23 APRILE, GIORNATA INTERNAZIONALE DEL LIBRO

di Venturella Frogheri
“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso”. (Francesco Petrarca)
“Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, alfabeta, non legge) è che lui sta vivendo e vivrà solo la sua vita e noi ne abbiamo vissuto moltissime. Ricordiamo, insieme ai nostri giochi d’infanzia, quelli di Proust, abbiamo spasimato per il nostro amore ma anche per quello di Piramo e Tisbe, abbiamo assimilato qualcosa della saggezza di Solone, abbiamo rabbrividito per certe notti di vento a Sant’Elena e ci ripetiamo, insieme alla fiaba che ci ha raccontato la nonna, quella che aveva raccontato Sheherazade”. (Umberto Eco)
Il 23 aprile viene celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Questa importante ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite al fine di valorizzare la fondamentale importanza della lettura e della tutela delle opere dell’ingegno. Si tratta di un appuntamento da vivere quale occasione di riflessione e di sollecitazioni critiche, che intende stimolare a scoprire o riscoprire il piacere della lettura come attività privilegiata legata alla conoscenza, al consolidamento delle competenze e all’ampliamento degli interessi, al raggiungimento di una sempre più matura ed armoniosa consapevolezza di sé e dell’Altro, attraverso uno sguardo profondo sulla realtà. Leggere è tutto questo, ma comporta anche la gioia e il piacere, il diletto di accostarsi a molteplici esperienze e possibilità di scoperta. Inoltre l’abitudine a cogliere, esprimere, comunicare, socializzare emozioni e sentimenti, che scaturiscono dalla lettura di una pagina, contribuisce a sviluppare l’intelligenza emotiva. L’etimologia del termine libro è da ricondursi al termine latino liber che originariamente indicava la parte interna della corteccia di certe piante utilizzata in epoca antichissima come una sorta di lamina per tracciare segni di scrittura. Troviamo attestata nell’autore latino Plauto l’espressione “libro scribuntur litterae”. Ma il termine liber è anche connesso al significato di libertà: la bellezza della lettura e il suo speciale potere di coinvolgimento può rappresentarsi come una esperienza di autentica apertura mentale. Non sfugge quindi l’importanza della istituzione di una giornata che sensibilizzi al valore della lettura, considerando anche il fatto che in base a quanto emerge dai più recenti dati statistici relativi alla lettura in Italia “nel 2023 il 74% delle persone tra i 15 e i 74 anni hanno letto almeno un libro a stampa (anche solo in parte), un ebook o ascoltato un audiolibro nei dodici mesi precedenti, pur se appare in calo la percentuale di coloro che leggono con frequenza almeno settimanale” (dati nell’indagine di Pepe Research per l’Aie, Associazione Italiana Editori).
La scelta della data del 23 aprile non è certamente casuale ma è invece estremamente significativa per il suo straordinario valore simbolico: questa è infatti la data della morte di due grandissimi autori, Miguel de Cervantes e di William Shakespeare .
Ed ancora il 23 aprile nel mondo si celebra anche la ricorrenza di San Giorgio. Una suggestiva leggenda risalente al quindicesimo secolo racconta che in una città nei pressi di Barcellona un orrido drago poteva essere placato solo attraverso sacrifici umani. Il valoroso cavaliere San Giorgio, forte della sua conoscenza di sé e del mondo, riuscì a sconfiggere il terribile mostro: da una goccia del sangue del drago caduta a terra fiorì una bellissima rosa rossa. Sono evidenti le valenze simboliche di questo racconto leggendario: il Santo che sconfigge il drago può alludere alla lotta del Bene contro il male, della conoscenza e del sapere contro la ferinità e l’ignoranza, così come può significare la dicotomia tra i valori della Cristianità e i disvalori della barbarie, della violenza e dell’oppressione. Se il libro è l’emblema della saggezza, la rosa è il simbolo dell’amore che trionfa e della bellezza che eleva l’animo dell’uomo.
La nostra scuola da diversi anni propone con profonda convinzione il progetto Libriamoci, che si sviluppa attraverso incontri con gli autori e giornate di invito alla lettura, nella consapevolezza delle intrinseche valenze didattiche e soprattutto formative della lettura per i nostri ragazzi. Il nostro motto è proprio orientato in tale direzione: Ci piace pensare che i libri siano strumenti per generare occasioni di incontro e confronto. Non solo pagine e parole, ma sguardi, volti, nomi, fatti, esperienze. Non c’è libro che non abbia una storia da raccontare e mille e mille storie da far incontrare
Sappiamo bene che per promuovere l’amore per la lettura è necessario proporre attività piacevoli e coinvolgenti, attività di animazione inserite in un progetto sistematico, utilizzando percorsi guida: abbiamo scelto pertanto itinerari e attività, che si proponessero di essere uno stimolo per personalizzare il nostro intervento didattico, consentendo lo sviluppo della fantasia e della creatività. E’ infatti importante offrire ai ragazzi un’occasione per “descolarizzare” la lettura, renderla rilassante, sostenere la dimensione affettiva del rapporto con il libro, offrire un’attività di libertà, affrancata dal compito, “gratuita”. Facciamo nostre le parole di Malala Yousafzai, vincitrice del Premio Nobel per la Pace, che crede nel valore della conoscenza per sconfiggere l’oppressione e le discriminazioni e migliorare e far progredire positivamente la società in cui viviamo: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
A conclusione di queste note si portano all’attenzione dei lettori due particolari “inviti alla lettura” proposti dalle alunne Margherita Baragliu e Claudia Beccu della classe III C per la serie #Ioleggoperchè…
#Ioleggo “Un giorno questo dolore ti sarà utile“ perchè…
…è come guardare un paesaggio nebbioso che, lentamente, si svela. All’inizio tutto sembra confuso, indistinto, ma man mano che continuo a leggere, scopro dettagli nascosti, sfumature che rendono tutto più chiaro. Il dolore del protagonista, James, non è un dolore urlante, ma silenzioso, sottile, che si infiltra nei suoi pensieri e nei suoi momenti di solitudine. È un dolore che sembra impossibile da spiegare agli altri, ma che, allo stesso tempo, parla di una realtà fin troppo vicina. Aiuta a comprendere che la sofferenza non è solo un peso, ma anche una chiave per entrare in contatto con ciò che siamo veramente. James è un ragazzo che osserva tutto con occhi distaccati, è proprio quel distacco che fa capire quanto spesso anche io mi senta lontano da quello che mi circonda, senza riuscire a trovare una connessione profonda. Questo libro mi aiuta a dare forma ai miei pensieri più complessi: quelle domande sul futuro, quelle incertezze che sono sempre lì, sotto la superficie. Eppure, proprio come James, capisco che il dolore non è solo una ferita, ma una strada da percorrere per scoprire chi siamo davvero. Permette di riflettere su quanto sia normale sentirsi smarriti e sulla forza che si può trovare anche nelle difficoltà. (Claudia Beccu)
#Ioleggo Cime tempestose perché
…racconta di una tormentata storia d’amore mettendo in luce i lati più oscuri e nascosti degli esseri umani e scavando dentro l’animo umano per scoprirne i sentimenti più oscuri. Heathcliff ormai consumato dalla passione è immerso nella sua oscurità, Catherine è continuamente dilaniata da un conflitto interiore che non le lascia pace. Questo connubio ci porta a riflettere su quanto l’amore incontrollato possa essere distruttivo, lasciando senza fiato il lettore di ogni epoca.
(Margherita Baragliu)