Nell’ambito delle iniziative di ampliamento dell’offerta formativa, giovedì 16 maggio, dalle ore 11.30 si terrà una conferenza dibattito sul tema della spopolamento e dell’insularità in Sardegna. Le riflessioni sulla pubblicazione edita a cura del Lions Club Nuoro Host saranno esposte dagli allievi delle classi 4^B e 5^ C guidati dalla prof.ssa Frogheri; dialogherà con gli studenti e le studentesse il prof. Mario Porcu, già dirigente scolastico. Parteciperanno le classi: 3^A, 3^E, 4^B, 5^B, 5^C, 5^F e 5^G e gli studenti del terzo anno che frequentano il percorso giuridico economico.
Gli alunni della classe VC proporranno le loro riflessioni sul libro, che costituisce indubbiamente un contributo particolarmente prezioso ed incisivo sul tema affrontato. Le considerazioni espresse dagli autori del testo saranno integrate da una serie di ulteriori sollecitazioni legate ad una indagine condotta su uno dei temi sociali più drammatici che riguardano attualmente la nostra terra di Sardegna. finalizzata a rappresentare un tentativo di raccontare una delle realtà più drammaticamente caratterizzanti la nostra Isola, lo spopolamento, appunto, che costituisce per la nostra Isola un aggravamento del problema dell’insularità. Che cosa significa vivere in una terra bellissima, ricca di tradizioni millenarie, connotata da paesaggi meravigliosi, ma nella quale molti uomini e donne, troppi giovani non trovano lavoro (quel diritto sancito dall’ articolo 1 della Costituzione), non trovano prospettive per vivere? Che cosa vuol dire confrontarsi drammaticamente con il gravissimo problema della disoccupazione, e scegliere quindi di andare via, altrove, lontano dalla propria terra, per costruire il proprio futuro? Sono le domande dalle quali l’indagine si dipana. Moltissimi sardi abbandonano l ’ isola. La nostra realtà è davvero drammatica. Diversi centri della nostra regione sono davvero isole nell’ isola, per la difficoltà di accesso ai principali servizi, per la mancanza di efficaci collegamenti stradali o ferroviari, per la chiusura di uffici postali, sportelli bancari, ridimensionamento persino delle istituzioni scolastiche, compresa la chiusura di scuole dell’obbligo. In occasione del convegno si intende offrire un contributo alla riflessione, nella convinzione che avere coscienza del problema, documentarsi, studiarlo, non significa essere in grado di risolverlo, ma in ogni caso gettare le basi per la maturazione di una nuova forma di consapevolezza, che comporta il vivere da cittadini. E indubbiamente il confronto e la discussione possono consentire ai partecipanti di riflettere criticamente su un tema che sollecita ed interpella le coscienze di tutti.
Ci piace pensare che questa occasione possa incentivare il senso critico, la capacità di confronto e di dialogo, una lettura quindi non epidermica o superficiale ma profonda della realtà: basi indispensabili per una autentica crescita e maturazione della consapevolezza di sé e del senso civico.
Le competenze possono manifestarsi particolarmente nell’ambito di situazioni reali e necessitano naturalmente di conoscenze e abilità. Un compito di realtà può essere certamente considerato come una occasione privilegiata al fine di osservarle e rafforzarle in forme efficaci. In quest’ottica è stata proposta agli alunni della classe IV C la realizzazione di un compito di realtà quale strumento validissimo per il consolidamento delle competenze legate alla cittadinanza consapevole e per un attivo coinvolgimento degli stessi nella vita scolastica. A partire dal profilo del poeta latino Orazio e dalla attenta lettura ed analisi critica di diversi brani dell’autore, che sono stati studiati e meditati, gli alunni hanno individuato alcuni insegnamenti che Orazio rivolge all’uomo del suo tempo e, in fondo, alle persone di ogni epoca per la conduzione di una vita serena: esortazioni e riflessioni in qualche modo universali nella misura in cui risultano validi sia nell’epoca classica sia nel nostro tempo, attraversato da inquietudini e contraddizioni che sempre più sollecitano le nostre coscienze e pongono interrogativi profondi sul senso e significato del nostro esistere, sul tempo, sulla effimeratezza e fragilità della nostra condizione umana. Si è quindi immaginata una sorta di Decalogo del buon vivere (o Decalogo per una vita serena). Gli alunni coinvolti hanno quindi redatto una pubblicazione sotto forma di opuscolo o brochure, mezzo efficace per comunicare informazioni in modo chiaro, accattivante e conciso, contenente un vero e proprio “distillato” degli insegnamenti del grande poeta latino. Si è trattato di una esperienza davvero molto coinvolgente, che ha permesso ai ragazzi di lavorare in gruppo, attraverso le fasi del pianificare, del progettare, del costruire, selezionando e rielaborando le informazioni e i contenuti appresi, producendo contributi personali, affinando nel contempo il proprio senso critico.
Si è disputata lo scorso venerdì 2 Maggio nel Liceo Azuni di Sassari il Certamen di greco “Andrea Blasina”.
La gara di traduzione ha visto la partecipazione di studenti delle ultime classi dei licei sardi.
Per l’ottava edizione del Certamen, intitolato al docente Andrea Blasina, è stato scelto un brano di prosa in greco dell’oratore Isocrate.
L’alunna Antonella Contu della classe 5C, a cui va il nostro ringraziamento per la partecipazione e i complimenti per il risultato raggiunto, si è aggiudicata il terzo premio.
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo (negli Stati Uniti e Canada nel primo lunedì di Settembre), per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.
Le origini della celebrazione risalgono alla fine dell’Ottocento: il 4 maggio 1887 quattro lavoratori furono condannati a morte a Chicago in seguito agli scontri con la polizia avvenuti durante una dimostrazione per estendere le otto ore lavorative a tutti gli Stati Uniti (concesse in Illinois il 1 maggio dello stesso mese).Per onorare la loro memoria, i partiti socialisti di quasi tutto il mondo stabilirono che il Primo maggio fosse dedicato alle lotte per il lavoro. Nel volgere di alcuni anni, la ricorrenza è stata riconosciuta dai governi di molti Paesi come festività nazionale e oggi è celebrata in quasi tutto il mondo.
Sa Die de sa Sardigna è una giornata di festività istituita dal Consiglio regionale della Sardegna con la Legge Regionale 14 settembre 1993, n. 44, nominandola Giornata del popolo sardo.
Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.
I Sardi chiedevano che venisse loro riservata una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Il governo piemontese rifiutò di accogliere qualsiasi richiesta, perciò la borghesia cittadina con l’aiuto del resto della popolazione scatenò il moto insurrezionale.
Il movimento di ribellione era iniziato già negli anni Ottanta del Settecento ed era proseguito negli anni Novanta toccando tutta l’isola. Le ragioni erano di ordine politico ed economico insieme.
Il motivo del malcontento popolare era dovuto anche al fatto che la Sardegna era stata coinvolta nella guerra della Francia rivoluzionaria contro gli stati europei e dunque contro il Piemonte. Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell’isola, sbarcando a Carloforte e insistendo successivamente anche a Cagliari. I Sardi però opposero resistenza con ogni mezzo, in difesa della loro terra e dei Piemontesi che dominavano allora in Sardegna. Questa resistenza ai Francesi aveva entusiasmato gli animi, perciò ci si aspettava un riconoscimento ed una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona.
La scintilla che fece esplodere la contestazione fu l’arresto ordinato dal viceré di due capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor.
Siamo appunto al 28 aprile del 1794: la popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.
Tra l’8 e il 20 aprile si è tenuto lo scambio interculturale tra un gruppo di studenti e docenti del Liceo Classico e Linguistico Giorgio Asproni di Nuoro e la Friedensburg Oberschule di Berlino. Durante questo periodo, sono state organizzate giornate intense di scambio di esperienze culturali e didattiche. I grandi temi della sostenibilità, della storia, della cultura e delle tradizioni dei territori di riferimento hanno assunto un ruolo centrale durante giornate impegnative di interazione. Non solo esperienze urbane di civiltà nella metropoli berlinese, con visite suggestive al grandissimo Futurium Museum, ma anche l’opportunità di scoprire gli ambienti naturali custoditi per le nuove generazioni grazie a progetti ecologici di grande impegno. Tra questi, la foresta Berliner Forst a Kopenick e la città di Lubbenau lungo il fiume Spree hanno lasciato un’impronta significativa nei nostri ricordi. Il nostro territorio ha offerto ampie opportunità di studio, riflessione e svago, sia nel contesto urbano di Nuoro che negli scenari paesaggistici di grande suggestione, come la città di Alghero e le coste ogliastrine, ricche di bellezze naturali da custodire e apprezzare. Non sono mancati momenti di condivisione dedicati alla riflessione sulle rispettive culture e momenti di svago, in cui anche le esperienze più conviviali hanno rafforzato un legame profondo che sicuramente andrà oltre l’esperienza dei giorni trascorsi insieme. Il progetto Erasmus del nostro liceo si contraddistingue anche per questo, per la grande passione dei docenti che si impegnano attivamente affinchè le esperienze proposte e ralizzate siano centrate sugli aspetti linguistico-culturali, ma anche sui legami umani, che non solo la tecnologia può mantenere a distanza, ma soprattutto il vivo contatto e la condivisione.
Giovedì 25 aprile ricorre l’anniversario della liberazione d’Italia, una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni anno per commemorare la liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
Su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all’articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per quell’anno.
Si ebbero decreti per celebrare la ricorrenza anche nel 1947 e nel 1948; solo nel 1949 la ricorrenza venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo, insieme con la festa nazionale italiana del 2 giugno, giorno in cui si celebrerà la Festa della Repubblica, per ricordare l’anniversario della scelta fatta dagli italiani, a seguito di un referendum, a favore del nuovo ordinamento, che sostituiva il regime monarchico.
Una delle discipline legate agli studi classici tra le più affascinanti ed utili a rendere a noi vicino ciò che è così lontano nel tempo è sicuramente l’epigrafia: si tratta di una materia di studio particolarmente importante perché ci permette di comprendere la storia e la cultura delle società antiche attraverso l’analisi delle iscrizioni su monumenti, edifici e oggetti. Ci aiuta a ricostruire la vita quotidiana, le istituzioni, le credenze religiose e politiche, la lingua e la scrittura di queste società. Inoltre, l’epigrafia è spesso unica nella fornitura di informazioni storiche, poiché molte fonti scritte antiche sono andate perdute nel tempo. Pertanto, l’epigrafia è fondamentale per la comprensione della storia antica e per la conservazione del patrimonio culturale. In qualche modo raffigura quelle che sono “…Le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra di ogni altra…”, come scrive Gesualdo Bufalino nel suo libro “Museo d’ombre”. Questa frase suggerisce che la storia minore, ovvero quella che spesso viene trascurata o ignorata, può in realtà essere più preziosa e istruttiva di quella maggiore. La descrizione delle “pedate furtive” suggerisce che queste lezioni della storia minore possono essere trovate solo con un’attenta ricerca, ma una volta scoperte possono essere molto significative. Questo enfatizza l’importanza di considerare tutte le storie, grandi e piccole, per comprendere appieno il passato e le sue lezioni per il presente e il futuro.
Con il lavoro di seguito presentato, gli alunni della classe IV C hanno partecipato al Concorso Nazionale “Scripta Legamus” e si sono classificati al secondo posto.
Si tratta di un riconoscimento molto importante ottenuto entro una attività che ha indubbiamente coinvolto, appassionato e che ha sicuramente favorito una consapevolezza più autentica del mondo antico.
Venturella Frogheri
LEGGI LA RELAZIONE REALIZZATA DAGLI ALUNNI DELLA CLASSE IVC
La Diocesi di Nuoro, con il Vescovo Antonello Mura, ha annunciato l’ordinazione diaconale di alcuni giovani seminaristi.
Domenica prossima, alle ore 18, presso la Cattedrale di Nuoro, verrà ordinato Diacono anche Federico Bandinu, ex allievo del nostro Liceo. Tutte le nostre preghiere e i nostri più affettuosi pensieri saranno per lui, in questo importante traguardo del suo cammino spirituale.
Federico Bandinu, classe 1998, nel 2012 ha fatto il suo ingresso nel Seminario minore di Nuoro e ha conseguito la maturità classica al liceo Asproni nel 2017, anno in cui è entrato nel Seminario regionale della Sardegna e ha iniziato gli studi in Facoltà Teologica a Cagliari.
Il Vescovo Antonello lo ha ammesso tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato il 2 giugno 2021 e nei mesi successivi ha ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato.
Di recente ho ottenuto il baccalaureato in teologia esponendo una tesi sul tema “L’ecumenismo in alcuni numeri della Evangelii Gaudium” e ora sta concludendo l’ultimo semestre della Licenza in Teologia fondamentale e dogmatica.
“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso”. (Francesco Petrarca)
Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime.
Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade”. (Umberto Eco)
Il 23 aprile viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Questa importante ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite al fine di valorizzare la fondamentale importanza della lettura e della tutela delle opere dell’ingegno. Si tratta di un appuntamento da vivere quale occasione di riflessione e di sollecitazioni critiche, che intende stimolare a scoprire o riscoprire il piacere della lettura come attività privilegiata legata alla conoscenza, al consolidamento delle competenze e all’ampliamento degli interessi, al raggiungimento di una sempre più matura ed armoniosa consapevolezza di sé e dell’Altro, attraverso uno sguardo profondo sulla realtà.
Leggere è tutto questo, ma comporta anche la gioia e il piacere, il diletto di accostarsi a molteplici esperienze e possibilità di scoperta. Inoltre l’abitudine a cogliere, esprimere, comunicare, socializzare emozioni e sentimenti, che scaturiscono dalla lettura di una pagina, contribuisce a sviluppare l’intelligenza emotiva.
L’etimologia del termine libro è da ricondursi al termine latino liber che originariamente indicava la parte interna della corteccia di certe piante utilizzata in epoca antichissima come una sorta di lamina per tracciare segni di scrittura. Troviamo attestata nell’autore latino Plauto l’espressione “libro scribuntur litterae”. Ma il termine liber è anche connesso al significato di libertà: la bellezza della lettura e il suo speciale potere di coinvolgimento può rappresentarsi come una esperienza di autentica apertura mentale.
Non sfugge quindi l’importanza della istituzione di una giornata che sensibilizzi al valore della lettura, considerando anche il fatto che in base a quanto emerge dai più recenti dati statistici relativi alla lettura in Italia “nel 2023 il 74% delle persone tra i 15 e i 74 anni hanno letto almeno un libro a stampa (anche solo in parte), un ebook o ascoltato un audiolibro nei dodici mesi precedenti, pur se appare in calo la percentuale di coloro che leggono con frequenza almeno settimanale” (dati nell’indagine di Pepe Research per l’Aie, Associazione Italiana Editori).
La scelta della data del 23 aprile non è certamente casuale ma è invece estremamente significativa per il suo straordinario valore simbolico: questa è infatti la data della morte di due grandissimi autori, Miguel de Cervantes e di William Shakespeare . Ed ancora il 23 aprile nel mondo si celebra anche la ricorrenza di San Giorgio. Una suggestiva leggenda risalente al quindicesimo secolo racconta che in una città nei pressi di Barcellona un orrido drago poteva essere placato solo attraverso sacrifici umani. Il valoroso cavaliere San Giorgio, forte della sua conoscenza di sé e del mondo, riuscì a sconfiggere il terribile mostro: da una goccia del sangue del drago caduta a terra fiorì una bellissima rosa rossa. Sono evidenti le valenze simboliche di questo racconto leggendario: il Santo che sconfigge il drago può alludere alla lotta del Bene contro il male, della conoscenza e del sapere contro la ferinità e l’ignoranza, così come può significare la dicotomia tra i valori della Cristianità e i disvalori della barbarie, della violenza e dell’oppressione. Se il libro è l’emblema della saggezza, la rosa è il simbolo dell’amore che trionfa e della bellezza che eleva l’animo dell’uomo.
Il nostro Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro da diversi anni propone con profonda convinzione il progetto Libriamoci, che si sviluppa attraverso incontri con gli autori e giornate di invito alla lettura, nella consapevolezza delle intrinseche valenze didattiche e soprattutto formative della lettura per i nostri ragazzi.
Il nostro motto è proprio orientato in tale direzione: Ci piace pensare che i libri siano strumenti per generare occasioni di incontro e confronto.
Non solo pagine e parole, ma sguardi, volti, nomi, fatti, esperienze. Non c’è libro che non abbia una storia da raccontare e mille e mille storie da far incontrare.
Sappiamo bene che per promuovere l’amore per la lettura è necessario proporre attività piacevoli e coinvolgenti, attività di animazione inserite in un progetto sistematico, utilizzando percorsi guida: abbiamo scelto pertanto itinerari e attività, che si proponessero di essere uno stimolo per personalizzare il nostro intervento didattico, consentendo lo sviluppo della fantasia e della creatività.
E’ infatti importante offrire ai ragazzi un’occasione per “descolarizzare” la lettura, renderla rilassante, sostenere la dimensione affettiva del rapporto con il libro, offrire un’attività di libertà, affrancata dal compito, “gratuita”.
Facciamo nostre le parole di Malala Yousafzai, vincitrice del Premio Nobel per la Pace, che crede nel valore della conoscenza per sconfiggere l’oppressione e le discriminazioni e migliorare e far progredire positivamente la società in cui viviamo: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
All’interno del programma di mobilità tra il Liceo Asproni e la scuola superiore Friedesburg Oberschule di Berlino, lo scorso 18 aprile gli studenti italiani e stranieri presenti a scuola hanno partecipato a un laboratorio di media education curato dal prof. Priamo Marratzu. In questa occasione hanno discusso in lingua inglese sull’importanza del progetto Erasmus Plus. Il laboratorio ha acquisito una dimensione internazionale grazie alla presenza di studenti provenienti da Francia Spagna dall’America Latina e dall’Iran.
Si ringraziano i colleghi tedeschi Sergej e Franzisca per la grande disponibilità nella realizzazione del laboratorio .
Nell’ambito della IV edizione del progetto ”La giustizia adotta la scuola” organizzata dalla Fondazione “Vittorio Occorsio” che, nella memoria del magistrato vittima di un attentato terroristico, è da sempre attiva nella diffusione della cultura della legalità e dell’etica del lavoro, martedì 23 aprile alle ore 11.00, gli studenti delle classi quinte incontreranno il Generale di Corpo d’Armata Luciano Carta,
Il Generale, già studente del Liceo “Asproni”, ex Direttore dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), attualmente Presidente di Leonardo, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, dialogherà con gli studenti, appositamente preparati dai loro docenti di Storia, sul tema “I servizi di Intelligence – alla luce della vigente normativa L. 124/2007”.
L’incontro, grazie alla partnership con RAI Cultura, sarà trasmesso su RAI Storia attraverso uno speciale televisivo. Pertanto tutti gli studenti compileranno una liberatoria fornita dalla scuola per l’utilizzo delle immagini.
Le classi quinte, puntualmente alle ore 10.45, si recheranno presso la sala conferenze della Camera di Commercio in via Papandrea, accompagnate dalle prof.sse Ambrosini (5^E), Depalmas (5^F), Littarru (5^C), Spada (5^B), e dal prof. Marratzu (5^G) per tutta la durata dell’incontro. La 5^A sarà accompagnata dai docenti in servizio che si alterneranno nella vigilanza in base al proprio orario di servizio.
Ieri, 15 aprile, il Coro dei Giovani della Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, ha avuto il piacere di salutare, grazie all’invito del Dirigente scolastico, Prof. Antonio Fadda, e della Docente di inglese, Prof.ssa Marina Zoppeddu, con alcuni canti (“Verbum caro” dal codice di Uppsala; “Three dances in one” di Thomas Ravenscroft e “Non potho reposare” di Sini/Rachel) docenti e allievi tedeschi ed italiani, partecipanti al progetto Erasmus Plus del liceo classico Giorgio Asproni di Nuoro, in occasione della cerimonia di saluto rivolta ai rappresentanti della scuola berlinese arrivata in città per trascorrere un breve periodo di scambio culturale con il liceo classico/ linguistico della nostra città.
Iniziata la nuova esperienza di mobilità breve del progetto Erasmus Plus del liceo classico Giorgio Asproni di Nuoro.
Dall’8 al 13 aprile gli studenti del liceo classico e linguistico scambieranno le loro esperienze scolastiche insieme ai docenti delle due scuole coinvolte con la scuola tedesca con cui avranno modo di trascorrere una settimana a Berlino e una settimana di scambio a Nuoro.
Lo scambio passa attraverso esperienze scolastiche, lezioni in presenza, attività laboratoriali e visite guidate alla città che riguardano beni culturali e ambientali, tutto all’insegna di un tema che riguarda la sostenibilità.
Le due classi incontreranno docenti, formatori, ma vivranno anche momenti che riguardano la vita locale, pubblica, a Berlino. Stessa formula anche a Nuoro, per lo scambio in terra sarda, quando il gruppo incontrerà direttori di musei, organizzatori di attività extrascolastiche ludiche, creative e culturali.
Anna e Samuel raccontano la loro esperienza di mobilità lunga in Francia
1) Cosa vi ha spinto a candidarvi per questo progetto?
Abbiamo deciso di candidarci per questo progetto perché entrambi avevamo il desiderio di vivere una quotidianità diversa, di visitare nuovi posti e di arricchire la nostra padronanza linguistica della lingua francese. Quando ci hanno selezionato, eravamo sicuramente felicissimi, ma come è giusto che sia, anche un po’ preoccupati; sicuri che sarebbe stata un’opportunità per crescere, maturare e raggiungere i nostri obbiettivi personali, ci siamo messi in gioco con grande entusiasmo.
2) La città che vi ha accolto vi è piaciuta?
Molto! Pessac è una città tranquilla e serena; è fornita di tutti i servizi che la collegano facilmente a Bordeaux che è sicuramente più grande e caotica. E’ un posto piacevole per uscire con gli amici e fare cose alternative.
3) Come erano strutturate le vostre giornate?
La nostra giornata scolastica iniziava alle 8:00 con il suono della campanella, che in realtà è una canzone che cambia ogni settimana; abituati come eravamo al classico suono della campanella del nostro liceo, il primo giorno siamo rimasti molto sorpresi! Nella scuola che ci ha accolto, l’Ensemble Scolaire “Jeanne d’Arc Assomption”, le lezioni sono di 50 minuti ciascuna, ma a differenza dell’Italia, sono gli alunni a spostarsi di classe in classe, aspettando che arrivi il prof ad aprire l’aula. Come i nostri coetanei francesi, abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo a scuola, perché le lezioni si svolgono anche il pomeriggio e si termina ad orari diversi, a seconda della giornata. Inoltre ci sono due ricreazioni di 20 minuti ciascuna tra mattina e pomeriggio, più una pausa pranzo di un’ora perché i ragazzi mangiano in mensa; volendo si è però liberi di uscire autonomamente quando non si ha lezione. Nel pomeriggio, non avendo tanti compiti a casa, perché il lavoro viene svolto soprattutto a scuola, siamo riusciti a stare molto con le famiglie, ma anche ad uscire con gli amici e a visitare la città. Siccome la settimana scolastica dura dal lunedì al venerdì, il weekend ne abbiamo approfittato per riposarci, ma anche per rimanere al passo col programma italiano.
4) Pensate che questa esperienza abbia contribuito in qualche modo alla vostra maturazione?
Sì, certo! Questa esperienza ci ha aiutato a crescere: ci sentiamo più indipendenti e maturi rispetto al primo giorno in cui siamo arrivati. Inoltre uscire da una piccola realtà come la Sardegna, per quanto possa starci a cuore, ci ha aiutato ad aprire gli occhi al Mondo. A livello personale entrambi siamo riusciti a superare quella naturale timidezza iniziale nel relazionarci con nuove persone e a prendere iniziative, che prima probabilmente non avremmo osato.
5) Se doveste trovare una cosa che non è andata per il verso giusto quale indichereste?
Molto probabilmente l’accoglienza ricevuta a scuola, perché pur essendoci ritrovati circondati da persone gentili e disponibili, crediamo che in Sardegna siamo, per carattere, più ospitali e accoglienti. Ma abbiamo capito che si tratta di differenze culturali che devono essere accettate. In generale i professori francesi sono stati attenti e comprensivi nei nostri confronti.
6) Avete trovato delle attinenze, seguendo i corsi in Francia, con lo studio delle discipline da voi affrontate in Italia?
Si, abbiamo trovato delle attinenze seguendo alcune lezioni; ad esempio abbiamo seguito delle lezioni che trattavano argomenti che avevamo già fatto gli anni scorsi, ma in altre erano del tutto nuovi. Nelle materie scientifiche dobbiamo ammettere che affrontano gli argomenti in maniera più approfondita rispetto alla scuola italiana; nelle lingue straniere invece, pur essendo un liceo “sans frontière” e quindi con un’attenzione particolare rivolta all’insegnamento delle lingue straniere, crediamo di avere un livello più alto del loro.
7) Avete cambiato le vostre abitudini di vita?
Abbiamo sicuramente cambiato le nostre abitudini alimentari; infatti, come già sapevamo, in Francia hanno un’alimentazione completamente diversa da quella che abbiamo in Sardegna. Inoltre ci siamo dovuti abituare a mangiare ad orari completamente diversi, come per esempio a volte, pranzare anche alle 14:30/15:00 oppure cenare verso le 22:00. Ci siamo anche abituati a non andare a scuola il sabato e quindi ad avere più tempo nel weekend per riposarci. Io (Samuel) mi sono dovuto abituare a svegliarmi più presto la mattina rispetto a quando andavo a scuola a Nuoro.
8) Cosa vi è piaciuto di più?
Le cose che ci sono piaciute di più di questa esperienza, sono stati sicuramente tutti i bellissimi momenti passati assieme alla famiglia, le passeggiate, le serate in casa con amici, durante le quali abbiamo ballato, cantato, giocato a indovinare le bandiere, riso e anche condiviso un po’ della nostra cultura. Ci è piaciuta un sacco anche Parigi, che grazie alle nostre famiglie ospitanti abbiamo avuto la possibilità di visitare: siamo rimasti affascinati da questa bellissima città, dove sicuramente vogliamo tornare.
9) A conclusione di questa esperienza, cosa vi aspettate che rimanga?
Speriamo di continuare a tenere il bel rapporto che abbiamo instaurato con le famiglie francesi: non sarà difficile visto che ora ospitiamo a nostra volta, le nostre corrispondenti francesi Eva e Carla. Ci auguriamo inoltre di conservare e anzi di migliorare la nostra competenza in francese.
10) Se doveste definire l’Erasmus in tre parole, quali usereste?
Se dovessimo descrivere questa esperienza in tre parole sicuramente useremmo: crescita personale, diversità, spirito di adattamento.
11) Se doveste proporre questa esperienza ad altri ragazzi della vostra scuola, cosa direste loro?
Asproniani, se mai nella vostra esperienza scolastica vi capiterà di avere la possibilità di partire per un’esperienza Erasmus+, FATELA! Vi possiamo assicurare che non ve ne pentirete. Avrete l’opportunità di conoscere nuovi Paesi, di relazionarvi con persone appartenenti a culture diverse dalla nostra, di viaggiare e vedere nuovi posti e al tempo stesso di imparare a conoscere meglio voi stessi. Sicuramente potrà capitarvi a volte di trovarvi in situazioni poco piacevoli, ma come abbiamo fatto noi, armatevi di coraggio, lasciate da parte la vergogna e agite, non rimanete sulle vostre, perché saranno proprio queste esperienze a farvi crescere e maturare. Inoltre con questa esperienza vivrete delle emozioni uniche ogni singolo giorno. Non dovete però farvi impaurire dal fatto che al vostro rientro dovrete recuperare tutto il programma perché i professori saranno sicuramente comprensivi e vi aiuteranno. Per finire, questa è un’esperienza di vita che sicuramente vi aiuterà a crescere e diventare quello che poi sarete un domani.
Splendida città del Portogallo sulla foce del fiume Tago, collegata a Lisbona dal Ponte 25 de Abril e famosa per le spiagge di Costa de Caparica e per il monumento del Cristo-Rei. Almada é stata la destinazione della mobilità breve degli asproniani dal 17 al 23 marzo 2024. Le nostre alunne Maura, Maria Giovanna, Flavia, Matilde, Valentina e Tamara, accompagnate dalle professoresse Lina Barone e Nannina Mazzella, hanno incontrato i ragazzi portoghesi e le loro docenti referenti, le professoresse Margarida Lucena e Rita Angeja, a conclusione di un’esperienza iniziata in Sardegna due settimane prima. Tutti gli allievi hanno partecipato ad una vasta gamma di attività didattiche tra cui il laboratorio di danze tradizionali portoghesi, la creazione di azulejos (le caratteristiche ceramiche dipinte di azzurro) e la realizzazione di presentazioni con Canva sull’esperienza della mobilità Erasmus. Non sono mancate le visite guidate ai luoghi più conosciuti e significativi della regione come Sintra, Setúbal, Mafra e Cabo da Roca, il punto più occidentale dell’Europa (“dove la terra finisce e il mare comincia”, per usare le parole di Luís Camões) e alla splendida città di Lisbona con la Torre di Belém, il Mosteiro dos Jerónimos, la Praça do Comércio e la cattedrale. Una proposta tra le più originali è stata la lezione di surf sulle onde dell’Oceano Atlantico, con gli istruttori della Portugal Surf School di Costa da Caparica. “Studenti italiani e portoghesi- commentano le docenti Mazzella e Barone- hanno vissuto appieno lo spirito del progetto Erasmus, consolidando e rafforzando legami di amicizia, condividendo costumi e tradizioni dei rispettivi paesi, sperimentando il calore e l’accoglienza reciproci”. Al momento della partenza alunni e insegnanti si sono ripromessi di rivedersi in un prossimo futuro tra abbracci, scambi di regali e qualche lacrima, a testimonianza della buona riuscita del progetto. Ancora una volta “obrigado”, Erasmus, e… alla prossima esperienza!”
Il Liceo ginnasio statale “Giorgio Asproni” di Nuoro, su iniziativa della famiglia Floris – Pedaccini, con il patrocinio ed il contributo economico del “Banco di Sardegna”, bandisce per gli studenti iscritti al Liceo ginnasio “Giorgio Asproni” di Nuoro, la dodicesima edizione del concorso “Borsa di studio ‘Bachisio Floris’”, con lo scopo di promuovere la conoscenza dei romanzi di Bachisio Floris – Nùoro forever e Tre ore – e, più in generale, di sollecitare nei giovani allievi dell’Istituto una maggiore consapevolezza della realtà nuorese degli anni ’50 e ’60, che costituisce lo sfondo culturale, affettivo, socio-ambientale dei romanzi dell’autore nuorese.
Il concorso “Borsa di studio ‘Bachisio Floris’” è riservato a tutti gli studenti e studentesse del Liceo ginnasio statale “Giorgio Asproni” di Nuoro, che possono parteciparvi individualmente.
Possono partecipare al concorso tutti gli allievi dell’Istituto, senza alcun limite di accoglimento delle domande di ammissione, fatto salvo il rispetto dei termini di presentazione.
La partecipazione al concorso consiste in una competizione, a titolo individuale, che si svolgerà presso l’Aula magna del Liceo ginnasio G. Asproni, della durata di sei ore.
Ai candidati verrà richiesto di sviluppare, realizzare e consegnare un prodotto artistico-letterario, ispirato al tema che sarà reso noto solo ed esclusivamente il giorno del concorso, che trae comunque spunto dalle opere dell’autore Bachisio Floris.
Le opere dell’autore, “Nùoro forever” e “Tre ore”, saranno rese fruibili a tutti gli studenti.
Lacrime e disperazione a Nuoro e a Orgosolo per la tragica e prematura morte di Patrick, Ythan e Giovanni Antonio.
Il Dirigente scolastico, Prof. Antonio Fadda, i docenti, il personale ATA e tutta la comunità scolastica del Liceo Ginnasio Statale “Giorgio Asproni” si stringono commossi attorno ai familiari dei tre ragazzi, colpiti da un lutto terribile che ha visto tre giovanissime vite spegnersi troppo presto in un’età in cui dovrebbe esserci spazio solo per la spensieratezza, la gioia e la speranza per il futuro.
Oggi 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra la Giornata mondiale della Poesia, (World Poetry Day), ricorrenza istituita per la prima volta dall’UNESCO nel 1999 e volta a celebrare una delle forme culturali più belle di ogni tempo.
È una data importantissima per il Liceo Classico e Linguistico “G. Asproni” di Nuoro: è previsto infatti oggi lo svolgimento della Maratona in versi, giunta alla sua 3^ edizione.
Dopo le significative esperienze degli scorsi anni (il laboratorio di poesia “Poesiat” e il Poetry slam under 21 durante la Notte dei Licei classici 2020, e le manifestazioni evento Maratona poetica 1^ e 2^ edizione), anche quest’anno gli studenti che hanno preso parte al progetto Poesis, sapientemente guidati dalle docenti prof.sse Elena Manni e Mariantonietta Motzo, proporranno forme di drammatizzazione e letture espressive di testi originali prodotti nelle attività del laboratorio.
Ospite di eccezione la poetessa e performer Clara Farina, artista poliedrica e versatile, attrice e cantadora sarda di mirabile talento, con la partecipazione degli studenti del Liceo musicale “S. Satta” di Nuoro, in un intreccio poetico che coniuga la magia e l’incanto delle parole alle suggestioni musicali.
“Se davvero volete sognare…”: il titolo della manifestazione prende spunto dalla citazione “Se davvero volete sognare, svegliatevi!”, tratta dal romanzo “Il paradiso degli orchi” di Daniel Pennac, ed intende sollecitare la riflessione sulla capacità di sognare, ma anche sulla realtà che a volte supera la fantasia.
Un invito, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, che sembrano aver perso la funzione immaginifica, ma anche reale dei desideri, a svegliarsi e a vivere appieno nella realtà, a credere che i sogni potranno effettivamente realizzarsi.
Accostarsi alla poesia attraverso la lettura, la scrittura, la condivisione, la drammatizzazione del testo poetico è una esperienza che può essere definita come autenticamente paideutica: significa di fatto imparare ad esplorare il proprio mondo interiore, ad acquisire una sempre più profonda consapevolezza di sé ed aprirsi nel contempo empaticamente alla comprensione del mondo esterno, maturare la capacità di osservare con uno sguardo nuovo, fatto di stupore e di meraviglia, le cose, quelle stesse che spesso ci limitiamo semplicemente a vedere tutti i giorni distratti dalla frenesia dei ritmi del vivere quotidiano (Il nostro mondo – affermava lo scrittore G.K. Chesterton- non morirà per mancanza di cose meravigliose, ma unicamente per la mancanza del desiderio di meravigliarsi”).
La poesia come esperienza estetica ed insieme etica, quindi, che permette di sviluppare la conoscenza di sé e la comprensione dell’altro, attraverso il linguaggio delle emozioni e dei sentimenti espressi attraverso il linguaggio poetico.
Il termine stesso poesia, in latino pŏēsis, si riconduce al verbo greco poiein: ποιέω significa produrre, fare, creare e poi, in senso più ampio, comporre. Andando ancora più indietro, è possibile risalire alla radice sanscrita pu- che ha appunto il significato di generare, procreare. E poiché il linguaggio influenza le nostre percezioni, i nostri sentimenti e i nostri pensieri, esso diviene anche strumento di trasformazione, veicolo di cambiamento.
Il nostro tempo ci vede immersi in una realtà indubbiamente complessa e troppe volte drammaticamente attraversata da conflitti e da varie forme di violenza, di brutalità, di paure, di perdita di ideali e di valori: la poesia può davvero rappresentarsi allora nel suo valore terapeutico e salvifico come antidoto efficacissimo contro quello che Eugenio Montale definiva il “male di vivere”, per elevarci, attraverso il coinvolgimento psicagogico dato dalle emozioni, per farci scoprire o riscoprire la bellezza ed il significato vero del nostro essere al mondo.
Sono queste le finalità che hanno animato il progetto Poesis e con grande gioia gli studenti e le docenti danno appuntamento questa sera alle h. 18.00 nell’Auditorium dell’ISRE a coloro che vorranno vivere insieme una occasione di condivisione di emozioni e perciò stesso di sicuro arricchimento interiore.
Il prossimo 21 marzo, ricorre la XXIX edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. La manifestazione nazionale si svolgerà a Roma.Replicando la “formula” adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza, Roma sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in altri luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, saranno ascoltate le testimonianze dei familiari e approfonditi le questioni relative alle mafie e corruzione , nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazioni ma strumento di verità e giustizia. L’obiettivo è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale con collegamenti internazionali: per le istituzioni e per la società civile sarà occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.
La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie giunge alla sua ventinovesima edizione: un periodo lungo che ha reso protagonista una vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un percorso di continuo cambiamento dei nostri territori, nel segno del noi, nel segno di Libera. La Giornata è riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.
Il 21 marzo è Memoria, memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. Persone, rese vittime dalla violenza mafiosa, che rappresentano storie, scelte e impegno. Lo stesso impegno che viene portato avanti dalle centinaia di familiari che camminano con Libera e che ne costituiscono il nucleo più profondo ed essenziale, nella continua ricerca di verità e giustizia.
Consci della forza criminali e forti della ricchezza di questi percorsi di alternativa, l’ASSOCIAZONE LIBERa sarà a Roma per riaccendere i riflettori sulla presenza della criminalità organizzata nella Capitale e nel Lazio e per combattere la pericolosa e sempre più dilagante normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corcorruttiv. Si camminerà, come ogni anno, al fianco dei familiari delle vittime innocenti, per sostenere le loro istanze di giustizia e verità, per rinnovare la memoria collettiva e manifestare insieme a loro il nostro impegno per il bene comune.
“Roma città libera” è uno slogan che evoca il capolavoro del neorealismo “Roma città aperta”: un’opera d’arte che parla di resistenza e della lotta per la libertà. A ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazi-fascista, oggi Roma deve nuovamente aprirsi e liberarsi.
I “cento passi” verso e dopo il 21 marzo, avranno lo scopo di raggiungere i centri e le periferie in cui la criminalità assume forme differenziate, per ribadire che Roma può e dev’essere una città LIBERA, capitale di un’Italia che dev’essere liberata da mafie e corruzione.
ANCHE IL LICEO ASPRONI RICORDERA’ LE VITTIME DELLA MAFIA E DELLA CORRUZIONE (LEGGI LA CIRCOLARE)
Sabato si è svolta al Museo del Costume la premiazione delle due migliori opere realizzate dagli alunni delle scuole superiori sarde che hanno partecipato al progetto biennale “Art&Science”.
La giuria, composta da docenti della facoltà di Fisica dell’Università di Cagliari, da alcuni membri dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e dalla responsabile degli allestimenti museali dell’Università di Cagliari, ha premiato un’opera degli alunni del liceo Dettori di Tempio Pausania e l’opera realizzata da Maria Giovanna Zedde, Giulia Orunesu e Natalia Sanna, alunne della 4A.
Le opere vincitrici saranno esposte a Napoli alla mostra di tutte le opere vincitrici di ogni regione italiana e concorreranno per la vittoria finale, che prevede come premio soggiorni al CERN di Ginevra.
Un’altra opera, realizzata da tre alunni della 5G (Francesco Mannale, Fabrizio Urru e Marco Curreli) ha ricevuto una menzione speciale, e sarà anch’essa esposta a Napoli.
Nella gallery i video della premiazione e qualche foto dei vincitori con le opere premiate, alcuni membri della giuria e le prof.sse Carmela Falcone e Maria Luppino, referenti del progetto Art&Science.
Si è appena conclusa la visita di tre colleghe, provenienti dalla città di Opava, nella Repubblica Ceca, le quali hanno svolto attività di jobshadowing presso il nostro istituto.
Le insegnanti hanno avuto modo di comparare metodi e strategie con quelli adottati dai docenti italiani, in un clima generale di crescita, ricchezza, sia professionale che personale.
Sono state svolte lezioni di storia ed inglese in alcune classi, utilizzando tecnologia ed app, i cui risultati sono stati soddisfacenti per i nostri allievi, i quali si sono entusiasmati, sentendosi coinvolti nelle lezioni altamente interattive, che hanno permesso loro di apprendere concetti e conoscenze in contesti differenti da quelli tradizionali e familiari. Infine la conclusione di questa bella esperienza, con abbracci, saluti e la promessa di un arrivederci in un prossimo futuro.
All’interno del programma di mobilità tra il Liceo Asproni e la scuola superiore Cacilhas Tejo di Lisbona (Portogallo), lo scorso 29 febbraio gli studenti italiani e stranieri presenti a scuola hanno partecipato a un laboratorio di media education curato dal prof. Priamo Marratzu.
In questa occasione hanno discusso in lingua inglese sull’importanza del progetto Erasmus+
Il laboratorio ha acquisito una dimensione internazionale grazie alla presenza degli studenti Erasmus della Germania e di Intercultura provenienti da Francia e Messico.
Si ringraziano le colleghe straniere per la grande disponibilità nella realizzazione del laboratori e le professoresse Lina Barone e Anna Maria Mazzella, per il coordinamento del progetto didattico.
Si rende noto che nei giorni 3 e 4 aprile 2024 si terranno i colloqui con le famiglie.
I colloqui si svolgeranno in entrambe le sedi di Via Dante e Via Asiago e i docenti riceveranno le famiglie secondo la tabella allegata alla circolare n. 254, disponibile nell’area riservata del Registro elettronico
mercoledì 3 aprile 2024
ore 15.00 – 17.00 classi del primo anno di corso
ore 17.00 – 19.00 classi del terzo anno di corso
giovedì 4 aprile 2024
ore 15.00 – 16.30 classi del secondo anno di corso
La Giornata internazionale della donna ricorre l’8 marzo: è un giorno in cui si ricordano l’importanza dei diritti delle donne e le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute, ma in cui si richiama anche l’attenzione sulle disuguaglianze di genere ancora esistenti, sugli stereotipi e le discriminazioni, sulla violenza, sui carenti diritti riproduttivi, e così via. Anche se non è una festa, ma più un giorno di riflessione, viene comunemente chiamata “Festa della donna”.
Non è sempre stata l’8 marzo
La Giornata internazionale della donna fu celebrata per la prima volta il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti su iniziativa del Partito socialista americano. Erano anni di grande fermento negli ambienti femminili, in cui l’oppressione e la disuguaglianza stavano spingendo le donne a diventare più esplicite e attive nella campagna per il cambiamento: l’anno prima, nel 1908, 15mila donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro ridotti, una paga migliore e, soprattutto, diritto di voto.
Nel 1910 l’iniziativa della Giornata internazionale della donna fu ripetuta e in estate la questione fu portata all’attenzione dell’VIII Congresso dell’Internazionale socialista, organizzato a Copenaghen. In quell’occasione Clara Zetkin, politica del Partito socialdemocratico in Germania, propose di istituire ufficialmente una Giornata internazionale della donna, da festeggiare ogni anno lo stesso giorno: non fu però trovato l’accordo per decidere la data.
Negli Stati Uniti venne mantenuta l’ultima domenica di febbraio, mentre in altri stati come Germania, Danimarca e Svizzera, la Giornata della donna fu legata all’anniversario di particolari eventi storici e fu celebrata tra il 18 e il 19 marzo del 1911. Altri paesi organizzarono negli anni seguenti le loro feste della donna.
Negli anni si sono diffuse leggende e storie infondate sulla nascita della Giornata internazionale della donna. Una delle più comuni è quella secondo cui fu istituita per ricordare un incendio che uccise centinaia di operaie di una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1908. Quest’incendio non avvenne mai, in realtà: ce ne fu uno il 25 marzo del 1911 nel quale morirono 140 persone, soprattutto donne immigrate italiane e dell’Europa dell’Est, ma non fu davvero all’origine della festività, anche se l’episodio divenne uno dei simboli della campagna in favore dei diritti delle operaie. Allo stesso modo non è vero – come sostiene un’altra versione – che la Giornata internazionale della donna viene celebrata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York nel 1857.
La prima festa della donna a essere celebrata un 8 marzo fu quella del 1914, forse perché quell’anno era una domenica. Nel 1917 ci fu invece un’altra manifestazione, sempre l’8 marzo, nella quale le donne della capitale dell’impero zarista russo, San Pietroburgo, protestarono per chiedere la fine della Prima guerra mondiale. Quattro giorni dopo lo zar abdicò – l’Impero attraversava da tempo una profondissima crisi – e il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto: quella delle donne di San Pietroburgo fu una delle prime e più importanti manifestazioni della Rivoluzione di febbraio (perché, per il calendario giuliano all’epoca in vigore in Russia, avvenne il 23 febbraio). Dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 Vladimir Lenin istituì l’8 marzo come festività ufficiale.
In Italia fino agli anni Settanta l’8 marzo è sempre stato considerato una festa di sinistra, strettamente legata al partito socialista e al partito comunista: per questa ragione durante i vent’anni di regime fascista la festa della donna non fu mai particolarmente considerata o celebrata. Nel 1946, appena finita la guerra, si festeggiò la Giornata internazionale della donna per la prima volta, anche se la Democrazia Cristiana era piuttosto ostile alle celebrazioni. L’Italia è tra l’altro uno dei pochissimi paesi in cui c’è l’usanza di regalare la mimosa alle donne l’8 marzo, un fiore diffuso proprio in questo periodo e particolarmente caro agli ambienti partigiani.
La Giornata internazionale della donna è poi stata ufficialmente fissata per l’8 marzo dalle Nazioni Unite solo nel 1975. Dal 1996 in poi ogni anno ha un tema specifico: il primo fu “Celebrare il passato, pianificare il futuro”, seguito nel 1997 da “Donne al tavolo della pace”, nel 1998 da “Donne e diritti umani”, nel 1999 da “Un mondo libero dalla violenza contro le donne”. Per il 2024 il tema scelto è “Ispirare l’inclusione”. Nel 1999 le Nazioni Unite hanno poi istituito la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne il 25 novembre.
Negli ultimi anni l’8 marzo ha perso la connotazione celebrativa che aveva avuto per molto tempo e ha recuperato il suo senso politico. In decine di paesi del mondo i movimenti femministi organizzano uno sciopero sociale e politico, e non solo uno sciopero dal lavoro classicamente inteso: un’astensione da ogni attività anche di cura, formale o informale, gratuita o retribuita, uno sciopero dal consumo, dai ruoli imposti dagli stereotipi di genere, contro la violenza maschile e contro tutte le forme di violenza di genere.
Anche in Italia le mobilitazioni delle donne sono tornate a essere più sentite: per esempio sono state eccezionalmente partecipate le manifestazioni contro la violenza sulle donne dello scorso novembre, poco dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. La mobilitazione di quest’anno è organizzata dal movimento femminista NonUnaDiMeno, che invita allo sciopero dal lavoro e dal ruolo imposto alla donna dalla società: c’è un vademecum con tutte le informazioni necessarie per chi intende partecipare.
Si rendono noti i nominativi dei vincitori della fa i Campionat i delle Lingue Classiche che accedono in rappresentanza della nostra scuola, alla fase regionale.
• SEZIONE A, LINGUA E CIVILTÀ LATINA: Lucia Tola classe 4^C; Irene Colucci 3^A;
• SEZIONE B, LINGUA E CIVILTÀ GRECA: Maria Grazia Goddi 4^ C; Antonella Mereu 5^B;
La fase regionale, che prevede la partecipazione di due studentesse o studenti per ciascuna sezione, si svolgerà il 5 aprile, in modalità online sincrona su piattaforma digitale.
Le modalità di svolgimento verranno rese note nei prossimi giorni.
A Lucia, Irene, Maria Grazia, Antonella, Ferruccio e Pasquina vanno le congratulazioni di tutta la comunità scolastica; a tutti coloro che hanno partecipato con lodevole e appassionato entusiasmo, un sentito ringraziamento.
Il 7 maggio 2024, si terranno le elezioni per il rinnovo della componente elettiva del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) in tutte le scuole, come indicato dall’Ordinanza Ministeriale 234 del 5 dicembre 2023 emanata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito.
QUANDO SI VOTA
Le operazioni di voto si svolgeranno il giorno 07 maggio 2024* dalle ore 8,00 alle ore 17,00. * In caso di impossibilità di svolgere le elezioni il 7 maggio o nei giorni successivi a causa della chiusura delle scuole o della sospensione delle attività didattiche stabilite sia dai calendari regionali sia dalle scuole stesse, la data per lo svolgimento delle operazioni di voto è prorogata al primo giorno utile non festivo.
Si è appena conclusa la mobilità breve con otto studenti e due docenti accompagnatori della città di Almada, in Portogallo.
Alunni italiani e portoghesi sono stati impegnati nella settimana dal 26 febbraio al 1 marzo in diversi laboratori, quali ‘media education’, arte, laboratorio di ballo sardo, e poi ancora visita alla casa di Grazia Deledda, al museo Etnografico, tour della città di Nuoro, visita alla splendida città catalana di Alghero, ed ancora tante altre attività ed esperienze che hanno consentito ai ragazzi di conoscersi, stringere amicizie e consolidare legami.
Che dire poi della ‘full immersion’ nel mondo della cucina tradizionale sarda? Culurgionis, malloreddus, seadas, casadinas, i nostri amici portoghesi hanno assaggiato ed apprezzato le nostre prelibatezze ed imparato così a conoscere la Sardegna, una terra accogliente, affascinante, coinvolgente, sempre pronta ad offrire calore ed ospitalità a chi è disposto a viverla ed apprezzarla.
Al termine di questa breve ma intensa settimana i ragazzi italiani e portoghesi si sono salutati ed abbracciati, visibilmente commossi ma felici di potersi rivedere a fine marzo, quando i nostri studenti ricambieranno la visita in Portogallo, pronti a vivere una nuova esperienza ed a consolidare un’amicizia che si spera possa continuare in futuro.
La diversità è ricchezza, la diversità è un valore aggiunto, dunque… che dire? Grazie Erasmus per averci offerto ancora una volta questa meravigliosa opportunità.
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