra umanità.

Venturella Frogheri

ELEONORA E PATRICIA, UN PONTE SARDEGNA-SPAGNA GRAZIE A ERASMUS+

Vivere un’ occasione unica di crescita per chi come lei ha scelto di frequentare il corso linguistico. Con questo spirito Eleonora Cirnu studentessa della terza E è partita in Spagna per ricambiare la visita all’IES Alonso Sánchez di Huelva in Andalusia.

Dal 5 febbraio fino al 4 aprile, è ospite di Patricia, che ha vissuto una esperienza Erasmus di mobilità lunga presso il nostro istituto dal 20 ottobre al 21 dicembre 2024.

Per Eleonora e Patricia una nuova possibilità di rinnovare una amicizia autentica e la convivenza sui banchi di scuola.

Erasmus Plus è un progetto che la nostra scuola porta avanti da anni e continua ad alimentare il legame tra la Sardegna e Andalusia grazie all’incessante lavoro della commissione Erasmus

IL DOVERE DELLA MEMORIA: IL 10 FEBBRAIO, IL GIORNO DEL RICORDO DELLA TRAGEDIA DELLE FOIBE

Il 10 febbraio è un giorno di grande dolore e riflessione per l’Italia, in particolare per la comunità istriana e fiumano-dalmata. È un giorno in cui si commemora la tragica sorte di migliaia di civili, in prevalenza di etnia italiana, che persero la vita nelle foibe, profondi burroni e grotte presenti nella regione istriana e nel territorio di Fiume, tra la fine della seconda guerra mondiale e la fine degli anni ’40.

La tragedia delle foibe fu il risultato di una serie di eventi che portarono all’esodo della popolazione autoctona istriana e fiumano-dalmata dalle regioni di origine verso l’Italia. Durante la seconda guerra mondiale, la popolazione istriana e fiumano-dalmata aveva espresso la sua fedeltà all’Italia, in contrasto con le aspettative del nuovo stato jugoslavo, guidato da Tito.

Dopo la fine della guerra, le forze partigiani jugoslave, in prevalenza di etnia serbia, iniziarono a perseguire una politica di “pulizia etnica” contro la popolazione autoctona istriana e fiumano-dalmata. I civili, uomini, donne e bambini, vennero arrestati, deportati e condotti nei burroni e nelle grotte della regione, dove vennero uccisi e seppelliti.

Secondo le stime, tra il 1945 e il 1950, oltre 4.000 persone furono uccise nelle foibe, tra cui bambini, anziani e donne incinte. Molti altre persone vennero deportate in campi di concentramento in Jugoslavia, dove soffrirono violenze e privazioni.

L’esodo delle popolazioni italiane dalle regioni di origine fu un fenomeno di grande portata, con milioni di persone che lasciarono le loro case e le loro terre per rifugiarsi in Italia. La tragedia delle foibe è stata una delle cause principali di questo esodo, che ha lasciato una ferita aperta nella storia e nella collettività italiana.

Il 10 febbraio è stato scelto come giorno del ricordo per la tragedia delle foibe per ricordare la memoria delle vittime e per onorare la loro storia e la loro cultura. È un giorno di riflessione e di commemorazione, in cui si celebra la dignità e la libertà dell’intera comunità istriana e fiumano-dalmata.

La celebrazione del 10 febbraio è anche un’opportunità per riflettere sulla storia e sulle radici della nostra comunità, per ricordare i valori della tolleranza e dell’integrazione, e per promuovere la pace e la comprensione tra le popolazioni della regione.

Infine, il 10 febbraio è un giorno per ricordare il dovere della memoria, che significa mantenere viva la memoria delle vittime e delle loro storie, e lavorare per prevenire che simili tragedie possano ripetersi in futuro. È un dovere che incombe a tutta la collettività italiana, in particolare alle istituzioni e ai dirigenti politici, per garantire che la storia e la memoria delle popolazioni italiane vengano rispettate e tutelate.

27 GENNAIO, L’INCONTRO DEGLI STUDENTI DELL’ASPRONI CON EDITH BRUCK

In occasione della giornata della Memoria giovedì 23 gennaio tutte la classi del liceo Asproni hanno partecipato alla conferenza online organizzata dall’ Università Giustino Fortunato con la presenza di Edith Bruck deportata ungherese della Shoah. Una preziosa occasione di riflessione arrivata da una sopravvissuta agli orrori nazi-fascisti. All’ evento hanno partecipato migliaia di studenti collegati da tutta l’Italia che hanno inviato domande a Edith Bruck suscitando interesse e curiosità sulla sua esperienza di vita.

L’ASPRONI PROTAGONISTA A ORANI NELLA FASE PROVINCIALE DI CORSA CAMPESTRE

Ottima prestazione dei ragazzi dell’Asproni alla fase provinciale di corsa campestre che si è svolta ad Orani martedì 9 gennaio.
Gli Asproniani hanno dimostrato grinta e capacità tattica riuscendo ad accedere alla fase regionale con entrambe le squadre, Allievi e Allieve, e raggiungendo risultati soddisfacenti sia a livello individuale che di squadra.


Il quintetto delle Allieve con Giulia Dessolis (1F), Gaia Farris (3G), Chiara Podda (1E), Sara Seddone e Ludovica Satta (2F) si sono classificate seconde a pochi punti dal liceo di Jerzu.

La squadra maschile con Nicolas Capozzi (2E), Luciano Fancello (3E), Gabriele Loi (2B) e Simone Zichi (3B) ha invece raggiunto la prima posizione, lasciandosi alle spalle il Volta di Nuoro e il Costa Azara di Sorgono.
A livello individuale encomiabile il risultato di Sara Carbone campionessa provinciale per la categoria Junior e di Simone Satta ormai da anni punto di riferimento per le gare di mezzofondo.
Sempre a livello individuale, ha fatto gli onori di casa l’oranese Simone Zichi con un buon terzo posto e Sara Seddone che ha conquistato la medaglia di bronzo nella sua categoria.
Prossimo appuntamento la fase regionale ad Oristano, nella quale i nostri ragazzi daranno il massimo per rappresentare al meglio il nostro Liceo. 

3, 2, 1, C’EST PARTI AVEC ERASMUS PLUS!

Come dicono in Francia, “le jour J” è arrivato anche per Sofia e Leonardo, alunni dei corsi linguistico e classico del Liceo Asproni. Oggi infatti, inizia la loro mobilità Erasmus Plus di 2 mesi, presso i nostri colleghi e amici di Pessac, vicino a Bordeaux. Ai nostri ragazzi auguriamo di vivere appieno e con entusiasmo la grande opportunità offerta dal progetto.

“Sofia et Leonardo, que l’aventure Erasmus commence! “

1945-2025: 80 ANNI DALLA TRAGEDIA DELLA SHOAH

Oggi 27 gennaio, Giornata della Memoria, ricorrono gli 80 anni dalla scoperta dei campi di concentramento nazisti, un anniversario che ci invita a riflettere profondamente su uno dei capitoli più oscuri della storia umana. L’apertura dei cancelli di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen e altri campi da parte degli Alleati nel 1945 rivelò al mondo la portata dell’orrore del genocidio nazista.

Questi luoghi, progettati per l’annientamento sistematico di milioni di persone, furono il teatro di atrocità indescrivibili. Gli ebrei furono le principali vittime dell’Olocausto, ma anche Rom, disabili, oppositori politici, omosessuali e altre minoranze subirono persecuzioni e stermini. La scoperta dei campi mise a nudo l’estrema brutalità del regime nazista e segnò un punto di svolta nella comprensione delle capacità distruttive dell’odio e dell’intolleranza.

Ottant’anni dopo, il ricordo di quei crimini è più importante che mai. La memoria è una responsabilità collettiva: serve non solo a onorare le vittime, ma anche a prevenire che simili tragedie possano ripetersi. In un’epoca in cui il negazionismo e l’antisemitismo trovano ancora spazio, è cruciale educare le nuove generazioni sugli orrori del passato.

Il 2025 può essere l’occasione per rinnovare l’impegno verso i valori di dignità umana, uguaglianza e rispetto. Attraverso eventi commemorativi, mostre, conferenze e testimonianze dirette di sopravvissuti, possiamo continuare a tramandare la storia e a riflettere sul nostro ruolo nella costruzione di una società più giusta e inclusiva.

Ricordare i campi di concentramento significa anche interrogarsi sulle dinamiche che portarono a tali atrocità: il pericolo della disumanizzazione dell’altro, il ruolo della propaganda e la responsabilità di chi scelse di non agire. Ogni anniversario è un monito e un appello alla vigilanza.

Ottant’anni dopo, le immagini dei campi di concentramento continuano a scuotere le coscienze e a ricordarci che l’umanità deve sempre lottare contro l’odio e la violenza. La memoria non è solo un dovere verso il passato, ma una guida fondamentale per il futuro.

27 GENNAIO, IL GRIDO DEI DIMENTICATI a cura della Classe 3^E

Anche quest’anno ci ritroviamo, in questa giornata di memoria e silenzio,a ricordare chi non c’è più, chi è stato strappato da mani umane, eliminato da uomini come lui.

Ricordiamo chi è morto di stanchezza, schiacciato dal peso dello sfruttamento, e chi, sopraffatto dal dolore, ha scelto di andarsene, consumato da una sofferenza troppo grande per il cuore.

27 GENNAIO, “NEL FORNO BRUCIAVAN…” di SALVATORE DELUIGI (4^B)

Nel forno bruciavan malamente
I corpi di coloro ch’erano rei
Principalmente di essere ebrei
O di esser diversi sessualmente

Tanti brutti ricordi indelebili nel cuore
Lasciati dal campo di concentramento
Sembran congelati dal gelido vento
Narrati ancora per evitare quell’errore

Raccontan senza sosta i sopravvissuti
Della crudeltà e cattiveria del soldato
Che indifferente e per ordine di stato
Non prova pietà per quei detenuti

È bene tutto questo non dimenticare
Affinché non si ripeta il fatale errore
E venga sempre condannato l’orrore
Che deve portare tutti a ragionare

SALVATORE DELUIGI, Classe 4^B

27 GENNAIO, “PURIFICAZIONE MACCHIATA” di VALERIA CONTU (5^A)

Non ho più visto mia madre
Con le mani arrossate
I sogni ammassati di bene
Ho lasciato mia madre

Siederà ora stanca dei giorni
Con milioni digiuni del tempo
Tra vacui fantasmi
e sangue lavato

Come fosse catarsi
delle colpe d’un mondo
il sadismo
e il secondo peccato dell’uomo

Nei pianti percossi
si è spento il genere umano
Nel fiore fasullo
che siamo incolpevoli

La poesia è dedicata alla profonda sofferenza che milioni di persone hanno dovuto patire a causa della cattiveria umana. Ecco qualche precisazione ad alcuni rimandi ed espressioni usate.

L’esordio è un riferimento alla testimonianza di Edith Bruck, che racconta come un soldato l’abbia separata dalla madre, dicendole di andare a destra e quindi ai lavori forzati, mentre la madre sarebbe andata a sinistra e quindi nella camera a gas. La seconda strofa si sofferma sulla morte della madre. L’espressione “Digiuni del tempo” si riferisce a coloro che sono stati uccisi presto, in particolare i bambini, mentre “Sangue lavato” ha due significati: possiamo pensare alla speranza che la morte ponga fine a tutte le sofferenze – e quindi il “sangue lavato” sono le atrocità terminate –oppure anche all’intenzione nazista di eliminare una “razza” e purificare quella tedesca; “Catarsi delle colpe d’un mondo” riguarda il “sacrificio” degli ebrei per le colpe e i mali dei tedeschi. Infatti, Hitler ha attribuito agli ebrei diverse colpe, tra cui la sconfitta tedesca durante la prima guerra mondiale. Il “lavarsi dalle proprie colpe con il sangue altrui” è un rimando alla parola olocausto, la più retta forma di sacrificio del giudaismo, che viene usata anche per descrivere il genocidio degli ebrei. Con l’espressione “secondo peccato dell’uomo” ci si riferisce alla tendenza umana a scaricare sugli altri le proprie colpe: dopo aver disobbedito a Dio, Adamo si rende conto di essere nudo e si nasconde: <<(Dio) riprese: “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”.>> (Genesi 3:11-12 CEI 2008).

VALERIA CONTU, Classe 5^A

Ogni tentativo di giustificare quello che non è altro che desiderio di sangue e di prevaricazione è un insulto alla vita; così come l’indifferenza che l’uomo dimostra di fronte a certi crimini o l’assenza di una condanna pubblica di ciò che è evidentemente sbagliato è ugualmente una colpa. Da cui, “Ventotto apolitici più 3 fascisti eguale 31 fascisti” (Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa).

OGGI ALL’ASPRONI LE OLIMPIADI DI FILOSOFIA

Si sono svolte oggi le selezioni d’Istituto per le Olimpiadi di Filosofia, il tradizionale appuntamento organizzato da Philolimpia, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione.

Queste le 4 tracce che i 41 allievi partecipanti hanno ricevuto dalla Commissione costituita dai docenti del Dipartimento di Filosofia:

Ambito Teoretico

“La mente umana non è, come ChatGPT e i suoi simili, una macchina statistica e golosa di centinaia di terabyte di dati per ottenere la risposta più plausibile a una conversazione o la più probabile a una domanda scientifica”. Al contrario… “la mente umana è un sistema sorprendentemente efficiente ed elegante che opera con una quantità limitata di informazioni. Non cerca di danneggiare le correlazioni dai dati, ma cerca di creare spiegazioni. […]. Smettiamola di chiamarla allora “Intelligenza Artificiale” e chiamiamola per quello che è e fa un “software di plagio” perché “Non crea nulla, ma copia opere esistenti, di artisti esistenti, modificandole abbastanza da sfuggire alle leggi sul copyright.Questo è il più grande furto di proprietà intellettuale mai registrato da quando i coloni europei sono arrivati nelle terre dei nativi americani. “

Noam Chomsky, New York Times


Ambito Etico

A partire da più di un secolo e mezzo, il mondo è segnato dal ruolo preminente del consumo nell’economia, nella società, nella psicologia individuale. I bassi prezzi unitari delle merci, la possibilità di restituirle a determinate condizioni, il pagamento rateale provocano a ondate successive la «proliferazione del superfluo» e la «democratizzazione del lusso». Nel nostro stile di vita vi è, tuttavia, qualcosa di più rispetto a quella rimozione dei freni al consumo che – a partire dagli anni Venti del secolo scorso – si è rapidamente diffusa, dapprima negli Stati Uniti e, in seguito, in altri Paesi e continenti. Si tratta della bulimia acquisitiva, dell’esagerata inclinazione a soddisfare esigenze e bisogni sostanzialmente superflui. La relativa abbondanza di merci ha indotto gli individui a sfondare le plurimillenarie barriere imposte dalla scarsità, provocando, secondo alcuni critici, una preoccupante regressione della civiltà a stadi primitivi: «Gli oggetti non costituiscono né una flora né una fauna. Tuttavia danno l’impressione di una vegetazione proliferante e di una giungla, dove il nuovo uomo selvaggio dei tempi moderni fatica a ritrovare i riflessi della civiltà» […].

Remo Bodei, La vita delle cose


Ambito Politico

Che i re filosofeggino o che i filosofi diventino re, questo non dobbiamo aspettarcelo ma neppure desiderarlo; infatti il possesso del potere corrompe inevitabilmente la libertà di giudizio della ragione. Che però i re e i popoli sovrani, cioè popoli che governano da soli secondo le leggi dell’eguaglianza, non facciano sparire o tacere i filosofi e invece li lascino parlare pubblicamente, questo è a tutt’e due indispensabile per illuminare le loro cose e, dato che questa classe per sua natura è incapace di cospirazioni e di raccogliersi in società segrete, è al di sopra di ogni accusa di propaganda.

Kant, Per la pace perpetua


Ambito Estetico

Diceva Johann Wolfgang Goethe: “Un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo si guarda più.” Si fa l’abitudine anche alla bellezza: fino al punto da non sentirne più l’attrazione, da non avvertirne più la seduzione. Accade quando la meraviglia, lo stupore, si smorzano fino a spegnersi completamente. Accade quando non si sa o non si vuole rinnovare il pensiero di fronte alla bellezza. Quando non la si reinterpreta e non la si pone al confronto con il proprio tempo e con la propria condizione interiore. La contemporaneità si è abituata alla bellezza dell’arcobaleno. Non prova più nessuno stupore quando appare nel cielo. Se vuole ritrovare lo stupore deve cominciare ad indagare la sostanza dei suoi colori, l’incredibile perfezione del suo disegno”

Antonio Errico, “La bellezza non può durare senza la conoscenza”


27 GENNAIO, PER NON DIMENTICARE

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 decreta il Giorno della Memoria al fine di commemorare tutte le vittime dell’Olocausto. La data del 27 gennaio è legata al fatto che in quel giorno nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. La Liberazione dei sopravvissuti di Auschwitz e le loro testimonianze rendono noto per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. La tragedia immane dell’Olocausto ha toccato il cuore di moltissimi autori e poeti. Di seguito alcuni testi poetici tra i più significativi, affidati alle voci degli alunni della classe III C: Margherita Baragliu, Claudia Beccu, Rosalia Bruno, Davide Carta, Teresa Cerullo, Eleonora Cottu, Sofia Cucca, Giada Deiana, Francesco Paffi, Mariantonia Podda, Greta Vitzizzai prestano le loro voci per condividere le espressioni poetiche, le emozioni, i sentimenti scaturiti da pagine tanto dolorose e buie della Storia. La poesia è testimonianza luminosa, memoria e ricordo che vince l’oblio.

Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

Aprile di Anna Frank

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.

Non le case o i tetti, ma il cielo.

Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere felice.

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Auschwitz di Peter Paul Wiplinger

Considerare ogni parola
sugli oggetti
sugli occhiali
sulle scarpe
sui capelli tagliati
sulle brune valigie
con i nomi
immagini di dolore
documenti d’orrore
le scatole ammassate
di Zyklon B
le bambole rotte
nella vetrina
le lunghe file
nella latrina
i ferrigni attrezzi
nel crematorio
considerare ogni parola
su la realtà
ad Auschwitz
sbocciano rose rosse
e il cielo
è blu.

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C’è un paio di scarpette Rosse di Joyce Lussu

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.

C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald.

Più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald.
Servivano a far coperte per i soldati.
Non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas.

C’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald.
Erano di un bimbo di tre anni,
forse di tre anni e mezzo.
Chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare,
si sa come piangono i bambini.

Anche i suoi piedini
li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono.

C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald,
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole…

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Il Piccolo Giardino di Frantisek Bass

Il piccolo il giardino
profumato di rose,
è stretto il sentiero
dove corre il bambino:
un bambino grazioso
come il bocciolo che si apre:
quando il bocciolo si aprirà
il bambino non ci sarà.

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L’appello del mattino di Krystyna Zywulska,

Il sole sorge sul campo di Auschwitz,
splendente di un bagliore roseo
stiamo tutti in fila, giovani e vecchi,
mentre nel cielo scompaiono le stelle.
Ogni mattino stiamo qui per l’appello
Ogni giorno, con la pioggia o con il sole
sui nostri volti sono dipinti
dolore, disperazione, tormento.
Forse proprio ora, in queste ore grigie,
a casa mia piange un bambino
forse mia madre sta pensando a me…
La potrò mai rivedere?
In questo momento è bello sognare ad occhi aperti,
forse proprio ora il mio innamorato mi pensa
Ma, Dio non voglia, se
andassero a prendere anche lui?
Come su uno schermo argentato
l’azione continua splendida
poco lontano arriva qualcuno
in una limousine nuova e brillante.
Scendono con lentezza e con grazia,
le “Aufseherinnen” (1) indossano abiti blu.
Ci trasformiamo immediatamente in pilastri di sale,
numeri, nullità inanimate.

Ci contano con arroganza sprezzante
loro, la razza più nobile
sono i tedeschi, la nuova avanguardia
che conta la marmaglia a strisce, senza volto.
All’improvviso, come per una scossa elettrica, rabbrividiamo
al pensiero che simile a un razzo ci balena in testa
costei deve essere anche una moglie o una madre
una donna… E anche io sono una donna…
La pellicola sensazionale si svolge lentamente
“Achtung!” Sistemare la fila!
Questo è un momento davvero speciale,
si avvicina il “Lagerkommandant”.
È possibile che il mondo sia tanto pericoloso?
Un fischio e, in un attimo, il silenzio
fra di noi pronunciamo una preghiera quieta
ma c’è qualcuno che ci può sentire?
Il sole è di nuovo alto nel cielo, brillanti e rosei sono
i suoi raggi. O Dio caro, ti chiediamo
arriveranno giorni migliori?

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La farfalla di Pavel Friedman

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!

L’ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

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Mattino di Selma Meerbaum-Eisinger

Il vento canta la sua ninna nanna
con un fruscìo di sogno,
teneramente adula le foglie.
Mi lascio sedurre e spio quel canto
e mi sento come i prati.

Scrosci nell’aria
rinfrescano il mio viso
cocente, racchiuso nell’attesa.
Nuvole in viaggio riversano la bianca
luce che hanno rubato al sole.

La vecchia acacia
spande il suo silenzio
nel tremulo intrico di foglie.
Gli aromi della terra si alzano, salgono
e scendono poi su di me.

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Museo di Auschwitz di Michael Etkind

Capelli morti
che un tempo abbellirono
il capo di giovani donne
ed ora giacciono
dietro vetro trasparente.

Scarpe vecchie
che calzarono i loro piedi
e li condussero qui.
E vecchi occhiali,
denti finti,
alcune stampelle, e
qualche protesi.

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Se questo è un uomo di Primo Levi

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa, andando per via,
coricandovi, alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

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Da domani Poesia di un ragazzo trovata in un Ghetto nel 1941

Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi sarò contento,
a che serve essere tristi, a che serve.
Perché soffia un vento cattivo.

Perché dovrei dolermi, oggi, del domani.
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole.
E non vi sarà ragione di tristezza.

Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento,
e ad ogni amaro giorno dirò,
da domani, sarà triste,

Oggi no.

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Filo spinato di Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin

Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl’ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.

È il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?

Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.

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La casa di Frantisek Bass

Fisso e fisso il vasto mondo,
il mondo vasto e distante,
fisso e fisso verso sud-est,
fisso e fisso verso casa mia.
Fisso e fisso verso casa,
verso la città dove sono nato.
Oh, mia città, mia città natale,
con quale gioia tornerei da te.

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Nostalgia della casa, di autore Anonimo

È più di un anno che vivo al ghetto
nella nera città di Terezin
e quando penso alla mia casa
so bene di che si tratta.
O mia piccola casa, mia casetta,
perché m’hanno strappato da te,
perché m’hanno portato nella desolazione,
nell’abisso di un nulla senza ritorno?

Oh, come vorrei tornare
a casa mia, fiore di primavera!
Quando vivevo tra le sue mura
io non sapevo quanto l’amavo
Ora ricordo quei tempi d’oro
presto ritornerò, ecco già corro.

Per le strade girano i reclusi
e in ogni volto che incontri
tu vedi che cos’è questo ghetto,
la paura e la miseria.
Squallore e fame, questa è la vita
che noi viviamo quaggiù,
ma nessuno si deve avvedere:

la terra gira e i tempi cambieranno.
Che arrivi dunque quel giorno
in cui ci rivedremo, mia piccola casa!
Ma intanto preziosa mi sei
perché mi posso sognare di te.

************

Auschwitz di Salvatore Quasimodo 

Laggiù, ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell’aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.

Tu non vuoi elegie, idilli: solo
ragioni della nostra sorte, qui,
tu, tenera ai contrasti della mente,
incerta a una presenza
chiara della vita. E la vita è qui,
in ogni no che pare una certezza:
qui udremo piangere l’angelo il mostro
le nostre ore future
battere l’al di là, che è qui, in eterno
e in movimento, non in un’immagine
di sogni, di possibile pietà.
E qui le metamorfosi, qui i miti.
Senza nome di simboli o d’un dio,
sono cronaca, luoghi della terra,
sono Auschwitz, amore. Come subito
si mutò in fumo d’ombra
il caro corpo d’Alfeo e d’Aretusa!

Da quell’inferno aperto da una scritta
bianca: “Il lavoro vi renderà liberi”
uscì continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all’alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all’acqua con la bocca
di scheletro sotto le docce a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d’animali,
o sei tu pure cenere d’Auschwitz,
medaglia di silenzio?

Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d’ebrei: sono reliquie
d’un tempo di saggezza, di sapienza
dell’uomo che si fa misura d’armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pietà, sotto la pioggia,
laggiù, batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.

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Ricordatevi di Benjamin Fondane

Ricordatevi solo che ero innocente
e che, come voi, mortali di quel giorno,
avevo avuto, anch’io, un volto segnato
dalla collera, dalla pietà e dalla gioia,
un volto d’uomo, semplicemente!

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Olocausto di Barbara Sonek

Abbiamo suonato, abbiamo riso
eravamo amati.
Siamo stati strappati dalle braccia dei nostri
genitori e gettati nel fuoco.
Non eravamo altro che bambini.
Abbiamo avuto un futuro. Saremmo diventati avvocati, rabbini, mogli, insegnanti, madri. Avevamo dei sogni, quindi non avevamo speranze. Siamo stati portati via nel cuore della notte come bestiame in macchina, senza aria per respirare soffocando, piangendo, morendo di fame, morendo. Separato dal mondo per non esserci più. Dalle ceneri, ascolta il nostro appello. Questa atrocità per l’umanità non può ripetersi. Ricordati di noi, perché eravamo i bambini i cui sogni e vite furono rubati.


ASCOLTA I PODCAST SUL 27 GENNAIO A CURA DEGLI ALUNNI DELLA CLASSE 3^C

NOTE SU MEMORIA E RICORDO


La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare.

(Octavio Paz)


Le parole del poeta messicano Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura nel 1990, si attagliano efficacemente a definire l’importanza della memoria: una espressione profondissima in grado di sollecitare il lettore e che in forme particolarmente dense di significato contiene insieme i concetti di memoria e ricordo. Si tratta di due termini che spesso utilizziamo indifferentemente come se fossero sinonimi ma che, come afferma Soren Kierkegaard nell’opera In Vino veritas, non corrispondono esattamente allo stesso concetto. Sia la memoria sia il ricordo permettono di preservare e quindi rivivere le esperienze, i fatti, le azioni, le emozioni del passato, ma sono legati a sfumature e suggestioni diverse. La parola ricordo trova la sua origine etimologica nel latino “re-cordor” e contiene in sé il termine “cuore”, si lega pertanto alla sfera tutta soggettiva, personale ed intima dei sentimenti, implica il potere di “richiamare al cuore” quanto abbiamo vissuto. La memoria, dal greco “μιμνῄσκω”, è una attività della mente, attiene all’ambito dell’intelletto. La memoria, afferma Octavio Paz, è ciò che ci ricorda: molte possono essere le interpretazioni di una locuzione così pregnante: si può dire che la memoria riporta al cuore chi davvero siamo, connette la nostra mente, con il suo potere conoscitivo, le sue facoltà di formazione di concetti, di comprensione, al nostro cuore, agli affetti, alle passioni, ai sentimenti. Per dirla con Borges: “noi siamo la nostra memoria”. Ed è la memoria il legame che annoda il passato, sedimentato in noi, alla cognizione autentica del presente, un presente che non finisce mai di passare: e sulla base di tale consapevolezza che può essere presupposta l’edificazione del futuro. Fare memoria storica entro una prospettiva critica esercitata dalle facoltà intellettive permette di acquisire conoscenze ed operare una analisi volta a comprendere gli eventi del passato, interpretare il presente, e quindi capire il nostro tempo in forme consapevoli e responsabili, nonchè ricavare moniti ed insegnamenti per il futuro. Ricordare ciò che è stato attivando i sentimenti significa però anche sforzarsi di maturare una conoscenza per così dire empatica, capace di generare compassione, comprensione autentica degli stati d’animo, dei sentimenti, delle gioie e delle sofferenze sottesi agli avvenimenti del passato, sottraendo all’oblio del tempo che tutto divora il ricordo di coloro che ci hanno preceduti.
Una riflessione che si fa prepotentemente urgente in occasione del prossimo 27 gennaio, Giornata della memoria, istituita per non dimenticare le vittime dell’Olocausto e mantenere viva la coscienza di tutti e di ciascuno su una delle pagine più tenebrose e drammatiche del XX secolo. l’Olocausto e le atrocità e le violenze ad esso connesse, per assumere scelte responsabili finalizzate ad evitare che simili orrori si ripetano, mentre anche il nostro tempo è drammaticamente attraversato da forme di discriminazione e odio in varie forme e in molte regioni del mondo. Un memento indispensabile perché, come affermava Primo Levi, “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.


Venturella Frogheri


ASCOLTA IL PODCAST

COMPITO DI REALTÀ SU BOCCACCIO, A CURA DEGLI ALUNNI DELLA CLASSE 3^C

Una esperienza didattica in III C. Coordinamento didattico Venturella Frogheri

REALIZZAZIONE DI UN COMPITO DI REALTA’: IPOTIZZARE LA COSTRUZIONE DI UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER IL LANCIO DI UN FILM TRATTO DA UNA NOVELLA DI G. BOCCACCIO

Per COMPITO DI REALTÀ, si intende una situazione-problema, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite, mettendo in pratica capacità di problem-solving e diverse abilità in relazione all’attività all’interno di contesti sociali moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica.

Si è inteso in tal modo, attraverso la realizzazione di tale progetto, costruire qualcosa di concreto e consentire agli allievi di cimentarsi in una performance, svolta nel gruppo classe perché potesse contemplare momenti di condivisione e coinvolgere tutti, nell’intento di permettere uno spazio di autonomia e responsabilizzazione degli allievi.

Naturalmente per essere efficace il compito deve avere una connessione evidente e diretta con il mondo reale ed una esplicita significatività per gli alunni che vengono sollecitati e motivati dalle sfide che in esso si propongono. Pensare il compito di realtà in questi termini ha significato prevedere per la sua realizzazione differenti modalità di azione e percorsi di soluzione, stimolando contemporaneamente l’impiego di processi cognitivi complessi: il ragionamento, il transfert, il pensiero critico e divergente.

La finalità precipua di questo compito di realtà proposto agli alunni della classe III C è stata quella di costruire un “prodotto” pubblicitario finalizzato ad invogliare il maggior numero possibile di persone ad assistere alla proiezione cinematografica di una novella di Boccaccio.

Poiché il film ovviamente non è realizzato, non si è previsto un vero e proprio “trailer” che generalmente contiene un montaggio delle scene o sequenze più importanti e più significative della pellicola.

Pertanto la realizzazione di una campagna pubblicitaria è stata proposta sui seguenti elementi o formati da scegliere: video o poster o manifesto o locandina o volantini.

Ogni alunno ha quindi letto ed analizzato criticamente una novella, ha realizzato sulla stessa una mappa concettuale ed ha quindi prodotto il compito di realtà suddetto.

I lavori sono stati quindi sottoposti alla valutazione di una giuria costituita dagli alunni della classe V C, i quali sulla base di precisi criteri hanno decretato i lavori vincitori.

Di seguito le considerazioni della giuria: “Dopo un’attenta analisi dei progetti multimediali, considerando aspetti come la fedeltà alla storia originale, l’originalità e la qualità grafica, è stata definita la seguente graduatoria:

  • primo posto (ex aequo) assegnato a tre progetti che si sono distinti per la loro capacità di coinvolgere il pubblico e per la chiarezza nella comunicazione: Ser Ciappelletto, a cura di Greta Vitzizzai, Federigo degli Alberighi a cura di Teresa Cerullo, La novella delle papere a cura di Sofia Cucca
  • Secondo posto, attribuito a un progetto particolarmente apprezzato per la precisione nell’impaginazione e l’attenzione ai dettagli: Nastagio degli Onesti a cura di Giulia Baltolu
  • Terzo posto conferito a un progetto che ha saputo incuriosire gli spettatori: Lisabetta da Messina a cura di Francesco Paffi

Ogni lavoro presentato è stato apprezzato per il valore e la dedizione dimostrati; dunque ringraziamo anche tutti coloro che, pur non essendo tra i vincitori, hanno contribuito con il loro impegno e la loro creatività a questo progetto”.


LEGGI LA PRESENTAZIONE IN POWER POINT “LA NOVELLA”

DA NUORO ALL’UGANDA, INCONTRO CON GLI STUDENTI DEL LICEO ASPRONI SUL TEMA DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI

Nel quadro del progetto “E.Wa.S. Soluzioni per l’ambiente e per l’acqua” in Uganda, finanziato dalla Regione Sardegna, Direzione Regionale, servizio Rapporti Istituzionali, il Comune di Nuoro (capofila di progetto) promuove un incontro di confronto rivolto a studenti e studentessedi alcune classi quarte del Liceo Asproni sul tema “Diritti umani, cooperazione internazionale, Agenda 2030: da Nuoro all’Uganda”. Una riflessione condivisa sui temi proposti è di fondamentale importanza per sensibilizzare le generazioni più giovani su quanto si possa fare per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, quali ancora siano le sfide in termini di diritti umani e che ruolo possono avere le iniziative progettuali di cooperazione internazionale esistenti.Promuovere consapevolezza su questi temi favorisce la solidarietà internazionale e incoraggia la partecipazione attiva dei giovani, individuando degli obiettivi comuni intergenerazionali e incoraggiando azioni concrete finalizzate a promuovere la giustizia sociale nell’ottica della cittadinanza globale.

ISCRIZIONI PER L’ANNO SCOLASTICO 2025/2026

Il Ministero informa che, al fine di permettere alle scuole di svolgere un’ampia attività di orientamento e di concedere alle famiglie maggior tempo per una scelta ponderata, è stata rideterminata la finestra temporale per la presentazione delle domande di iscrizione.

Con nota specifica, l’amministrazione comunica che in sostituzione del periodo inizialmente fissato dall’8 al 31 gennaio 2025 (nota prot. 47577 del 26 novembre 2024), le iscrizioni per le scuole dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione potranno essere effettuate dal 21 gennaio 2025 alle ore 8:00 fino al 10 febbraio 2025 alle ore 20:00.

Come accedere

Se sei genitore o eserciti la responsabiltà genitoriale su alunni o studenti da iscrivere, accedi a Unica con la tua identità digitale SPID, CIE, CNS o eIDAS

Compila la domanda

Al primo accesso ti verrà chiesto di confermare o completare i tuoi dati personali, quindi potrai iniziare a compilare la domanda di iscrizione. La domanda si compone di tre sezioni da compilare con i dati dell’alunno, della famiglia e di almeno una scuola, quella di prima scelta. Le sezioni della domanda possono essere compilate in tempi diversi e, quindi, se desideri fare una pausa, puoi salvare le informazioni inserite senza inoltrare la domanda.

OGGI LA TRADIZIONALE SS. MESSA DI NATALE PER GLI STUDENTI

Oggi una nutrita rappresentanza di studenti e docenti del nostro Liceo, guidata dal Dirigente scolastico, ha partecipato alla messa di Natale riservata alle scuole secondarie e presieduta dal vescovo di Nuoro Monsignor Antonello Mura.

In occasione della celebrazione organizzata dai giovani del Seminario, tra cui diversi asproniani, il Vescovo ha esortato i presenti a vivere il Natale come un momento di attesa e gioia e a vivere le delusioni scolastiche senza drammi ma come occasioni di crescita e riflessione personale.

A conclusione della liturgia il tradizionale scambio di auguri, in un clima conviviale, con un rinfresco organizzato all’esterno della cattedrale

GIORGIO ASPRONI: UN PROTAGONISTA SARDO NEL RISORGIMENTO ITALIANO

Promosso dall’Associazione Mazziniana Italiana, Sezione Giorgio Asproni di Nuoro, e coordinato scientificamente dall’Istituto Storico ISTASAC, mercoledì 18 dicembre presso la Biblioteca Satta di Nuoro si è svolto un incontro pubblico sulla figura di Giorgio Asproni dal titolo “Un protagonista sardo nel Risorgimento Italiano”, relatori il dottor Annico Pau dell’ Associazione mazziniana e il professor Giuseppe Puligheddu ricercatore dell’Istasac.

Insieme al dirigente scolastico Prof. Antonio Fadda hanno partecipato alcuni docenti del nostro liceo ai quali è stato rilasciato l’Attestato di partecipazione valido per le attività formative e l’aggiornamento.

Nella circostanza è stato riproposto il lavoro di ricerca e valorizzazione della figura di Giorgio Asproni realizzato dalla nostra scuola nel 2017 con la realizzazione di pannelli informativi nella sede di via Dante e la pubblicazione di un volume scientifico.

“GENERAZIONE Z”, INCONTRO CON GIANLUIGI MELE, CEO e CO-FOUNDER DI WHITE ENERGY GROUP S.P.A.

Dal 2011 al 2015 ha svolto attività di consulenza direzionale. Specializzato nelle aree Finanza e Controllo e Sviluppo di nuovi progetti di impresa, ha curato per la ESCo Tholos Srl lo sviluppo di FTT (Finanziamento Tramite Terzi) e altre operazioni di Finanza straordinaria. Dal 2007 al 2010 è stato CFO per il gruppo editoriale E Polis. Dal 2000 socio fondatore della multiutility Energit S.p.A. dove è stato CFO fino al 2006, Precedentemente ha lavorato presso la Internet Company Tiscali Spa e al Centro di Ricerca CRS4, come Controller e Responsabile della Pianificazione. Gianluigi Mele è laureato in Economia Aziendale all’Università L. Bocconi di Milano.

Conduce Manuel Garau di Generazione Z

QUESTO NON È AMORE: LEGGI L’OPUSCOLO DELLA POLIZIA DI STATO

In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Polizia di Stato rinnova il suo impegno a prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere.

Lo fa con la campagna “Questo non è amore”, realizzata dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, andando nelle piazze, per le strade, nei luoghi di aggregazioni di tutte le province italiane, dove i poliziotti delle Questure si avvicinano alle vittime dando loro un’opportunità per denunciare in modo protetto e per conoscere gli strumenti a disposizione per uscire dalla spirale di violenza e soprusi.

BORSE DI STUDIO “NINO E SANDRA PIRAS”

Le figure umane e professionali di due straordinari nuoresi – i fratelli Nino e Sandra Piras – verranno richiamate alla memoria collettiva grazie a sei borse di studio (per complessivi seimila euro con la possibilità di raddoppiare con due ulteriori premi) messe a disposizione dalla famiglia Piras.

Tra gli altri, le Borse di studio saranno destinate anche gli allievi dell’ultimo anno del Liceo Classico Giorgio Asproni.

Ad annunciare l’iniziativa è l’associazione “Martedì Letterari” presieduta da Angelo Altea, delegata dalla famiglia a curare le fasi dell’organizzazione e dell’assegnazione, prevista per la fine di maggio del prossimo anno.

Per gli studenti del Liceo Asproni, in particolare, sono previsti tre premi: 1500 euro al primo classificato, 1000 al secondo e 500 al terzo.

Un ulteriore premio di 1500 euro sarà destinato al vincitore che si iscriverà ad una facoltà universitaria di Pisa, cifra che verrà raddoppiata se chi si aggiudica la borsa riuscirà a superare la severa selezione per essere ammesso alla Scuola Normale di Pisa o al Collegio Sant’Anna.

In particolare, gli Asproniani che vorranno partecipare al Bando (n via di definizione e che verrà affisso all’Albo nei prossimi giorni) dovranno cimentarsi in uno scritto che si ispiri alle figure del professor Nino Piras.

Nino Piras è considerato uno dei padri fondatori del moderno diritto commerciale. Nel 1954 superò il difficile testi di ammissione al Collegio Medico Giuridico della Scuola Normale Superiore di Pisa e si segnalò fin da subito per la mente brillante e lo spirito di iniziativa. Qualità che attirarono l’attenzione del professor Lorenzo Mossa, sardo anche lui, una autentica autorità internazionale nel campo del Diritto Commerciale. Il vecchio docente spronò il giovane allievo a dare seguito con perseveranza alla sua vocazione e gli diede importanti indirizzi professionali ed umani.

«Nino e Sandra – hanno fatto sapere tramite “I martedì letterari” i rappresentanti della famiglia Piras – meritano di essere ricordati come un esempio per i più giovani. Ognuno nella sua sfera di interesse ha spezzato le catene dell’isolamento a cui pareva inevitabilmente destinato chi nasce in mezzo alle montagne della Barbagia per librarsi nei cieli della conoscenza. Un esempio che deve essere studiato e ricordato».

PARTECIPAZIONE ALLA TAVOLA ROTONDA SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Parteciperanno anche gli alunni delle classi 3C, 5B, 5C alla tavola rotonda, contro la violenza sulle donne, in programma martedì 26 novembre, alle ore 10, presso il Teatro San Giuseppe, in Via Trieste a Nuoro.

Coordinato dall’avvocatessa Caterina Brocca, l’evento sarà introodotto da Caterina Vargiu, responsabile regionale del coordinamento Spi CGIL Sardegna , e vedrà la partecipazione della dott.ssa Luisa Puggioni, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna, dell’avvocatessa Concetta Sirca, presidente C.P.O. (Comitato Pari Opportunità) di Nuoro, di Luisella Porcu, responsabile Centro Antiviolenza Onda Rosa di Nuoro, di Virginia Pasnbin, medico di origini iraniane, di Giuliana Deligia, Vice Sovrintendente Divisione Anticrimine della Questura di Nuoro.

I lavori si concluderanno con l’intervento di Claudia Carlino, responsabile nazionale coordimamento donne Spi CGIL.

A seguire, lo spettacolo “A bocca chiusa” di Monica Corimbi.

25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Oggi, lunedì 25 novembre 2024, si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La data ricorrente del 25 novembre è tutt’altro che casuale: segna il brutale assassino avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana delle tre sorelle Mirabal. Legate al gruppo di liberazione 14 giugno contro la dittatura nel paese, vennero sequestrate e uccise a bastonate, prima di esser gettate in un dirupo.

La loro scomparsa divenne un simbolo di ribellione, istituzionalizzato nel 1999 dalle Nazioni Unite.

La ricorrenza che si celebra ogni anno il 25 novembre è particolarmente significativa ed occasione preziosa per affrontare, con le studentesse e gli studenti, il tema della violenza contro le donne.

La violenza nelle relazioni e questa odiosa violenza contro il genere femminile, sulla quale vogliamo, in particolare in questa giornata, tenere alta l’attenzione, è il segno inequivocabile di un degrado nelle relazioni vissute senza il necessario, dovuto, rispetto verso il nostro prossimo.

L’attenzione all’altro, la premura nella cura dei rapporti, l’importanza da riconoscere all’umanità di coloro che, ogni giorno, incontriamo non sembra più essere un valore irrinunciabile.

In questa situazione non deve sorprendere l’abbandono, tragicamente diffuso, dei valori alla base del principio di convivenza tra le persone.

Le cronache testimoniano quotidianamente come la violenza, diretta e indiretta, verbale e fisica, sia diventata un tratto caratteristico di questi tempi: oggi volgiamo l’attenzione alle donne colpite, offese, violate e paiono troppo spesso ancora inascoltate le testimonianze delle vittime che hanno il coraggio di rompere il silenzio in una società che si scandalizza solo quando la cronaca riporta episodi particolarmente dolorosi ma che non riesce a trovare, nonostante le sofferenze delle vittime, una strada per affrontare con efficacia quella che è diventata, ormai, una tragedia sociale.

Il femminicidio è l’ultimo stadio di una serie di vessazioni e violenze consumate troppo frequentemente all’interno delle mura domestiche o comunque nell’ambito di una relazione ormai tossica; giova sempre rammentare come l’amore tra le persone – per essere tale – deve essere caratterizzato da una donazione piena, reciproca e, soprattutto, libera senza corrompersi in gesti segnati da prepotenza, violenza e soprusi che arrivano a configurare reati che vanno dai maltrattamenti allo stalking, prima di giungere ad una tragica conclusione con quella frequenza che lascia sgomenti. Le scuole, pertanto, devono contribuire – insieme alle famiglie –  ad una corretta educazione dei giovani ribadendo e testimoniando, quotidianamente, con parole e comportamenti adeguati, edificanti, il rifiuto della violenza comunque essa si manifesti e il ritorno a rapporti segnati da rispetto, riguardo, gentilezza e garbo, parole che, talvolta e incredibilmente, sembra superfluo usare.

Per questo motivo appare necessario che il tema della violenza contro le donne si approfondisca, nelle modalità che i docenti riterranno più adeguate all’interno delle classi, non solo domani ma in ogni occasione appaia utile e opportuno.

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